Home » L’antifurto che ammazza i ladri sul colpo: un’arma pericolosissima | Follia dilagante

L’antifurto che ammazza i ladri sul colpo: un’arma pericolosissima | Follia dilagante

Antifurto capace di uccidere i ladri
Antifurto capace di uccidere i ladri

La trovata più estrema in fatto di antifurto viene dal Sud Africa e prevede un lanciafiamme per “spaventare” i malviventi.

La sicurezza delle auto è un tema che non si spegne mai. Le nuove tecnologie ideate dalle case automobilistiche trovano sempre nuove risposte da parte dei ladri d’auto che, in un modo o nell’altro, cercando di aggirare gli avanzati sistemi di antifurto e mettere le mani sui loro bersagli. Questo tira e molla non ha fine e ha scatenato a volte delle forti lamentele da parte di coloro che non si sono sentiti tutelati dalle aziende stesse.

Queste ne hanno inventate molte per tenere al sicuro le nostre vetture. Ovviamente, anche gli automobilisti devono rimanere allerta e cercare di esporsi il meno possibile a truffe e furti che, a volte, non hanno niente a che fare con la tecnologia. Ma in pochissimi, anche fra coloro che hanno subito furti di questo tipo, penserebbero mai ad un antifurto come quello che fu concepito in Sud Africa a fine anni Novanta.

L’idea arriva in un periodo di intensa criminalità nello Stato africano che in quegli anni era il numero 1 al mondo per omicidi, aggressioni e furti d’auto. Questo progetto puntava a fornire una difesa estrema – ed assoluta – contro aggressioni o tentativi di furto.

La paternità di questo progetto la si deve a tale Charl Fourie, che sfruttò dei cavilli della legge del Sud Africa riguardo armi e legittima difesa per proporre l’installazione di un lanciafiamme sulle auto BMW; si, avete letto bene.

Un lanciafiamme come antifurto estremo

Il dispositivo ideato da Charl Fourie si chiamava Blaster e consisteva in combustibile liquido montato ai lati della carrozzeria ed in grado di generare una violenta fiammata laterale dal raggio di 2 metri. Il Blaster sarebbe stato attivabile dall’automobilista vittima di un tentativo di furto o aggressione e sarebbe servito non ad uccidere i malintenzionati, bensì a “spaventarli” e farli desistere dal loro obiettivo.

Incredibilmente il Blaster venne approvato e divenne una realtà in Sud Africa. Questo fu possibile per via di due leggi: la prima riguardava i lanciafiamme, il quale uso non era considerato illegale; il secondo riguardava l’omicidio per legittima difesa, anche questo consentito.

Il fallimento del Blaster

Il Blaster, anche chiamato “Lanciafiamme BMW”, non ebbe un grande successo commerciale per via del suo costo elevato. Dopo tre anni di produzione, nel 2001, Fourie rimosse il Blaster dal mercato e si concentrò su un altro progetto – un piccolo lanciafiamme portatile per la legittima difesa.

L’idea che per difenderci dai malintenzionati dovremmo ricorrere a dispositivi capaci addirittura di uccidere qualcuno è fuori di testa, e fortunatamente qualcosa del genere sarebbe irrealizzabile in Europa ed in gran parte del mondo. Oltre alle implicazioni morali del Blaster ci sarebbero da considerare anche eventuali guasti che metterebbero in pericolo l’automobilista stesso, oppure l’utilizzo criminale del Blaster stesso, trasformandolo da uno strumento di lotta al crimine ad un’arma in mano ai criminali.