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Journey of Discovery: Il deserto in Kazakistan e Uzbekistan

Risalendo dal Mar Nero dopo una suggestiva visita alla Base di Balaklava dei sottomarini atomici, i quattro Land Rover Discovery della missione Journey of Discovery sono giunti a Mosca. Da qui sono ripartiti per le immense lande desolate di Kazakistan e Uzbekistan.

Abbandonata la civiltà, i quattro fuoristrada carichi di ogni necessità per affrontare il viaggio, si sono dirette a sud lungo le incerte piste desertiche del centro dell’Eur-Asia, verso il confine kazako.

Su questi terreni il settaggio della trasmissione del Discovery è sempre rigorosamente in modalità “full off road”: massima altezza da terra, Terrain Response su Mud e Ruts (Fango e Solchi) per affrontare qualsiasi tipo di difficoltà.

Lul versante del Kazakistan, le formalità doganali vengono espletate rapidamente ma l’ingresso in Uzbekistan non è ancora dei più facili. Trascorse 7 lunghe ore di controlli ai Discovery il gruppo riparte con un buio pesto e visibilità zero, nel pieno di una tormenta di neve.

Dopo una sosta in una casa dispersa nel niente, quanto di più desolato si può immaginare nell’oscurità più selvaggia (ma accolta da una grandiosa ospitalità), l’indomani la carovana riprende in mezzo a neve, solchi e paludi.

In serata l’arrivo al Lago d’Aral (o quel che ne resta): un tempo era il quarto bacino idrico più grande del mondo, oggi, con la marea è arretrata di quaranta chilometri, si è ridotto del 90%. Il paesaggio è triste e immerso nell’abbandono ma il tramonto è incantevole.