Home » Blancpain: visita alla Manifattura

IS NOT ABOUT SHOWY LUXURY. BLANCPAIN E’ UNA MANIFATTURA DALLE MOLTEPLICI SFACCETTATURE; E’ IN GRADO DI GIOSTRARSI ABILMENTE TRA I PIU’ CLASSICI SEGNATEMPO CON QUADRANTE IN SMALTO GRAND FEU, I CRONOGRAFI SPORTIVI E LE COMPLICAZIONI (TOURBILLON, CARROUSEL, CALENDARI PERPETUI, RIPETIZIONE MINUTI). AD OGGI NON HA MAI REALIZZATO OROLOGI AL QUARZO.

Visitare una Manifattura è sempre un’emozione e, ogni volta, ci si trova davanti immancabilmente a qualcosa che ti sorprende lasciandoti un ricordo indelebile al pari di un tattoo sulla pelle.

La Maison Blancpain ci ha aperto le sue porte consentendoci di visitare sia l’imponente Manifattura di Le Sentier (circa 700 dipendenti) dove vengono prodotti tutti i componenti necessari per la realizzazione di un orologio, sia “la Farm”, un’affascinante ex fattoria restaurata dalle dimensioni a “misura d’uomo” situato a Le Brassus, un bucolico villaggio della Vallée de Joux, culla dell’orologeria svizzera. La Farm, luogo di lavoro per una cinquantina di dipendenti, è dedicata a orologi come tourbillon, carrousel e Répétition Minute e ai Métiers d’Arts (smalto Grand Feu, incisioni e Côtes de Genève).

LA STORIA IN PILLOLE

La Maison Blancpain, fondata a Villeret nel 1735 da Jehan-Jaques Blancpain, rimase in famiglia” fino al 1932. Successivamente alla dipartita di Frédéric-Louis Blancpain, l’azienda passò nelle mani di due suoi stretti collaboratori, André Léal e Betty Fiechter, che ne modificarono il nome in Rayville SA (anagramma di Villeret). Alla fine degli Anni 70 l’arrivo del quarzo generò, anche chez Blancpain, una crisi profonda nella produzione degli orologi meccanici. Nel 1983 la Manifattura, custode integerrima della tradizione e cultura legata all’Alta Orologeria meccanica svizzera fu acquistata da Jacques Piguet, figlio di Frédéric Piguet, e Jean-Claude Biver e la produzione si spostò a Le Brassus commercializzando con il nome di Blancpain SA. Nel 1992 venne infine acquisita da Swatch Group e, dal 2002, Marc A. Hayek ne è il Presidente. Dal 2010, Frédéric Piguet, manifattura di movimenti di prestigio di Swatch Group, è stata integrata nella società Blancpain.

BLANCPAIN LE SANTIER –LA MANIFATTURA-

Pur trattandosi di un edificio di dimensioni notevoli e, pur incontrando nei vari grandi open-space macchinari dalla più avanzata ingegneria robotica, si respira aria di “manifattura”.
Il percorso guidato inizia passando da un “locale dispensa” ricolmo di scaffalature con rotoli di diversi spessori di acciaio, ottone e rame che vengono impiegati per dar vita alle platine, ponti o parti dei movimenti a un open space che potremmo definire il “cuore di Le Sentier”: una grande stanza dove si susseguono diversi macchinari di ultima generazione che sono in grado di svolgere, dopo l’intervento di un tecnico che ne ha impostato il programma di lavoro, il proprio compito in maniera autonoma e precisa.
A Le Sentier non si impiegano unicamente strumenti dalle dimensioni lillipuziane ma, al contrario, capita di intercettare, accanto a cacciaviti dalle punte impercettibili e visibili, in alcuni casi, solo grazie al supporto di una lente cacciaviti, brugole e pappagalli di ben altre dimensioni quasi ci si trovasse in un’officina meccanica. La motivazione è semplice: tutti i componenti necessari a realizzare un orologio hanno un “attrezzo dedicato”. Perciò meccanici specializzati e “creativi” – veri artigiani – costruiscono un utensile “custom made” esattamente come richiesto dal maestro orologiaio.

LE BRASSUS: THE FARM

La piccola e discreta cittadina di Le Brassus, situata nella Vallée de Joux, ospita la Farm della Manifattura dedicata ai Métiers d’Arts e alle Grande Complicazioni. In questa ex fattoria, accogliente al pari di una romantica baita di montagna, si è guidati attraverso un vero e proprio percorso tattile ed emozionale a ritroso nel tempo tra essenze di legno e mobili del passato che chissà cosa hanno avuto il privilegio di custodire.
Una cinquantina di dipendenti assemblano le Grandi Complicazioni come tourbillon, carrousel e Répétition Minute e danno vita a orologi con incisioni e quadranti in smalto Gran Feu di impareggiabile bellezza e precisione.
Il primo incontro è con quanti rifiniscono meticolosamente a mano, con pietre, lime, carte abrasive e strumenti anche hand-made (impiegando anche inconsueti materiali come gambi di genziana), i componenti realizzati a Le Sentier.
In un altro locale ci si dedica al perlage e ai decori a Côtes de Genève; qui ci si può mettere alla prova con un “esercizio di perlage” rendendosi conto di quanto, nonostante il supporto di uno strumento meccanico, l’occhio umano, così come la mano ferma, sia sempre quello che fa immancabilmente la differenza.

