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Renoir alla GAM, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

“DES FEMMES PASSENT DANS LA RUE, […] CE SONT DES RENOIR”. UNA RASSEGNA CHE INCANTA CON I SUOI PAESAGGI CHE TI FANNO VENIRE VOGLIA DI “PASSEGGIARCI DENTRO”. PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, ALLA GAM DI TORINO, FINO AL 23 FEBBRAIO 2014, SARA’ POSSIBILE AMMIRARE UNA MOSTRA DEDICATA AL PITTORE FRANCESE PIERRE-AUGUSTE RENOIR, UNO DEI MASSIMI ESPONENTI DELL’IMPRESSIONISMO DEFINITO ANCHE IL PITTORE DELLA SPENSIERATEZZA E DELLA GIOIA DI VIVERE.

I visitatori potranno ammirare una sessantina di sue opere provenienti dal Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie, musei che conservano la collezione più completa al mondo dell’opera di Renoir.

Si tratta di una rassegna che testimonia i momenti più rilevanti vissuti dall’artista; dagli esordi fino alle svolte che l’hanno portato, a fine carriera, ad allontanarsi dall’Impressionismo.

La curatela della mostra, suddivisa in 9 sezioni, è affidata a Sylvie Patry, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay e grande conoscitrice del genio di Renoir, e a Riccardo Passoni, Vice Direttore della GAM di Torino.

Durante il suo percorso artistico, Renoir ha prodotto oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli dai diversi temi evidenziando la varietà della sua tecnica pittorica.

Renoir sperimentò la pittura en plein air a Fontainebleau o alla Grenouillère nei dintorni di Parigi a fianco dell’amico e collega Claude Monet, realizzò opere in atelier dedicandosi anche alla ritrattistica su commissione.

Considerato uno dei maggiori maestri a cavallo tra il XIX e il XX secolo, oltre a essere amici di molti colleghi impressionisti come Monet, Cézanne, Pissarro, Berthe Morisot, Sisley e Caillebotte, incoraggiò altri grandi artisti del suo tempo come Matisse, Bonnard e Maurice Denis.

L’EPOCA DELLA BOHEME

Qui si possono ammirare opere come un suo autoritratto (1867), un ritratto di Monet, un paesaggio invernale di Honfleur (1867 circa) e due dei primi nudi di Renoir, tra i temi più cari all’artista: Il ragazzo con il gatto (1868) e Donna seminuda sdraiata: la rosa (1872 circa).

NOI ADORIAMO LE DONNE DI RENOIR (PROUST)

E’ il cuore della mostra; qui si possono ammirare diversi quadri rappresentanti donne di ogni estrazione sociale;  tutte contraddistinte da una graziabellezza impalpabile.

Tra queste, ricordiamo Madame Darras (1868 circa), La liseuse (1874-1876), la Giovane donna con veletta (1870 circa), Madame Charpentier (1876-1877), la Donna dallo jabot bianco (1880), la Fanciulla seduta (1909), fino al ritratto di Colonna Romano (1913).

IL MESTIERE DEL PAESAGGISTA

Questa sezione comprende probabilmente la più bella collezione al mondo di opere di paesaggi di Renoir che passa, attraverso un esteso arco temporale, dai paesaggi nordafricani alle vedute e ai giardini rigogliosi di piante contraddistinte dalla loro intrinseca “irregolarità” non domata dall’uomo.

Tra queste, le Chiatte sulla Senna (1869), Il Pero d’Inghilterra (1870 circa), La Senna ad Argenteuil (1873), il Sentiero nell’erba alta (1876-1877), La Senna a Champrosay (1876), il Ponte ferroviario a Chatou, anche detto I castagni rosa (1881) sino al Paesaggio a Cagnes (1915 circa) dipinto nella celebre tenuta “Les Collettes” in Costa Azzurra dove Renoir si ritirò gli ultimi anni della sua vita.

L’INFANZIA

I bambini, figli di amici se non addirittura suoi figli, erano spesso i soggetti delle sue tele.

Rappresentava volti infantili ricchi di poesia come il pastello su carta Ritratto di ragazza bruna seduta con le mani incrociate (1879), il dipinto Fernand Halphen bambino (1880) in un serioso ritratto abbigliato da marinaretto, la deliziosa Julie Manet, detto anche Bambina con gatto (1887) e una tenera Maternità. 

LA FORTUNATA RICERCA DELLA DIMENSIONE MODERNA (ZOLA)

Qui si trovano opere dedicate alla società moderna dell’epoca e ai nuovi divertimenti dei parigini; dai balli alle gite in campagna.

Meravigliosa è L’altalena (1876) che, con i suoi tocchi di colore vivaci  e stesi per piccole macchie, rappresenta una delle massime espressioni della pittura impressionistica en plein air.

Altro incantevole ritratto femminile esposto è Alphonsine Fournaise (1879), mentre i celebri Danza in campagna e Danza in città (1883) ritraggono due coppie in momenti spensierati.

A PROPOSITO DELLE RAGAZZE AL PIANO

Il capolavoro Ragazze al piano (1892) è stato il primo dipinto di Renoir a entrare nelle collezioni di un museo francese.

Accanto a esso è esposta un’altra tela: Yvonne e Christine Lerolle al piano (1897-1898 circa) e un soggetto legato alla musica: il famoso ritratto del compositore tedesco Richard Wagner, ritratto a Palermo nel 1882.

BELLO COME UN DIPINTO DI FIORI (RENOIR)

I bouquet di Renoir reppresentano uno dei temi dove l’artista sperimentò maggiormente; Renoir usava giocare con la tavolozza e, con quelle sue pennellate morbide e delicate, sembrava quasi volesse evocare i profumi dei fiori che, a loro volta, rimandavano a sensazioni e ricordi.

IL NUDO

Affermava il pittore:Guardo un nudo e ci vedo miriadi di piccole tinte. Ho bisogno di scoprire quelle che faranno vivere e vibrare la carne sulla tela”.

In mostra, ci sono cinque tele dipinte nell’ultimo periodo della sua vita tra il 1906 e il 1917: Donna nuda distesa (Gabrielle) (1906), Grande nudo, detto anche Nudo sui cuscini (1907), La toilette: donna che si pettina (1907-1908), Nudo di donna visto di schiena, anche detto Riposo dopo il bagno (1909), Odalisca che dorme, anche detto Odalisca con babbucce (1915-1917).

E’ presente anche un’imponente scultura in bronzo, l’unica opera plastica in mostra, L’acqua, anche detto Grande lavandaia accovacciata (1916-1917).

IL TESTAMENTO DELLE BAGNANTI

Le bagnanti (1918-1919) sono da considerarsi il testamento pittorico di Renoir. Le due modelle sdraiate in primo piano e le tre bagnanti sullo sfondo della composizione hanno posato nel grande giardino di ulivi a “Les Collettes”, la tenuta del pittore a Cagnes-sur-Mer nel Sud della Francia.

Il paesaggio mediterraneo riporta alla tradizione classica italiana e greca quando “la Terra era il paradiso degli dei” mentre le figure “devono molto” ai nudi di Tiziano e Rubens.

In mostra sono esposti anche gli strumenti di lavoro dell’artista: tavolozza, scatola di colori e  pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro.