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l’Opinione di 0-100: perché nessuno in campagna elettorale parla dell’auto?

SVEGLIATI ITALIA! L’AUTO VA A RAMENGO MA AI PARTITI NON INTERESSA. L’IMPORTANTE E’ ACQUISIRE CONSENSO. I PROBLEMI VENGONO DOPO.

La dimostrazione che andiamo verso elezioni con scarse conseguenze (positive) sul futuro del nostro disastrato Paese è, a nostro avviso, tutta nelle promesse che i candidati dei partiti politici coinvolti stanno rivolgendo ai loro elettori.

La sensazione è che i nostri futuri governanti stiano, con le solite proposte di carattere “populista” o promesse di natura generica, investendo le loro energie per acquisire consenso facendo leva su argomentazioni che stuzzicano l’emotività.

L’obbiettivo appare tristemente sempre lo stesso: non “cambiare l’Italia” ma portare a casa la vittoria. Quello che succede dopo si vedrà. E il profumo di un concreto impegno per dare una drizzata al Paese, ancora non lo sentiamo.

NESSUN POLITICO PARLA DELL’AUTO…
Dice Jacques Bousquet, Presidente dell’UNRAE, l’associazione delle Case automobilistiche estere presenti in Italia:

Vorremmo far rilevare come nessuno dei soggetti coinvolti in questa campagna elettorale abbia finora concretamente dato attenzione ad una filiera che dava lavoro a 1.200.000 persone, che contribuiva ad un gettito fiscale pari al 16,6% del totale e che valeva l’11,4% del PIL e come nessuno abbia dato rilievo alla crisi occupazionale della filiera automotive (circa 350 imprese chiuse nel 2012, con 10.000 nuovi disoccupati non coperti da supporti previdenziali).

Soprattutto, vorremmo far rilevare come, nella competizione elettorale, nessuno indichi le modalità e le azioni necessarie a far recuperare allo Stato il mancato gettito generato da provvedimenti sbagliati sul settore auto in generale, sulle auto aziendali e su quelle di potenza superiore ai 185 kW”.

…E INTANTO IL MERCATO CROLLA
Con un accanimento che sa di autentico sadismo, lo Stato persiste nel tartassare gli automobilisti. E non valgono i risultati disastrosi delle politiche fiscali in atto.

Invece di rendersi conto che la strategia attualmente in atto (aumento delle assicurazioni, prelievo fiscale sulla benzina insostenibile, superbollo iniquo a carico delle auto con più di 240 Cv / 185 kW, taglio della deducibilità fiscale sulle auto aziendali) è stata fallimentare (il super bollo non ha portato gli incassi sperati; gli italiani acquistano sempre meno benzina), lo Stato non cambia rotta.

Anzi, molto probabilmente arriveranno nuove misure tese ad aumentare ulteriormente le entrate di uno Stato bulimico e affamatore, che per alimentare la sua intricata macchina organizzativa, di meglio non sa fare che aumentare le tasse.

Con la conseguenza che oltre a depauperare il mercato, sta mettendo sempre più a rischio decine di migliaia di posti di lavoro.

A gennaio 2013 sono state vendute il 17,6% di automobili in meno rispetto al 2012, il 31% in meno rispetto a gennaio 2011.

Questi i risultati dei marchi automobilistici italiani (confronto gennaio 2013 – gennaio 2012):

– Alfa Romeo: -36%
– Aston Martin: +33%
– Audi: -13,6%
– Bentley: n.d.
– BMW: -10%
– Citroen: -20%
– Ferrari: -31%
– Ford: -44%
– Hyundai: -12%
– Honda: -10%
– Jaguar: -17%
– Infiniti: -78%
– Kia: +30%
– Lamborghini: -33%
– Lancia: -29%
– Land Rover: +1%
– Lexus: -67%
– Lotus: n.d.
– Maserati: -58%
– Mazda: +43%
– Mercedes: -8%
– Mini: -28%
– Mitsubishi: -54%
– Nissan: -14%
– Opel: +0,82%
– Peugeot: -26%
– Porsche: -30%
– Renault: -3%
– Seat: -15%
– Skoda: -21%
– Subaru: -11%
– Toyota: -19%
– Volkswagen: -22%
– Volvo: -22%