Assicurazioni da record, nuovo aumento con la fine di settembre: si parla di oltre il 7% in più | Scoppia la polemica
L’aumento delle polizze assicurative del 7% entro fine settembre scatena proteste da parte di consumatori e associazioni.
A fine settembre, il settore delle assicurazioni italiane potrebbe verificarsi un nuovo aumento dei premi, che ha scatenato non poche polemiche tra consumatori e associazioni di categoria. Secondo gli ultimi dati, le tariffe assicurative crescerebbero di oltre il 7% rispetto allo scorso trimestre, segnando un record che ha fatto alzare la voce a cittadini e operatori economici.
Il rincaro delle polizze, soprattutto quelle riguardanti l’assicurazione auto, è stato attribuito a una serie di fattori. Il rincaro del 7% ha fatto scattare l’indignazione di molte associazioni dei consumatori, che hanno subito espresso la loro preoccupazione.
Queste organizzazioni ritengono che l’aumento delle polizze sia sproporzionato rispetto alla crescita del costo della vita e dei redditi dei cittadini. I consumatori temono che questo ulteriore rincaro possa spingere molti a non rinnovare le polizze, aumentando così il numero di veicoli senza assicurazione in circolazione.
Il fenomeno delle auto non assicurate è già un problema significativo in Italia, con circa 2,6 milioni di veicoli circolanti non coperti da polizza assicurativa. L’ondata di critiche ha raggiunto anche le aule della politica.
Aumento delle polizze RC auto in Italia a luglio 2024: preoccupazioni, disparità e richieste di intervento
A luglio 2024, il costo medio delle polizze RC auto in Italia ha registrato un significativo aumento del 7,4% rispetto all’anno precedente. Questo incremento, che ha colpito indistintamente tutto il territorio nazionale, sta sollevando preoccupazioni tra automobilisti e associazioni dei consumatori, specialmente per l’assenza di giustificazioni concrete che ne spiegano la causa. Secondo i dati più recenti, le tariffe delle assicurazioni auto sono in costante aumento da mesi, con un incremento medio del 7,4% rilevato a luglio 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo fenomeno riguarda tutta la penisola, indipendentemente dalla posizione geografica, colpendo indistintamente città e province. L’impatto si è rivelato particolarmente pesante nelle grandi città, dove già in precedenza le polizze erano più care rispetto alla media nazionale.
L’aumento dei premi assicurativi, tuttavia, non si distribuisce in maniera uniforme su tutto il territorio. Alcune regioni e città stanno registrando rincari superiori alla media nazionale. Roma, ad esempio, ha visto crescere i costi in maniera marcata, facendo registrare uno degli aumenti più alti del Paese. Altre zone del Sud Italia, tradizionalmente già gravate da premi più elevati, continuano a pagare le conseguenze di queste disparità territoriali. Le associazioni dei consumatori, tra cui l’Unione Nazionale Consumatori, hanno fortemente contestato questi rincari, sottolineando come non siano giustificati da un aumento corrispondente dell’incidentalità stradale o da difficoltà economiche delle compagnie assicurative. Inoltre, i bilanci delle principali compagnie, come riportato dall’IVASS mostrano una situazione finanziaria solida, lasciando quindi pochi dubbi sulla reale necessità di questi rincari.
Richiesta di intervento dell’Antitrust
Di fronte a questi aumenti ingiustificati, l’Unione Nazionale Consumatori ha chiesto all’Antitrust di aprire un’indagine per verificare la possibile esistenza di pratiche anticoncorrenziali tra le compagnie assicurative. L’ipotesi avanzata è che possano esserci intese restrittive o altri comportamenti scorretti che abbiano influito sui prezzi, limitando la concorrenza e danneggiando così i consumatori. Il peso di questo aumento delle polizze auto si sta facendo sentire pesantemente sul portafoglio degli automobilisti italiani che continua durante tutto il mese di settembre. Le stime parlano di un costo aggiuntivo complessivo di oltre 2 miliardi di euro nei prossimi due anni, aggravando ulteriormente il bilancio delle famiglie italiane già provate dall’aumento del costo della vita.
Tra le possibili cause avanzate dalle compagnie assicurative per giustificare l’aumento delle tariffe viene citata l’inflazione. Tuttavia, le associazioni dei consumatori ritengono che l’impatto dell’inflazione, pur essendo un fattore rilevante, non sia sufficiente per spiegare rincari così marcati. Un altro motivo addotto è il costo dei sinistri, che includerebbe anche una maggiore complessità e onerosità nella gestione dei reclami e dei risarcimenti. Tuttavia, mancano dati specifici che confermino questa tesi, lasciando ancora molte domande aperte. Infine, uno sguardo ai profitti delle compagnie assicurative offre ulteriori spunti di riflessione. I dati diffusi dall’IVASS indicano che il settore assicurativo italiano gode di una buona salute finanziaria, con margini di profitto in crescita. Questo ha alimentato i sospetti di pratiche commerciali non trasparenti, sollevando dubbi sull’opportunità di aumentare i premi in un momento in cui le compagnie registrano solidi risultati economici.