Auto elettrica: la tassa è micidiale e i soldi li mettono i cittadini | Bastonata pesante
L’industria delle auto è una di quelle al centro del dibattito ecologico, ma ogni scelta potrebbe influire sulle tasche dei cittadini.
Conversione elettrica? Ben venga, ma stiamo allerta sulle conseguenze. Gli ultimi anni hanno posto l’accento sul bisogno della società industrializzata di contenere fattori dannosi per l’ecologia come l’inquinamento, i rifiuti o gli sprechi, ed essendo l’industria dei trasporti ad alto impatto ambientale era inevitabile che finisse nel mirino delle misure di contenimento green. Sempre di più si è sentito parlare di auto elettriche, alternativa più sostenibile ai motori termici sulle quali però sorgono molti dubbi.
Uno di questi è una questione economica – come è giusto che sia: la filiera legata a benzina e diesel è anche sinonimo di entrate nelle casse dei rispettivi Stati, fra cui quello italiano, tramite una serie di tassazioni. Se le auto termiche scomparissero dalle strade queste entrate verrebbero meno, e da cosa verrebbero sostituite? La domanda se la stanno ponendo sia i legislatori, ovvero gli Stati, sia coloro che queste tasse le pagano, i cittadini. Dal Regno Unito è giunta una proposta – embrionale – che ha spaventato non poche persone.
Per chi le usa arriva il conto salato
Nel Regno Unito è stata avanzata la proposta di inserire una nuova tassa per compensare le perdite derivate dall’assenza delle vetture termiche, una tassa pensata appositamente per i motori elettrici e che prevede di tassare i chilometri percorsi dalle auto. Questo potrebbe significare sia una tassa proporzionale, ovvero un costo prefissato per una distanza prefissata, oppure una tassa progressiva, divisa dunque in delle fasce di chilometraggio.
La proposta può sembrare spaventosa. Anzitutto perché si tratterebbe di una nuova tassa, che però andrebbe a sostituire e non ad aggiungersi a quelle sui carburanti tradizionali (probabilmente in base al tipo di mezzo posseduto – ricordiamo che si tratta solo di una proposta). In generale poi la situazione risulta destabilizzante perché si tratta di un mondo che riguarda tutti e che sta per cambiare drasticamente, andando a togliere tante certezze per rimpiazzarle con i dubbi che contraddistinguono la conversione elettrica: dallo smaltimento delle batterie al peso dei veicoli, dalla durata delle batterie alla disponibilità di ricarica su tutto il suo nazionale, le auto elettriche ancora non hanno conquistato la fiducia di tutti gli automobilisti italiani.
Tassazione: altre soluzioni
Alla luce di questa situazione sono in molti a richiedere a gran voce una rivisitazione completa dei sistemi di tassazione riguardo le auto elettriche, ovvero l’introduzione di un sistema di imposte specificatamente pensate per l’argomento. C’è tempo, ma non troppo: i motori a combustione ci saluteranno nel giro di un decennio circa (dal 2035 per l’esattezza) e la legge dovrà anticipare il fenomeno invece che inseguirlo. Se lo Stato italiano deciderà di mettere semplicemente una pezza sull’attuale tassazione invece che ripensarla da zero, questo potrebbe significare guai per le tasche dei cittadini.