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Cyclops II: l’auto non-auto

Disegnata da Stan Mott e Robert Cumberford, costruita dall’italiano Piero Martini presso la Automobili Cyclops SpA utilizzando cartelli inutilizzati della Cinzano (oggi ne sopravvivono un paio di esemplari), la Cyclops nacque nel 1957 con l’ambizioso progetto di essere venduta in tutto il mondo, e di farne un grande successo di vendita in America.

Motorizzata con un motore a 1 cilindro a V (niente trasmissione, differenziale, frizione: il motorino era montato posteriormente in posizione verticale e connesso direttamente all’asse di moto). Le sospensioni erano alquanto semplici: il corpo vettura poggiava su due fogli ellittici metallici collegati con gli assi. Aveva una carrozzeria con frontale e coda uguali. Davanti era applicato un grande faro Lucas P-100. essa rappresentò il concetto più minimalista di un’automobile mai pensato fino ad allora (ma non si hanno eguali riferimenti al giorno d’oggi) fino al punto di essere un veicolo di una scomodità indicibile.

Con quattro ruote, ma ben lungi dall’essere considerabile un’auto (forse il veicolo ideale per chi non ha mai guidato una macchina), ebbe tutto lo spirito pionieristico dell’automobile creata con pochi attrezzi disponibili subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, superando, per l’originalità dell’idea, la creatività di marchi come Fiat, Renault, Isetta, che mai avrebbero potuto creare un simile oggetto.

Ci furono l’Alca Volpe, poi la Peel B50, oggi ci sono l’Estrima Birò o il nuovo V.O.L.P.E.: ma, probabilmente, stanno tutte dietro la Cyclops!

Amelia Island 2012

L’esemplare che si è visto all’ultimo Amelia Island Concours dello scorso marzo, è stato costruito da Glen e Matt Thomas nel 2010 utilizzando come unico riferimento una fotografia e i dati di un vecchio articolo della rivista Road & Track per ricavarsi le dimensioni esatte. Per la meccanica è stato utilizzato il telaio, il motore e lo sterzo di un go-kart. Il resto è saltato fuori utilizzando semplici attrezzi da officina più che amatoriale.