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Panda a Pandino 2023: il piccolo e pratico mito popolare tutto italiano che piace davvero a tutti

Foto di Augusto Pellucchi

Grande successo di pubblico per la piccina diventata un’istituzione

Al Castello Visconteo di Pandino, un comune della bassa lombarda, tutti gli anni a giugno si tinge di mille colori, per rendere omaggio a quella che, a tutti gli effetti, è diventata l’utilitaria più amata di sempre. La Fiat Panda, da umile e povera com’era, è stata negli ultimi anni totalmente riscattata, forse anche più dell’antenata 500, come dimostrato dalle quotazioni in ripida ascesa e, soprattutto, dai 1.051 equipaggi, assolutamente spensierati, che hanno invaso il centro di questo tranquillo borgo contadino.

Una grande festa, all’insegna dell’allegria, che ha anche ricevuto il supporto della stessa casa torinese, oltre che delle entusiaste autorità locali, di sponsor importanti come MAFRA, e di volti noti di Youtube. Quello di Panda a Pandino non è stato solo un semplice raduno monomodello, ma un evento di grande richiamo, che ha attirato pandinisti anche dall’estero, che hanno potuto così mostrare esemplari unici, reduci da lunghi viaggi o allestimenti rari divenuti oggetti da collezione.

La Fiat Panda, si sa, è sempre stata un’auto che si adatta a tutto, dall’uso in città all’impiego in fuoristrada, e quindi è stato facile aspettarsi dei partecipanti con assetti, tinte, forme e addobbi inimmaginabili. Panda 4×4 in veste da guerriglia; Panda con orecchie, manco a dirlo, dell’omonimo animale; Panda elaborate in diversi modi; Panda Trinità, con la lettiga attaccata dietro; Panda mungitrice mobile, del caseificio locale; Panda comoda, con un materasso sul muso, a prova di impatto sui pedoni; Panda come mamma Fiat l’ha fatta; e tante, tantissime, altre.

Delle molte Panda presenti a Pandino, quasi tutte 4×4 della generazione Supernova, prodotta fra il 1985 e il 2003, anche alcune speciali che non si vedono mai in giro: una crocerossina con la livera della CRI; una torpedo carrozzata dalla Savio di Torino; una pick up a sei ruote motrici, una variazione sul tema fatta unendo due esemplari in uno; due Panda che hanno preso parte all’impervia Mongol Rally, che ha attraversato Europa ed Asia; la Panda che ha corso alla Dakar del 1984 e la Panda 4×4 speciale fatta per l’occasione da MAFRA. Delle varie Panda iscritte, i cui proprietari hanno preservato l’originalità, ci sono state alcune 4×4 Sisley e Country Club; alcune primissima serie, ormai introvabili; un pugno di 100 HP degli Anni 2000; una 4×4 Val d’Isere e due appartenute alle poste svizzere.

Foto di Augusto Pellucchi

1.051 Panda all’ombra del castello

Sul palco dell’evento gli energici Laura Magnani, di Lombardia TV; Davide Cappa Voice e William Jonhatan, quest’ultimo arrivato appositamente con una Panda Italia 90. Tutti a movimentare questo spensierato weekend, premiando i proprietari di quelle auto distinte per caratteristiche come l’elaborazione, l’opacità della carrozzeria dopo anni al sole e la distanza di provenienza. Grandi ospiti hanno raccolto l’appello di Pandino, come la famiglia Pesola Varva, nota come “La Famiglia Social” e i signori Pandino, per via di un cognome che non lascia dubbi. Un momento è stato doveroso per ricordare la memoria di Antonio Narducci, amante della piccola Fiat, scomparso di recente.

Bagno di folla e richieste di selfie, all’edizione 2023 di Panda a Pandino, per gli youtuber di Carmagheddon, diventati famosi per prendere, sacrificare e sapientemente pasticciare, in tanti modi differenti, delle vecchie vissute scovate in giro. Questi ragazzi, sul tema Panda, hanno realizzato due idee alimentate a pedali ed olio di sudore: una replica in legno della Panda classica e una rasoterra, composta solo dalla parte di carrozzeria che va dal cofano in su, quest’ultima da manovrare rigorosamente accomodati in orizzontale.

Foto di Augusto Pellucchi

Infiniti modi di vivere un’icona

Al Castello Visconteo di Pandino, in onore della mitica Panda, è venuta anche la stessa Fiat, colei che 43 anni fa ha dato vita a questo poliedrico e geniale modello, presentando qui la nuova 4×40°: versione speciale destinata ad essere prodotta in appena 1983 esemplari, stresso numero dell’anno in cui è partita la produzione della 4×4, e pure riportando alla luce una tinta storica della Panda old school. Perché è molto importante ricordare le proprie origini, e siccome anche la nostra amatissima Panda non vuole rompere questo legame col passato è apparsa, insieme ai tanti utenti del web che hanno voluto dare il proprio saluto a tutti i pandinisti, anche la benedizione del Cavaliere Giorgietto Giugiaro, dalla cui matita tutto ebbe inizio.

Panda a Pandino è stato, e lo sarà ancora nelle prossime edizioni, un ricongiungimento notevole, come pochi se ne vedono di dedicati allo stesso modello, tanto per il numero di vetture iscritte quanto per l’entusiasmo che riesce a raccogliere ed amplificare. La dimostrazione che la Fiat Panda, nonostante ciò che le si è detto e fatto di denigrante fino a poco tempo fa, non si arrenderà mai.

Foto di Augusto Pellucchi