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Williamsburg: the refit project by Green Yachts

SONO SEMPRE IO. LA GIOVANE REALTA’ ITALIANA GREEN YACHTS, PRESENTA IL SUO ULTIMO PROGETTO DI REFIT CHE VUOLE RIDARE NUOVO LUSTRO ALLA “CASA BIANCA GALLEGGIANTE”, THE FLOATING WHITE HOUSE, MANTENENDO INALTERATO IL FASCINO E LO STILE DI UNO YACHT DALLE LINEE SENZA TEMPO.

La storia del Williamsburg, lungo 74.30 metri e largo 11, iniziò nel 1930 quando venne costruito come imbarcazione privata a Bath, nel Maine e chiamato Aras.

Dopo essere stato in forze alla U.S. Navy dal 1941 al 1945, divenne ufficialmente The Floating White House, la nave di rappresentanza di Harry S. Truman, il 33imo Presidente degli Stati Uniti d’America.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Williamsburg venne utilizzato come unità di scorta armata ai convogli nel mare del Nord, facendo base a Reykjavik.

Tra le tante curiosità degne di nota, segnaliamo il trasferimento segreto nel luglio del 1942 di 28 casse colme di lingotti d’oro dal valore complessivo di oltre 1.500.000 di dollari.

Il 34imo Presidente americano, Dwight Eisenhower, si rivelò non un così grande estimatore della barca e, nel 1962, lo yacht Williamsburg venne donato al National Science Foundation per le ricerche oceanografiche adottando il nuovo nome di Anton Bruun.

Dopo 6 anni, venendo gravemente danneggiato, iniziò il suo “declino marittimo”.

Purtroppo oggi, anziché solcare gli oceani timonata dal suo nuovo armatore, giace malmessa, assopita e quasi abbandonata nelle acque Italiane del porto di La Spezia.

Ad oggi, per lo yacht ex Williamsburg, sono stati proposti diversi grandi progetti, tra cui la conversione in una nave da crociera ma, al momento, nessuno di essi è mai andato in porto. Che sia arrivato il momento giusto?

Noi continuiamo a mantenere viva la speranza di poterla presto rivedere tornare al suo splendore originale; quello che la fece diventare una delle barche più desiderate e ammirate e che ebbe l’onore di ospitare a bordo personaggi del calibro di Winston Churchill, George Marshall, Miguel Alemán Valdés e Clement Richard Attlee.

IL PROGETTO DI REFIT DI GREEN YACHTS

Secondo il progetto dell’architetto Mattia Massola, lo scafo slanciato del Williamsburg con le sue linee d’acqua filanti, sarebbe ideale per la propulsione ibrida (2 x 1000 kW Diesel-Hybrid) in grado di garantire buone performance anche con mare formato consentendo una velocità dai 15 ai 18 kn (dai 27.8 ai 33.3 km/h).

Sia la prua verticale sia la poppa slanciata a sbalzo, in linea con l’attuale trend stilistico, verrebbero mantenute e amplificate grazie a modanature e giochi cromatici studiati ad hoc.

Verrebbero così proposti, in contrasto cromatico, lungo i camminamenti del primo e secondo ponte, nuovi tamponamenti laterali, slanciando, ancor di più, il profilo laterale della barca stessa.

Al fine di aumentare l’illuminazione naturale degli ambienti interni, le finestrature, nella proposta di Green Yachts, verrebbero rivisitate realizzando ampie vetrate continue per la timoneria e la cabina armatoriale oltre a prevedere ampi oblò a murata nel ponte inferiore in corrispondenza degli alloggi per gli ospiti.

Sull’upper deck, il layout prevederebbe la cabina dell’armatore con vista frontale, con un’area sundeck a lui riservata (adibita anche a eliporto) e lo studio verso poppa mentre, sul ponte inferiore troverebbero posto, oltre a un ampio salone con un caminetto rivisitato in chiave moderna, sia le cabine per gli ospiti sia quelle per l’equipaggio.

Tutti i ponti esterni sarebbero liberi e adibiti a sundeck per gli ospiti.

due tender, scialuppe dislocanti veloci in carbon-look, verrebbero previsti sui fianchi esterni, mentre il tender rib verrebbe alloggiato a prua.

L’elemento caratterizzante di quest’imbarcazione senza tempo, il fumaiolo centrale, verrebbe mantenuto impiegandolo anche per canalizzare le principali ventilazioni ed estrazioni mantenendo le murate e i fianchi privi di griglie.

Apprezziamo molto l’idea di questa realtà italiana, particolarmente attenta ai temi ambientali, di voler ridare nuova vita a un’imbarcazione che ha fatto la storia e che meriterebbe di solcare di nuovo i mari di tutto il mondo.

Sicuramente, questo progetto di refit potrebbe rivelarsi utile anche per quegli armatori che vorrebbero concretizzare il loro sogno di possedere una barca tecnologicamente all’avanguardia ma dal sapore d’antan, quello che evoca ricordi e, perché no, avventure vissute per mare,