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FIAT sale al 100% di Chrysler: Sergio Marchionne finalizza l’accordo per acquistare il 41,5% di azioni da VEBA

E DELL’ITALIA CHE NE FACCIAMO? SERGIO MARCHIONNE CE L’HA FATTA. DOPO AVER FATTO CRESCERE CHRYSLER NEGLI ULTIMI ANNI, L’AMMINISTRATORE DELEGATO DEL GRUPPO FIAT RAGGIUNGE L’ACCORDO PER ACQUISTARE LE AZIONI ATTUALMENTE IN MANO AL SINDACATO DEI LAVORATORI CHRYSLER. FIAT DIVENTA PADRONA DI CHRYSLER AL 100%.

Fiat S.p.A. annuncia di aver iniziato la scalata definitiva al Gruppo Chrysler e di essere vicina all’acquisto del rimanente 41,5% di azioni del Gruppo americano per raggiungere il 100%.

Il lingotto ha infatti sottoscritto un accordo con VEBA, il sindacato dei dipendenti Chrysler, in base al quale  FIAT North America LLC acquisterà l’intero pacchetto azionario di azioni di Chrysler Group LLC in suo possesso, pari al 41,4616%.

In base all’accordo sottoscritto, FIAT pagherà al fondo sanitario del sindacato americano una cifra di 3,650 miliardi di dollari

L’importo è così suddiviso:

1,9 miliardi di dollari verranno elargiti come un’erogazione straordinaria ai soci
1,75 miliardi verranno versati attingendo dalle liquidità del Gruppo Chrysler. In questo senso, FIAT non sborserà una Lira e non richiederà alcun ammontare di risorse ai suoi soci.

Chrysler e il sindacato VEBA si sono, inoltre, accordati, attraverso un memorandum di intesa, per il pagamento di ulteriori 700 milioni di dollari nell’ambito dell’attuale attuazione del contratto collettivo Chrysler in un periodo di 4 anni.

John Elkann, Presidente FIAT: “Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler”.

CHE NE SARA’ DI FIAT?

La questione, forse, più importante da chiarire riguarda il futuro della FIAT e dei marchi storici dell’automobilismo italiano. Chrysler ha, infatti, di fatto salvato il Lingotto ma, ora, dal nostro Paese si levano, a tutti i livelli, voci accorate perché Sergio Marchionne produca un serio piano industriale che rilanci i brand del Gruppo e che dia un futuro certo ai 5 stabilimenti attualmente attivi sul nostro territorio.

Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia: “L’acquisto di Chrysler da parte di Fiat – ha detto – è una notizia utile e valida per le prospettive del nostro Paese, soprattutto per le relazioni economiche internazionali. La dimostrazione delle capacità dell’industria italiana sia in termini di immagini che sostanziali. E’ un nuovo segnale che si aggiunge a quelli della ripresa in atto, aggiunge un tassello al mosaico della ripresa“.

Flavio Zanonato, Ministro dello Sviluppo Economico: “E’ la premessa per completare gli investimenti già programmati in Italia“.

A invocare un programma per la FIAT nel nostro Paese sono soprattutto i sindacati:

Susanna Camusso, segretario general CIGL, non manca di levare una voce di richiamo alla situazione di FIAT, da mesi ormai in costante calo di apprezzamento su tutti i mercati europei e, soprattutto, ancora lontana dal successo sul mercato cinese, attualmente la piazza più importante del mondo (dove i tedeschi stanno crescendo senza sosta): “L’acquisizione della Chrysler da parte del gruppo Fiat mi pare un fatto di grande rilevanza, anche in ragione delle sinergie possibili e auspicabili sui mercati mondiali, oltre che per il riposizionamento della multinazionale rispetto alle case costruttrici concorrenti. Dopo questo importante passaggio che definisce l’assetto proprietario – prosegue – è indispensabile che Fiat dica cosa intende fare nel nostro Paese, come gli stabilimenti italiani possano trovare la loro collocazione produttiva nel gruppo, così come auspichiamo che la direzione dell’impresa, intendendo con questo la direzione strategica e la progettazione, resti italiana e mantenga una presenza qualificata in Italia“.

Vittorio De Martino, leader della FIOM piemontese: “Ora Fiat deve calare la carte sugli investimenti in Italia. Bisogna aprire subito un confronto sul destino di Mirafiori ma anche degli altri stabilimenti italiani. Tutto era bloccato perché bisognava risolvere il problema con Veba. Ora non ci sono più alibi, la Fiat dica cosa intende fare“.

Michele de Palma, Coordinatore per la FIAT della FIOM: “Ora la Fiat può giocare a mano libera. La testa del gruppo rimarrà in Italia? La capacità installata di produzione sarà confermata? Avremo finalmente una missione industriale anche per Mirafiori e Cassino? Il governo dovrebbe convocare tutte le parti al tavolo e chiedere garanzie sul futuro degli stabilimenti italiani“.