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Moto, la più pericolosa è tra le più vendute: un’ecatombe di incidenti | Non comprarla o vendila

La moto più pericolosa
La moto più pericolosa

La moto è una passione di molti, ma bisogna anche sapere quale comprare, soprattutto tenendo in considerazione la sicurezza. Gli studi hanno dato questo riscontro.

Le moto, con la loro sensazione di libertà e velocità, continuano a catturare milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, dietro l’adrenalina e il vento che sfiora il viso, c’è una realtà inconfutabile: le moto sono veicoli che comportano rischi significativi. Gli incidenti in moto sono purtroppo all’ordine del giorno, e la pericolosità del mezzo non può essere trascurata.

Innanzitutto, bisogna affrontare la cruda realtà delle statistiche sugli incidenti in moto. Secondo dati recenti, gli incidenti con moto coinvolgono un rischio maggiore di lesioni gravi o addirittura mortali rispetto agli incidenti automobilistici. Le ragioni di ciò sono molteplici, e vanno dalla mancanza di protezioni intrinseche offerte da un veicolo a quattro ruote, alla maggiore vulnerabilità del conducente esposto agli impatti.

Uno degli aspetti critici da considerare è la percezione di invulnerabilità che spesso accompagna i motociclisti. L’esperienza di guida su una moto può creare una sensazione di connessione diretta con la strada, ma è fondamentale ricordare che questa connessione può diventare un rischio quando si tralasciano le precauzioni di sicurezza. Indossare l’abbigliamento protettivo, come caschi, giacche e guanti, è essenziale per ridurre al minimo il rischio di lesioni in caso di incidente.

Inoltre, la scelta della moto gioca un ruolo fondamentale nella sicurezza del conducente. Le moto sportive ad alte prestazioni, sebbene affascinanti per la loro velocità, possono essere più difficili da controllare e comportare un rischio maggiore per i principianti. In particolare, una tra le più vendute risulta essere anche la più pericolosa.

Kawasaki 500 Mach III: velocità e pericoli

La Kawasaki 500 Mach III, prodotta dalla casa giapponese tra il 1969 e il 1977, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia delle moto grazie alla sua potenza straordinaria e alla sua velocità mozzafiato. Tuttavia, dietro le luci della ribalta, si nasconde una realtà che ha reso questa moto non solo un’icona di potenza ma anche una sfida per i motociclisti più audaci.

La Mach III era equipaggiata con un motore a tre cilindri, una caratteristica innovativa per l’epoca, che le conferiva una potenza di 59 CV. Una cifra considerevole per gli anni ’60 e ’70, posizionando la Mach III tra le moto più potenti del suo tempo. Tuttavia, questa potenza ha portato con sé una serie di sfide significative per i motociclisti.

Kawasaki 500 Mach III
Kawasaki 500 Mach III

Una bestia difficile da domare

Nonostante la sua potenza, la Kawasaki 500 Mach III guadagnò la reputazione di essere una moto estremamente difficile da controllare. La sua propensione all’impennata la rendeva un’ardua sfida persino per i motociclisti più esperti. Il design non aiutava, con un sellino rigido e una posizione di guida inclinata in avanti che metteva alla prova la resistenza e la destrezza del pilota. La combinazione di potenza, peso (185 kg) e difficoltà di controllo ha portato a numerosi incidenti.

La moto aveva la capacità di impennare anche in seconda e terza marcia, un rischio elevato dovuto al posizionamento avanzato del motore. Il telaio instabile rendeva difficile mantenere la moto in pista a velocità elevate, aumentando così il pericolo di incidenti. Sebbene la Mach III abbia rappresentato un trampolino di lancio per le moto ad alte prestazioni, il suo passato è segnato da controversie e preoccupazioni per la sicurezza. La maneggevolezza compromessa ha reso questa moto meno sicura rispetto ad altre della stessa epoca, e molti motociclisti hanno dovuto affrontare le conseguenze della sfida di domare questa “bestia” velocissima.