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Artcurial a Retromobile 2014: Alfa Romeo 6C 1750 SS 1929

L’SS DEL MISTERO. ARTCURIAL METTE ALL’ASTA A RETROMOBILE 2014 UN SUPERBO ESEMPLARE DI ALFA 6C 1750 SS. IGNOTI I SUOI PRIMI ANNI DI VITA: NON SI CONOSCE IL SUO PRIMO PROPRIETARIO E LA SUA PRIMA DESTINAZIONE. NEL 36 RICEVETTE LA CARROZZERIA CHE INDOSSA ANCORA OGGI. NELLO STESSO ANNO FU SPEDITA IN SUD AFRICA E QUI E’ SEMPRE RIMASTA. L’ULTIMO PROPRIETARIO SE L’E’ GODUTA PER 58 ANNI.

Nel 1923 la FIAT aveva perso uno dei suoi progettisti più talentuosi, chiamato a Milano per andare a creare il mito delle Alfa Romeo da corsa: Vittorio Jano. Il suo primo incarico fu la creazione dell’erede dell’Alfa Romeo P1. La creazione di Giuseppe Merosi non era andata oltre la dimensione “sperimentale” e, nel ’23, a Monza, le FIAT 804 riuscirono a vincere molto facilmente.

Jano si mise subito al lavoro e creò l’Alfa Romeo P2, equipaggiata con un 8 cilindri 2 litri sovralimentato con compressore. La P2 vinse subito il GP di Francia e il GP d’Italia del ’24. Il ’25 fu funestato dall’incidente mortale di Antonio Ascari (padre di Alberto Ascari, campionissimo della Ferrari) a Monthlery, durante il quale tutte le P2 furono ritirate, ma la monoposto di Jano vinse ancora a Spa e a Monza.

Per il 1926 i regolamenti sportivi avevano varato il limite dei 1.500 cc. L’Alfa decise di non parteciparvi, preferendo lasciare la P2 esprimersi nella in eventi di Formula Libera fino al 1929 e, con alcune modifiche, fino al 1930.

Ma Jano, nel frattempo, si era concentrato su un altro modello fondamentale per la gamma, che avrebbe coperto tutti i segmenti in cui Alfa Romeo era presente: dalle limousine, alle Gran Turismo con carrozzeria coupé e cabriolet e alle versioni da corsa.

LA 6C 1500

Jano presentò la sua creatura nel 1925: l’Alfa Romeo 6C 1500 aveva il suo fulcro nel nuovo motore 6 cilindri in linea di 1.500 cc, disponibile in tre versioni: “Normale” con testa singola (“Testa Fissa” con blocco e testa solidali), Sport con due teste, Super Sport con due testate e compressore piazzato a valle dell’albero motore.

La meccanica si affidava a un telaio con due grandi longheroni che andavano a determinare un passo di 292 cm per le Sport e le Super Sport. Per le versioni turistiche questo veniva allungato a 310 cm. Per la carrozzeria le opportunità erano molteplici: carrozzeria Alfa Romeo, Castagna, Touring, Sala, Zagato, Brianza, Farina ecc.

Il telaio poggiava su sospensioni a balestre semiellittiche e ammortizzatori a frizione ed era integrato con sterzo a vite e rullo e freni a tamburo con comando a cavo.

LA 6C 1750

Dopo la conclusione della “Seconda serie” della 6C 1500, nel 1929 Jano presentò la prima evoluzione di questo modello. L’incremento della cilindrata del 6 cilindri a 1.752 cc creò la 6C 1750 (definita anche la “terza serie” della 6C”), sulla quale le caratteristiche meccaniche riprendevano il modello precedente. Tranne la Super Sport: questa infatti, era proposta con un passo ancora più corto, 274 cm, e abbinata a versioni con o senza compressore volumetrico per il 6 cilindri con doppia testata. Di questo modello fu creata una piccola tiratura di motori con testa fissa, utilizzati, tuttavia quasi esclusivamente su auto ufficiali (ad eccezione degli esemplari più “tardi”).

Caratterizzata da un livello competitivo molto elevato, la 6C 1750 ebbe una lunga e prolifica carriera: vinse la Mille Miglia nel 1929 e nel 1930 e la propria classe alla 24 Ore di Le Mans del ’30 e del ’32. In queste occasioni l’evoluzione del modello in chiave sportiva era arrivato alla potente versione “Gran Sport“, introdotta con la “quarta serie”, magistralmente carrozzata da Zagato e affidata ai piloti ufficiali Alfa o, dal 1930, alla Scuderia Ferrari fondata nel novembre del ’29 da Enzo Ferrari.

La 6C 1750 arrivò fino alla “sesta serie”, durante la quale era, nel frattempo, diventata 6C 1900.

IL TELAIO 0312901

L’esemplare che andrà all’asta da Artcurial si ritiene sia stato costruito nella prima metà del 1929. Di questa “terza serie” furono complessivamente prodotti 121 esemplari, con numerazione compresa tra 0312851 e 0312971. La storia iniziale di questo esemplare non è chiara: è sconosciuta la sua prima destinazione ma successivamente fu spedita in Inghilterra. Il figlio del proprietario che la possedette per lungo tempo ricorda che questo esemplare aveva una carrozzeria roadster da corsa senza carrozzeria sul posteriore: serbatoio a vista, ruota di scorta a vista, parafanghi motociclistici. Ma nel 1936 questi la fece ricarrozzare (ma non è noto chi ne fu l’autore) sulla traccia stilistica dell’8C 2900A che lui stesso vide all’Earls Court Show.

La nuova carrozzeria, in acciaio e senza portiere, fu probabilmente commissionata non per correre ma, comunque, per la guida sportiva. Non è nemmeno chiaro se, in quest’epoca, il motore fosse equipaggiato con o senza compressore.

Nel 1936 la 1750 fu portata in Sud Africa e qui trascorse la maggior parte della sua vita: prima di proprietà di un certo Paul Fatti della Fatti Engineering e, dal 1950, di un nuovo proprietario che la tenne per ben 58 anni con cura e attenzioni. Fu anche brevemente guidata dal grande Juan Manuel Fangio.