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Bologna, Palazzo Fava: ”La Ragazza con l’orecchino di perla” Il mito della Golden Age

OCCHI CHE PARLANO: BASTA SAPER ASCOLTARE. LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA DI VERMEER, UNA DELLE OPERE PIU’ AMMIRATE E COPIATE AL MONDO ASSIEME ALLA GIOCONDA DI LEONARDO E ALL’URLO DI MUNCH, SARA’ AMMIRABILE, FINO AL 25 MAGGIO 2014, A PALAZZO FAVA A BOLOGNA.

Il Palazzo Fava di Bologna ospita l’unica tappa europea della mostra ”La Ragazza con l’orecchino di perla” Il mito della Golden Age.

In questa mostra sono esposti 36 capolavori del periodo d’oro della pittura olandese provenienti dalla Real Galleria d’Arte Mauritshuis, attualmente in fase di restauro: da Johannes Vermeer a Rembrandt van Rijn.

Oltre alla “Ragazza con l’orecchino di perla”, si potrà godere della visione di un’altra opera incredibile di Vermeer: “Diana e le sue ninfe”.

A questi due capolavori si aggiungono quattro Rembrandt, quadri di Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael Steen; tutti tra i massimi protagonisti della Golden Age dell’arte pittorica olandese.

La mostra è suddivisa in quattro sezioni tematiche (Paesaggi, Ritratti, Interni con figure, Nature morte) e conclude il suo percorso con l’esposizione de “La ragazza con l’orecchino di perla”.

LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA IN PILLOLE

La ragazza con l’orecchino di perla (44,5 x 39 cm) fu dipinta da Vermeer nel 1665 circa.

Sembrerebbe che, per realizzare quest’opera incantevole, Vermeer si sia ispirato alle tele del pittore Michael Sweerts che, proprio in quel periodo, usava dipingere figure a mezzo busto caratterizzate da profili illuminati.

Quest’opera d’arte fa parte della categoria dei tronie, una forma artistica in voga nell’Olanda del ‘600. Usati principalmente per decorare le pareti di case, questi ritratti raffigurano il volto di individui “convenzionali” più che di persone realmente riconoscibili e vissute.

Come non restare estasiati dai virtuosismi pittorici che ci vengono regalati: il passaggio tra i toni chiari e scuri, i magici riflessi di luce negli occhi della fanciulla, sul labbro inferiore e nell’angolo della bocca dove, delicati tocchi color cipria, donano un effetto ancora più sorprendente.

Secondo lo scrittore André Malraux, il viso del tronie rappresenta Maria, la figlia maggiore di Vermeer mentre, Tracy Chevalier, nel suo libro bestseller, immagina si tratti della serva di casa Griet.

La famosa grande perla, che arricchisce il volto della giovane donna, è probabilmente una perla finta di vetro proveniente da Venezia poi verniciata.

Dal momento della morte del pittore (1676), se ne persero del tutto le tracce e, solo nel 1881, ricomparve a un’asta a L’Aia nella collezione di un certo Braams.

Messa all’incanto, il quadro venne viene acquistato da Arnoldus des Tombe per soli 2 fiorini e 30 centesimi dietro consiglio dello storico d’arte e amico Victor de Stuers.

Alla scomparsa di des Tombe, avvenuta nel 1902, si scoprì che il dipinto, insieme a altri undici, venne lasciato in eredità al museo Mauritshuis de L’Aia.

Il dipinto, che prima veniva chiamato “Ragazza con il turbante”, diventò “Ragazza con l’orecchino di perla” all’uscita del libro di Tracy Chevalier nel 1999. (Nel 2003 ne venne fatto un film con la regia di Peter Webber, con Scarlett Johansson e Colin Firth).