Fucina Editore: presentato presso la sede-museo dell’Alfa Blue Team il libro L’Altra Alfa

L’ALFA ROMEO OLTRE L’ALFA ROMEO. SCONOSCIUTA AI PIU’ CI FU UN’ALFA ROMEO DIVERSA DALLE 8C, DALLE 1900, DALLE 6C 2500, DALLE 33 STRADALE. IN UN PERIODO LONTANO, RECENTEMENTE DEFINITO DA SERGIO MARCHIONNE COME “OPACO” (IL PERIODO DELLA PROPRIETA’ DELL’I.R.I., DAL 1935 AL 1986), IN ALFA SI SONO PRODOTTI MOTORI AERONAUTICI, MOTORI NAUTICI, VEICOLI INDUSTRIALI, CUCINE ECONOMICHE, SERRAMENTI… FURONO QUESTI BUSINESS LA VERA LINFA CHE PERMISE ALL’AZIENDA DI PRODURRE AUTOMOBILI. “L’ALTRA ALFA”, IL PRIMO DI UNA TRILOGIA EDITA DA FUCINA EDITORE, RACCONTA QUESTO AFFASCINANTE E POCO NOTO SISTEMA PLANETARIO DELL’UNIVERSO DEL BISCIONE.

E’ stato presentato presso la sede-museo dell’Alfa Blue Team il primo di una trilogia di volumi di grande respiro intitolati L’Altra Alfa. L’opera, scritta da Stefano Salvetti ed edita da Fucina Editore di Milano, è un viaggio nell’attività “extra-automobilistica” dell’Alfa Romeo.

Il marchio del Biscione, infatti, non fu solo produttore di automobili. Anzi! La produzione automobilistica dell’Alfa Romeo non rappresentò, se non a partire da un’epoca piuttosto recente, il core business aziendale. Fin dall’inizio dell’attività, infatti, l’Alfa Romeo si dedicò alla produzione in altri settori, essi stessi cruciali per la sopravvivenza dell’azienda.

L’impegno in settori come la nautica, l’aeronautica, la produzione di veicoli industriali e, apparentemente impensabile, di cucine economiche divenne un’esigenza che permise la creazione dei miti automobilistici che oggi adoriamo: le 6C e 8C di Campari e Nuvolari degli Anni 30, le 6C 2500 SS, le 1900…

IN PRINCIPIO (1910) FU UN AEREO

Il primo veicolo Alfa Romeo non fu un’automobile. Nel settembre 1910, infatti, l’azienda del Portello costruì un prototipo di aeromobile e solo qualche mese dopo iniziò la consegna ai clienti del primo modello, la 24 Hp.

Dai verbali del 1930, per altro, risulta chiaramente che la produzione di motori aeronautici costituiva l’attività più importante dell’azienda. Sono di questo periodo, del resto, alcune forniture a modelli entrati nella storia dell’aviazione: il Savoia-Marchetti S.79, il monumentale Messerschmitt ME 323 (capace di trasportare 2 carri armati), il Savoia Marchetti S.M.90, il Macchi M.C.202.

L’Alfa, nella progettazione, raggiunse esiti impensabili. Vale l’esempio della costruzione di un prototipo di un motore 28 cilindri da 50.000 cc, chiamato 1101, progettato da Wifredo Ricart e capace di oltre 1.000 cavalli.

L’avventura aeronautica dell’Alfa si concluse nel 1952.

LA PRIMA CATENA DI MONTAGGIO ALFA: PER I CAMION!

L’ulteriore primato della produzione non automobilistica dell’Alfa Romeo sta nell’importante ruolo ricoperto dai veicoli industrali. Al punto che l’Alfa inaugurò il sistema di produzione con catena di montaggio proprio per la produzione di camion.

Dopo un’iniziale attività svolta in partnership con altri marchi, specialmente tedeschi, l’Alfa Romeo produsse l’800 (1940) il primo camion 100% Alfa Romeo, seguito dal suo fratello minore, il 430.

L’800, seppur classificabile, nel senso comune, come un semplice camion, nascondeva una tecnologia che, a distanza di oltre 70 anni, dimostra quanto poco il settore dell’automobile sia oggi innovativo: motore a 6 cilindri in lega leggera, 4 valvole per cilindro, iniezione diretta, avantreno a ruote indipendenti.

La produzione di veicoli pesanti continuò fino al 1957, anno di produzione dell’Alfa Romeo 1000. Fu un modello di scarso successo, dovuto alla non eccellente affidabilità e al sempre maggiore impegno del marchio nel settore automobilistico: la produzione della 1900 era nel pieno, la Giulietta era stata lanciata da poco.

Parallelamente l’Alfa Romeo era attivamente impegnata anche nella produzione di autobus, sia di linea per il centro città, sia turistici per le lunghe distanze, affidati molte volte a carrozzieri esterni, soprattutto lombardi.

NAUTICA: QUANDO L’ALFETTA 158 CORREVA SULL’ACQUA

La produzione di motori nautici Alfa Romeo rappresentò un altro importante business. Questi andarono a equipaggiare grandi natanti per il trasporto pubblico o imbarcazioni da record. Su queste ultime, la prassi era piuttosto originale: il brand forniva i motori in comodato d’uso e, concluso il loro utilizzo (per gare o tentativi di record) dovevano essere restituiti all’azienda.

Sviluppate anche presso i reparti dell’Alfa Corse, le barche da corsa con motore Alfa utilizzavano i propulsori delle vetture stradali. Achille Castoldi, uno dei più famosi esponenti della nautica da competizione, divenne famoso per testare, a oltre 100 orari, le sue imbarcazioni motorizzate Alfa Romeo lungo il Naviglio Grande tra Milano e Abbiategrasso. Le sue creature (Laura I°, Laura II°, Laura III°) montavano i 12 cilindri della 12C da corsa o l’8 cilindri in linea con compressore della Alfetta 158 (sulla Laura III°, 2 propulsori di questo tipo andavano a produrre, complessivamente, 800 Cv e una velocità massima di 300 orari).

SPAGHETTI ALLA PORTELLO, BRACIUOLA GIULIETTA

Un ultimo interessante settore di attività dell’Alfa Romeo fu, per un certo periodo, la produzione di cucine. Negli anni immediatamente successivi al disastro della seconda Guerra Mondiale, l’Alfa Romeo si trovò nella condizione di dover individuare produzioni alternative per rimanere a galla.

Venne l’idea di una cucina economica ma, addirittura, di un allestimento completo di una cucina con tutti gli elettrodomestici. Della esigua produzione realizzata non è rimasto pressoché nulla. Anzi: fonti attendibili indicano che le due uniche cucine economiche Alfa Romeo esistenti al mondo si trovino, una, al Museo Alfa Romeo di Arese e, l’altra, presso l’Alfa Blue Team.

Ulteriori esplorazioni furono fatte dal marchio nel settore dei profilati e nei serramenti.