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La Maison milanese Gianfranco Ferrè lascia l’Italia

L’ENNESIMA AMARA PERDITA. LA DESERTIFICAZIONE, SIA SUL PIANO STORICO SIA OCCUPAZIONALE, CONTINUA A DILAGARE NEL BEL PAESE. DOVE SONO I GUERRIERI? COME IL GIOVANE ATREYU CHE, NEL FILM DEGLI ANNI 80, LA STORIA INFINITA, COMBATTEVA IL “NULLA CHE AVANZA” IN GROPPA AL BIANCO E FIDATO FORTUNADRAGO, ABBIAMO BISOGNO CHE SI ABBIA ANCORA VOGLIA DI CREDERE CHE QUESTO “MALEDETTO” TREND POSSA ESSERE INVERTITO E CHE IL “GMORK” DEI GIORNI NOSTRI POSSA ESSERE, SE NON SCONFITTO, ALMENO ARGINATO.

Nella città di Prato è in corso una grande mostra che racconta la creatività e il genio stilistico di Gianfranco Ferrè, uno dei protagonisti della moda contemporanea internazionale, attraverso il capo icona della sua capacità progettuale: la camicia bianca.

Ma, nello stesso tempo, si apprende, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, che Paris Group (società di Dubai che, dal 2011, ha inglobato la Maison milanese Gianfranco Ferrè) abbia deciso di chiudere l’ultimo stabilimento attivo sul territorio italiano, in provincia di Bologna, e disinvestire del tutto nello Stivale.

Secondo quanto risulta a MFF, l’impianto italiano era fermo da tempo, con la sede operativa e la “cabina di regia” spostate a Sharjah, negli Emirati Arabi.

I presagi, purtroppo, c’erano tutti; prima l’abbandono dello storico palazzo di via Pontaccio a Milano, poi l’assenza delle collezioni Ferré sulle passerelle durante la settimana di Milano Moda Donna 2014.

La griffe italiana, fondata nel 1978 da Gianfranco Ferré, scomparso nel 2007, cesserebbe così l’attività mantenendo solo le licenze già in essere.