IWC: la storia del Da Vinci
NATO NEL 1969, DA SEMPRE IL DA VINCI È TERRITORIO DI SPERIMENTAZIONE TECNICA E INNOVAZIONE. SIN DALLE SUE ORIGINI QUESTO IMPORTANTE E CLASSICO MODELLO DELLA COLLEZIONE IWC HA INTRODOTTO UNA SERIE DI CARATTERISTICHE TECNICHE LEGATE AL MOMENTO SPECIFICO. LA BOUTIQUE DI VIA MONTENAPOLEONE A MILANO HA OSPITATO UNA SELEZIONE DI MODELLI STORICI DELLA COLLEZIONE DA VINCI.
Fine degli Anni 60. sul mercato mondiale prorompe Seiko, che con i suoi nuovi movimenti al quarzo crea una vera rivoluzione nel settore. di fronte all’imminente arrivo di un nuovo tipo di orologeria elettronica che avrebbe potuto cambiare le logiche di produzione anche dell’orologeria svizzera, i principali brand si riuniscono nell’Eletronic Watch Centre (CEH) e rispondono con il calibro Beta 21 (il numero è espressione del consorzio di aziende che partecipano al progetto), primo movimento elettronico totalmente di produzione svizzera, nato nel 1969.
IWC, implicato direttamente nella progettazione, lo utilizza per animare il Da Vinci, Ref. 3501, presentato a Basilea nello stesso anno. Dotato di uno stile estremamente moderno, si caratterizza per la cassa esagonale. Per tutti gli anni 70 la linea si evolve, aumentando di dimensioni e utilizzando differenti materiali per andare ad articolare una collezione sempre più ampia. Fino alla metà degli Anni 80.
DOPPIA RIVOLUZIONE
Nel 1985 la manifattura di Schaffausen raggiunge la massima espressione di orologeria tecnica e successo commerciale. Il responsabile tecnico Kurt Klaus presenta a Basilea il calendario perpetuo Da Vinci. La Ref. 3750 propone due straordinarie novità per il Da Vinci.
Innanzitutto un nuovo design di cassa “a tutto tondo” caratterizzato dalla presenza di elementi circolari e sferici cari allo stesso Leonardo. Si narra infatti che il genio fiorentino avesse una vera e propria mania per tutto ciò che avesse questa forma ed effettuasse estenuanti studi sulla produzione di elementi sferici con l’utilizzo di formule matematiche e loro codifica secondo un canone di bellezza. Questi elementi sferici sono raccolti in una cassa di forma tonda con doppia lunetta – piuttosto sporgente – e una serie di linearità dei contatori all’interno del quadrante che riproducono i disegni cari a Da Vinci. Le testimonianze raccontano che che l’ispirazione arrivò da una serie di disegni eseguiti da Leonardo per la fortezza del porto di Piombino.
In secondo luogo IWC torna prepotentemente sulla scena con un modello meccanico dotato di un movimento complesso. L’orologio è rivoluzionario nella misura in cui parte da una base tecnica semplice – il cronografo – ma vi aggiunge una complicazione molto speciale, il calendario perpetuo, presentato in modo assolutamente innovativo: indicazione delle fasi lunari e dell’anno digitale di grande semplicità. Klaus è capace di concepire un modulo che ha, come punto di forza, l’estrema facilità di settaggio del calendario: non ci sono correttori sulla cassa ma tutto è concentrato sulla corona.
500 ANNI
In uno scenario, quindi, in cui l’orologeria svizzera sta cercando di uscire dalla grande crisi del quarzo (orologeria iper-precisa e iper-economica), IWC si propone al mercato con il meglio del proprio know-how: un complicato. Lo slogan del Da Vinci è possente: “un orologio che non necessita di correzioni per i prossimi 500 anni”. Il calendario, che ha l’indicazione dell’anno con quattro cifre digitali, dal punto di vista meccanico si articola in un disco per l’unità dell’anno, un disco per la decina, un frammento di arco per il secolo – 19, 20, 21, 22. Nella scatola è inoltre presente una piccola ampollina, sigillata con cera lecca e contenente un frammento di arco numerato con 22, 23 e 24. Il fortunato possessore sa che questo organo meccanico può indicare la data fino all’anno 2499. Egli ha un solo compito: nel secolo 2200, avrebbe dovuto portare l’orologio presso l’atelier IWC per sostituire il frammento.
In quegli anni di dominio del quarzo, ciò costituisce una affermazione molto importante circa il valore qualitativo dell’orologeria svizzera. Ed è vincente: nel 1985 vengono venduti più calendari perpetui di IWC rispetto all’intera produzione di tutta l’orologeria svizzera.
NUOVI MODELLI
La famiglia Da Vinci conosce presto un allargamento: versione SL (“Super Licht”) più piccola, elegante ed essenziale; il Da Vinci Klein (1988) modello per signora che sfida il gusto dell’epoca: è infatti un cronografo con fasi di luna, elementi non propriamente presenti nell’orologeria femminile. La storia prosegue con l’inserimento di alcune complicazioni e serie limitate: ad esempio il tourbillon. Alla fine degli Anni 90, seguendo il trend in atto all’epoca, il Da Vinci aumenta di dimensioni portandosi da 39 a 41,5 mm di diametro di cassa. Nel 2007 si assiste, infine, al ritorno nella cassa di forma – cassa tonneau – piuttosto complessa nella realizzazione e declinata in varie versioni (calendario perpetuo, cronografo, versione femminile mid-size con grande datario).
L’OROLOGIO PER SIGNORA
I modelli Da Vinci sono essi stessi espressione di un’altra importante caratteristica di tutta la produzione IWC. L’attenzione della maison per il polso femminile è una caratteristica della propria storia che ha radici lontane, fino ai primi Anni di attività nella seconda parte dell’800. Nel 1875, sette anni dopo la fondazione di IWC, la Casa fu pioniera nella realizzazione di orologi da donna. IWC andava a invadere un settore pressoché totalmente maschile. Le signore avevano bisogno di segnatempo piccoli, facili da consultare e, soprattutto, facili da “trovare”. Nascono i primi pendenti con orologio, le prime spille e primi bracciali con orologio e – pare – ciò fu da stimolo allo sviluppo dell’orologio da polso. Era un oggetto elegante, da sera, da esporre. Il successo degli orologi femminili per signora di IWC portò, negli Anni 20 del ‘900 a dedicarvi 1/4 della produzione complessiva, risultato assolutamente di rilievo. Negli anni 40 questo dato aumenta ancora fino a 1/3. Questo valore si integra perfettamente con la produzione attuale, specialmente nel caso della linea del modello Da Vinci.