L’ATELIER TOURBILLON, CARROUSEL, EQUATION MARCHANTE E QUANTIEME PERPETUEL

Nello spazio dedicato ai tourbillon e ai carrousel, un maestro orologiaio ci illustra, grazie a uno schermo LCD, il movimento in azione di entrambe le complicazioni con le loro affascinanti “danze meccaniche”. Si sa che la precisione per un orologio è tutto pertanto non sorprende sentirsi dire che il maestro orologiaio investe gran parte del tempo non alla produzione ma al bilanciamento del tourbillon; un’operazione che si basa quasi esclusivamente sull’esperienza umana.
Vero vanto del marchio è il modello Blancpain Tourbillon Carrousel presentato a Basilea nel 2013, all’epoca il primo segnatempo al mondo equipaggiato con le due più sofisticate complicazioni meccaniche. In una cassa (44,60 mm x 11,90 mm) in oro rosso è ospitato il calibro manuale 2322 (379 componenti) con tourbillon volante visibile a ore 12, carrousel volante visibile al 6 e un datario indicato da una lancetta a ore 3. Sul quadrante “open”, il giro delle ore è in smalto Gran Feu con numeri romani in oro 5N.

CARROUSEL VS TOURBILLON IN PILLOLE

Il carrousel fu inventato nel 1892 dal danese Bahne Bonniksen allo scopo di migliorare l’efficacia del tourbillon stesso (inventato da A.L. Breguet e brevettato nel 1801). Il carrousel infatti, al contrario del tourbillon, ha la gabbia connessa al bariletto tramite due ingranaggi anziché uno (in caso d’arresto del collegamento meccanico anche il tourbillon smetterebbe di girare) di cui uno supervisiona la velocità di rotazione della gabbia mentre l’altro assicura energia costante al corretto funzionamento dello scappamento. Il Carrousel della Manifattura di Le Brassus è il primo la cui gabbietta effettua un giro completo in un minuto esatto.

L’ATELIER “SANTO GRAAL” DEL MINUTE REPEATER CON SORPRESA

Anche in questo tempio sacro della complicazione abbiamo la possibilità di visionare, ingranditi su di uno schermo, i singoli componenti in azione del ripetizioni minuti (Cattedrale 235) ammirandone i particolari ambo i lati. Poter chiudere gli occhi e restare in rigoroso silenzio ad ascoltare l’ora suonata dai gong è sempre un’esperienza quasi mistica. Ogni gong, realizzato in una lega speciale, viene modificato a mano dal maestro orologiaio al fine di ottenere il miglior suono possibile. A lavoro concluso ogni esemplare, che richiede mediamente dai due ai tre mesi di lavoro, viene testato dall’orecchio esperto di Mr. Marc A. Hayek che vi appone il proprio “sigillo” di approvazione finale.

Anche se non ne parla/scrive molto, il mercato degli orologi “erotici” con automi è particolarmente florido e non mancano richieste di personalizzazioni ad hoc da parti di clienti. Visionandone un album dedicato si scoprono, pagina dopo pagina, i progetti “vietati ai minori” con scene particolarmente “creative” e ricche di dettagli. Non sorprende nemmeno che alcuni Maestri incisori preferiscano lavorare su altri temi meno “scottanti” lasciando ai colleghi più “open minded” queste realizzazioni da “bollino rosso”. Per realizzare ogni singolo pezzo, trattasi di vere e proprie opere d’arte, ogni scena incisa richiede centinaia di ore di lavoro meticoloso supportati, dato le minute rappresentazioni, da un microscopio. Per un esemplare di questo lignaggio non è anacronistico spendere almeno 200.000 CHF: si tratta infatti di un vero oggetto artistico che richiede, movimento a parte, un incisore dedicato per 4/5 settimane di lavoro.

L’ATELIER DEI “METIERS D’ART”

A Le Brassus i Métiers d’art sono tenuti in grande considerazione. Vi sono laboratori dedicati all’incisione, alla pittura su smalto, alla damaschinatura e anche allo shakudō. In questi spazi artisti dalle “mani di fata” realizzano opere uniche per clienti del marchio. Sorprende ogni volta notare la meticolosità e la precisione certosina di queste Maestri miniaturisti in grado di riprodurre fedelmente sia paesaggi sia ritratti tanto da sembrare reali.

IL BLANCPAIN 1735 GRANDE COMPLICATION

Verso la conclusione della visita un’ultima attenzione è dedicata al calibro esploso, in tutti i suoi 744 componenti (di cui alcuni talmente piccoli da risultare praticamente invisibili a occhio nudo), del 1735 Grande Complication. Sono stati realizzati 30 esemplari del Blancpain 1735, l’ultimo disponibile è stato consegnato qualche anno fa. Potrebbe essere definito un “benchmark” dell’arte orologiera. Questo segnatempo dal cuore meccanico automatico custodisce infatti, in una cassa in platino (42 mm x 16,5 mm): ripetizione minuti, tourbillon, calendario perpetuo, fasi lunari e cronografo rattrapante. Presentato nel 1991, il 1735 vanta un’autonomia di marcia di circa 80 ore, viene assemblato da un singolo Maestro Orologiaio e richiede un anno di lavoro prima di poter essere indossato. Da evidenziare che, una volta che il movimento è completato e testato, viene smontato, pulito e riassemblato prima di essere consegnato al fortunato proprietario.

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