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Mecum a Houston 2014: Il prototipo della Ford GT40 del ’64 venduto per 7 milioni di dollari

VALORE STORICO IMMENSO. DA MECUM A HOUSTON LA SECONDA PIU’ ANTICA FORD GT40 SUPERSTITE E’ STATA VENDUTA A 7 MILIONI DI DOLLARI. UN ESEMPLARE IMPORTANTE, UNA TESTIMONIANZA VIVA DELLO SFORZO DI FORD PER CREARE UNA VETTURA ADEGUATA ALLA SFIDA CON LE FERRARI NEI PRIMI AVVINCENTI ANNI 60.

All’asta tenutasi a Houston lo scorso weekend, organizzata dalla casa d’Aste MECUM, lo scettro di regina dell’incanto è andato alla Ford GT40 del 1964, telaio GT/104, venduta per 7 milioni di dollari!

L’incredibile cifra sborsata, del resto, è la più diretta testimonianza del valore storico di quest’auto. Si tratta, infatti, della seconda più “antica” Ford GT40 attualmente esistente, nonché il secondo prototipo costruito con uno speciale telaio alleggerito.

LA STORIA

La rivalità tra Ford e Ferrari, secondo le fonti, iniziò nel 1963 da una serie, sembra, di concause: il tentativo di Ford di acquistare la Ferrari (poi fallito) e il desiderio di realizzare una macchina che  fosse in grado di vincere la 24 Ore di Le Mans e il Mondiale Marche. Ma Ford non aveva un prodotto adeguato e, del resto, la Ferrari appariva imbattibile.

Il marchio di Detroit assoldò Carroll Shelby, già vincitore a Le Mans nel ’59 (con l’Aston Martin DBR1) e fondatore di Shelby American. Shelby decise di sfruttare il potenziale già elevato delle Lola di Eric Broadley. Le sue Lola GT prototipo, già in fase di test, avevano un’architettura adeguata agli scopi di Ford.

John Wier fu designato responsabile della formazione del team e il progettista Roy Lunn (autore del motore centrale della Mustang 1del ’62) si sarebbe occupato della squadra degli ingegneri e progettisti.

Furono acquistati 2 telai Lola GT sui quali iniziarono intensi test di sviluppo a Bromley, sede della Lola Cars. Il 1 aprile 1964, la prima Ford GT40, telaio ST/101, fece il suo debutto ufficiale al Salone di New York. Due settimane dopo la vettura, insieme al telaio ST/102, si presentarono alle prove ufficiali per la 24 Ore di Le Mans.

Le vetture palesavano gravi problemi di stabilità alle alte velocità. Il problema era evidente soprattutto in coda quindi il team manager john Wier fu categorico con i piloti Jo Schlesser e Roy Salvadori: non avrebbero dovuto esagerare. Ma il secondo giorno entrambi uscirono di pista: piloti illesi ma entrambe le vetture molto danneggiate. Restavano solo 2 mesi per ripararle in vista della corsa.

Jonh Lunn risolse il problema con uno spoiler posteriore, che rendeva, finalmente, la coda della GT40 più stabile. La GT/102 fu quindi iscritta alla 24 Ore del Nurburgring di maggio. Partì davanti a quasi tutte le Ferrari, esclusa, esclusa la 330 P di Surtees ma fu messa fuori gioco dalla rottura di una sospensione.

IL TELAIO GT/104

Nel frattempo al Motor Industry Research Association (MIRA) del Warwickshire altri due prototipi furono preparati per le fatiche seguenti. Il prototipo GT/104, il secondo di questi, fu il primo con un telaio alleggerito.

Dopo appena 50 chilometri di test le vetture furono inviate a Le Mans per essere affidata a Schlesser e Richard Atwood. Partita in ottava posizione, dopo 4 ore di corse scoppiò un incendio in abitacolo. Atwood fu velocissimo a fermarsi ma la macchina era ormai inservibile.

A fine stagione ’64 le auto (GT/103 e GT/104) furono prese in consegna dalla Shelby American e sottoposte a numerose prove che ne evidenziarono parecchi problemi: raffreddamento del motore, cambio, freni, peso e stabilità alle alte velocità.

Grazie a numerosi test aerodinamici, finalmente i due prototipi iniziarono a trovare la via per uscire dal tunnel delle difficoltà, almeno progettuali: rimozione del carter secco, vistosa modifica alla forma del frontale, nuovo cambio direttamente fornito dalla Ford (in luogo dell’unità progettata da Valerio Colotti) e nuovi componenti delle sospensioni.

Dopo numerose partecipazioni, le vetture conclusero la loro carriera a ridosso negli Anni 70. La GT/104 rimase nella proprietà di Ford fino al 1971 come auto da Salone. Quell’anno fu venduta a un privato e da questi, in un valzer di nuovi proprietari, fino al suo ultimo possessore, che l’acquistò nel 2010.