Multa da 6 milioni di euro, colpa dei pezzi di ricambio e non solo: purtroppo è appena successo | Attivato il ricorso immediato
Un salasso stratosferico è piombato sul capo di qualcuno per colpa dei pezzi di ricambio, ben 6 milioni di euro. Una batosta fatale.
Una cifra da panico è stata riportata in una multa recente che ha sconvolto chiunque: una sanzione di ben 6 milioni di euro a causa dei pezzi di ricambio ma non solo. Uno dei peggiori incubi di ogni guidatore è quello di ricevere una multa, ma in questo caso è davvero un inferno concreto. Una vagonata di soldi da pagare per alcuni errori che si potevano ampiamente evitare.
Il mondo dei motori è molto preciso e per questo anche pieno di insidie perché non puoi permetterti il lusso di fare nemmeno un piccolo sbaglio. Sappiamo bene come anche un minimo errore può causare un disastro irreparabile, quindi la severità delle punizioni è più che logica. Tuttavia, una multa da 6 milioni di euro è una vera e proprio batosta fatale.
Questa sanzione riguarderebbe delle parti di ricambio mancanti, l’assistenza post-vendita piena zeppa di problemi ma soprattutto un messaggio mal fornito. Da questi piccoli indizi si può intuire che il soggetto multato non è un singolo guidatore, ma un’intera azienda automobilistica che ha commesso svariati errori.
Di recente, una nota casa produttrice di automobili si è vista piombare addosso una sanzione pari a 6 milioni di euro a causa di alcuni sbagli che non doveva assolutamente commettere. I pezzi di ricambio per le auto da lei prodotte non sarebbero stati pervenuti da nessun utente e l’assistenza dopo aver comprato uno dei loro mezzi sarebbe ampiamente scarsa, ma c’è dell’altro.
Lo sbaglio fatale
L’Antitrust ha fatto piombare addosso a tale azienda una multa di ben 6 milioni di euro non solo per le motivazioni sopracitate, ma anche a causa di una falsa pubblicità. Come sappiamo, ogni casa produttrice è fiera del suo lavoro e della sua territorialità e in ogni sua opera c’è sempre la firma che ne riporta le radici.
Tuttavia, questa azienda in particolare ha commesso un errore fatale, ovvero quello di fornire messaggi commerciali ingannevoli. In altre parole, questa precisa casa produttrice ha fatto credere che uno dei suoi modelli di auto era stato costruito in un paese, mentre invece era stato fatto dall’altra parte del mondo. Stiamo parlando della DR e del fatto che avrebbe ‘spacciato’ la produzione delle sue vetture del 2021 come un Made in Italy mentre invece venivano costruite in Cina.
DR, conseguenze care e amare
La DR è l’azienda fondata da Massimo Di Risio a Macchia D’Isernia nel 2006 e da tempo ha stretto accordi con case produttrici cinesi per ampliare le sue rete di conoscenze e produttività. L’Antitrust ha multato la casa produttrice con una sanzione di 6 milioni di euro perché DR avrebbe fatto credere che la produzione di auto del 2021 si è svolta in Italia, mentre in realtà si svolgeva in Cina.
Oltre a questo, ci sarebbero anche i dilemmi sull’assistenza e sui pezzi di ricambio che hanno fatto ingigantire la multa dell’Antitrust. L’azienda di Massimo Di Risio non è stata per nulla d’accordo con le accuse ricevute e ha fatto ricorso al TAR del Lazio contro la gigantesca sanzione dell’Antitrust. Una situazione a dir poco spiacevole che deve ancora vedere un epilogo ma DR non si è lasciata abbattere e durante l’ultimo salone dell’auto di Torino a mostrato nuovi modelli come, ad esempio, l’EVO 6, l’EVO 8 e l’EVO Spazio.