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Automotodepoca 2016: l’auto da collezione celebra se stessa (ma il mercato è in calo)

LA FESTA E’ FINITA? AUTOMOTODEPOCA 2016 SI E’ PERFETTAMENTE INTEGRATA NEL PANORAMA DEL MERCATO “ANCHE” DEL NUOVO. LE PRESENZE DELLE CASE UFFICIALI SONO STATE STRAORDINARIE E TESTIMONIANO L’INTERESSE DEI COSTRUTTORI VERSO L’HERITAGE. AUTO STORICHE E CLASSICHE: RISPETTO ALLE ULTIME DUE EDIZIONI, NELLE QUALI SI E’ COMPRATO DI TUTTO E A QUALSIASI PREZZO, I COLLEZIONISTI HANNO IMPARATO LA LEZIONE: SOPRA I 100.000 EURO SI CERCA SOLO IL MEGLIO (QUALITA’ DELL’AUTO – O DEL RESTAURO – RARITA’, ORIGINALITA’). LA VERA FASCIA DI INTERESSE E’ SOTTO I 30.000 EURO. DELLE 5.000 PORSCHE CHE (SI DICE) FOSSERO IN FIERA MOLTE POCHE HANNO TROVATO UN NUOVO PROPRIETARIO.

L’appassionato di automobili “poliedrico”, che segue le ultime novità di settore ma in garage conserva (o anela di farlo) una vettura classica, trova in Automotodepoca la sua perfetta valvola di sfogo. L’edizione 2016 del tradizionale evento di Padova – una riconosciuta importanza internazionale – si è chiusa con un’offerta automobilistica imponente.

I MARCHI UFFICIALI: EMPIREO MERCEDES E AUDI

A Mercedes-Benz va senza dubbio la medaglia di vincitore morale tra i marchi ufficiali. La casa tedesca si è presentata a PadovaFiere con un’organizzazione imponente. la Casa di Stoccarda ha voluto raccontare la sua anima sportiva e l’ha fatto con un parterre di automobili semplicemente memorabile: la W196 di Fangio, la 300 SL Gullwing, la 450 SLC Pagoda per i rally africani, il prototipo C111 recordcar a Nardò alla fine degli Anni 70, la 190E del DTM, la AMG GT GT3 e l’ultima monoposto di F1 impegnata nel Mondiale di quest’anno.

Al secondo posto Audi, che ad Automotodepoca ha dato testimonianza del suo impegno nelle categorie regine del motorsport: i Grand Prix (con la Auto Union Tipo D – ricostruzione), i rally (con la 80 e la Quattro) e le competizioni Sport Prototipo (una R8 LMS GT3 e la favolosa R18 Ultra).

I CIELI INFERIORI

Porsche ha realizzato stand farcito di 911 classiche, premiate per il concorso di restauro tra officine ufficiali, Alfa Romeo ha portato una selezione di berline della storia del Biscione a “supporto” della nuova Giulia, Volkswagen ha dedicato un intero stand ai 40 anni della Golf GTI mentre Volvo ha esposto la sua storia più significativa, dedicata alle giardinette da famiglia (V60 Polestar e V90 in compagnia di Amazon 122S, 245 Polar e 250 T5 R). E poi Pagani (tra Zonda F e Zonda R una esemplare della Zonda C12 S del 2004), Lamborghini (la Concept S – la Gallardo “Barchetta”, due Miura e la Huracan GT3), Citroen (la nuova C3 “sola soletta” tra 2Cv e Mehari, la DS5 a fianco di sua Maestà la DS), Maserati (la Levante con la 420M Eldorado, Tipo 61 Birdcage e il prototipo Simun by Ghia), Abarth (accanto alla 124 storica da rally, la nuova Abarth 124 e la sua versione da corsa, prossima al debutto) e Jaguar (C-Type, D-Type e E-Type hanno quasi oscurato la F-Type SVR).

CLUB E REGISTRI DI MARCA

I grandi sodalizi di settore hanno esposto il meglio delle collezioni di storiche presenti in Italia. Su queste premesse si fonda la presenza di alcuni pezzi di grande valore collezionistico: una Chiribiri Sport tipo Monza Spinto del ’25, la Peugeot Eclipse degli Anni 30, l’Alfa Romeo 1900 SS Coupé Touring Passo Corto del ’51 (3 esemplari prodotti), la Miari e Giusti del 1896, l’Alfa Romeo 6C 2300 Pescara, Bugatti 35 ed EB110, la Triumph TR3 che ha recitato ne La Dolce Vita di Fellini.

COMMERCIANTI: IL SETTORE E’ IN DISCESA

Nell’area dei commercianti si respira aria di crisi. L’offerta di auto storiche, secondo gli operatori di settore sempre più ampia, non ha contemplato più gli esemplari più rari e preziosi. Per loro non ci sono più le opportunità di un paio di anni fa, quando si comprava a tutti i costi e a qualsiasi prezzo. E i commercianti le hanno lasciate a casa.

Il bilancio di un intero weekend ha evidenziato come la maggior parte delle compravendite sia avvenuta nella fascia di prezzo fino a 30.000 euro. Risulta, invece, in forte stallo quella fino a 100.000 euro.

Oltre il settore registra nuovamente un po’ di movimento ma passano di mano solo “certe” auto: rare, oggettivamente preziose, ben conservate o restaurate a puntino, con pochissimi chilometri e per le quali la percezione dell’investimento è netta e certa. Non si fa – quindi – l’affare ma si compra/si vende, finalmente, al prezzo giusto.