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4,4 milioni di euro per una McLaren F1

REGINA DELLE INSTANT CLASSIC. FOLLE CIFRA PAGATA PER UNA MCLAREN F1 STRADALE. MA CHE NE SARA’ DELLE HYPERCAR DI OGGI?

Una McLaren F1 di metà Anni 90 stabilisce il nuovo record di vendita per una automobile moderna. Tom Hartley Jr, un 29enne inglese specializzato nel commercio di vetture di prestigio, ha dichiarato di aver venduto una McLaren F1 stradale a un ignoto collezionista che ha sborsato l’iperbolica cifra di 3,5 milioni di sterline, pari a quasi 4,4 milioni di euro.

QUALE DESTINO PER LE SUPERSPORTIVE?
La notizia conferma la tendenza in atto nel settore delle vetture da collezione. In un mercato come quello attuale, completamente inflazionato e ridondante di auto sportive, un’auto di pregio può non rappresentare più un investimento di beni durevoli. A meno di attendere molti anni.

Con la conseguenza che solo “certe” automobili (la McLaren F1, appunto, la Ferrari F40, la Bugatti EB110, la Porsche 959 o la 911 GT1), possono essere oggetti da collezione destinati a rivalutarsi o, quantomeno, a non vedere il loro valore decadere.

MODERNE DI 20 ANNI
Le auto sopraccitate esprimono una molteplicità di valori che le auto moderne mancano clamorosamente. Sono state prodotte in serie limitatissima (meno di 100 unità) o, dove questo non è avvenuto (come nel caso della Ferrari F40, prodotta in più di 1.300 esemplari) sono frutto di menti più appassionate che orientate a una gestione del prodotto in un’ottica di marketing (l’F40 fu una vera auto da corsa con la targa, auto difficile da guidare, scomoda. Ma, soprattutto, voluta da Enzo Ferrari in persona). Dunque si circondano di un’aura mitica, esprimono la genialità di chi le ha volute.

I loro valori, oggi, difficilmente scendono al di sotto del prezzo di acquisto quando erano auto nuove. Non mancano le eccezioni. Come la Jaguar XJ 220, ad esempio, che le cui quotazioni sono mediamente ancora inferiori rispetto al prezzo da nuova (valutabile, oggi, in circa 400.000 euro).

QUALI SONO I TESORI DI DOMANI?
Per esprimere un giudizio di merito bisognerebbe poter guardare nella sfera di cristallo. Probabilmente, tra 20 anni queste auto, ammesso che si potranno ancora guidare, avranno un loro ruolo sul mercato collezionistico.

Eppure presentano motivi di eccellenza ma anche molte incongruenze che potrebbero “minarne” la valutazione futura: Bugatti Veyron (300 esemplari, troppi! E troppa tecnologia in gioco), Lamborghini Reventon (20 esemplari. Ma è pur sempre una Murcielago con carrozzeria differente), Porsche Carrera GT (1.250 esemplari, un’enormità), Ferrari Enzo (399 esemplari, molti! E’ una Ferrari ma è anche, forse, soprattutto un “giocattolo iper tecnologico” con un allure meno consistente rispetto a F40 e 288 GTO), Lamborghini Murcielago LP640 (4.099 esemplari), Mercedes SLR-McLaren (2.000 esemplari).

Per molte di queste auto, vendute a prezzi iperbolici, ora le quotazioni sono in discesa (per alcune in caduta) rendendo così difficile una futura rivalutazione.

Ci sono auto che potrebbero vedere premiato il fattore rarità: la Maserati MC12 (solo 50 esemplari), così come l’Aston Martin one-77 (77 esemplari), la Pagani Zonda o la Mercedes SLR Stirling Moss (75 esemplari).

Per auto prodotte da marchi affacciatesi sulla scena solo da pochi anni, come la Saleen S7 o le varie Koenigsegg prodotte (CC, CCR, CCX ecc.), il problema principale potrebbe essere rappresentato dalla scarsa percezione del “peso” del blasone.