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Fiat, un flop totale per il modello: peggiore vettura mai prodotta | Che brutta stangata

Fiat, la brutta stangata
Fiat, la brutta stangata

Per Fiat si tratta di un flop davvero pesante, definita la peggior vettura mai prodotta dalla casa torinese. Un disastro che pesa molto.

Quando si parla di automobilismo si parla anche di economia, specialmente se osserviamo il lato produttivo e di vendite del settore. Le case automobilistiche mettono non poco in gioco quando annunciano un nuovo modello. Quest’ultimo è stato pensato, disegnato e realizzato in tutte le sue componenti coinvolgendo moltissime persone e tanti, tanti soldi.

Dunque quando un modello va male nelle vendite, per la casa automobilistica in questione non è solo problema di pubblicità e orgoglio, ma anche, e soprattutto, un problema economico. Ci sono alcune aziende che possono permetterselo e riescono ad attutire il colpo, come ad esempio è accaduto a Fiat.

La casa automobilistica più famosa e popolare d’Italia ha subito una vera stangata quando questo suo modello, di cui andremo a parlare a breve, ha ricevuto un’accoglienza disastrosa da parte sia del pubblico che della “critica”. Le vendite sono state al minimo storico e si è parlato subito di interruzione della produzione.

Casi del genere sono presenti nella storia dell’automobilismo ma non così tanto nella Fiat, che sebbene abbia prodotto molti modelli nel tempo, ha quasi sempre riuscito a centrare l’obiettivo ed incontrare il gusto e la necessità dei suoi clienti sparsi per il mondo. Infatti è proprio da “in giro per il mondo” che nasce la storia del modello considerato il più fallimentare di Fiat.

Il flop di Fiat

Fiat è un’azienda italiana, ma produce a livello internazionale. I mercati lontani dal nostro, come quello asiatico o sudamericano, spesso ricevono dei modelli pensati appositamente per i loro gusti e le loro esigenze, ed a volte questi modelli rimangono un’esclusiva estera e non sbarcano mai in Italia ed in Europa.

Altre volte, invece, Fiat pensa che sia una buona idea introdurre un’auto pensata per il mercato straniero in Europa; è quello che è successo con questo modello, anche se in molti avrebbero preferito non vederlo mai arrivare da noi. Parliamo di un nome che, nel bene o nel male, fa parte della storia della casa torinese: Fiat Duna.

Fiat Duna

Il caso Fiat Duna

Negli anni Ottanta, Fiat pensò di creare un’auto parente della celebre Fiat Uno appositamente per il mercato sudamericano, dove l’azienda era già presente dal 1976. Nasce così Fiat Duna – chiamata Fiat Premio in Brasile, Colombia, Venezuela ed Ecuador -, che vanta una confortevole spaziosità, una robustezza adatta alla circolazione nel Nuovo Mondo e una importante aerodinamica.

Nel 1987 Fiat decise di importare Duna (anche nella versione familiare, chiamata Duna Weekend) in tre versioni di cilindrata: 1116 con 58 CV, 1301 con 67 CV (entrambe benzina) e 1697 con 60 CV (diesel). L’avventura europea di Duna durò appena quattro anni, dato che nel 1991, a fronte delle vendite insoddisfacenti, venne ritirata dai listini. Fiat riuscì a resistere al colpo, e la stessa Duna continuò ad andare benissimo in Sud America fino all’anno 2000, quando fu mandata in pensione anche lì.