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Maserati 100 Years Collection: un piccolo museo Maserati per il proprio piacere intellettuale e filosofico

DA MARTEDI’ 2 DICEMBRE LA GAZZETTA DELLO SPORT RACCONTA IL TRIDENTE (E CI REGALA 50 MODELLINI). LA STORIA DELLA MASERATI E’ STORIA DELL’AUTOMOBILISMO SPORTIVO ITALIANO, DI UN’AVVENTURA STRAORDINARIA LUNGO L’EVOLVERSI DELLE VICENDE DEL MOTORISMO: PARTITI DALLA PREPARAZIONE DELLE ISOTTA FRASCHINI E DELLE DIATTO, I MASERATI HANNO CREATO LA TIPO 26 DA CORSA E PLASMATO UN MITO. OGGI, NEL NUOVO MILLENNIO, IL GRUPPO FIAT HA DATO L’IMPOSTAZIONE DEFINITIVA: DOPO L’ASSOLO DELLA GRANDIOSA MC12 (50 ESEMPLARI 2004-2005 E 5 CAMPIONATI FIA GT CONSECUTIVI 2005 – 2009) E LA NASCITA DELLA GRANTURISMO (2007), LA NUOVA QUATTROPORTE MA, SOPRATTUTTO, LA NUOVA GHIBLI, HANNO RILANCIATO IL MARCHIO NEL COMPARTO LUSSO-SPORTIVO.

Per celebrare i 100 anni della Maserati (1914 – 2014) la Gazzetta dello Sport lancia Maserati 100 Years Collection un’iniziativa che ripercorre tutte le tappe della storia del marchio bolognese (poi modenese!), arricchita da una collezione di 50 modellini in scala 1:43.

A partire dal prossimo 2 dicembre (€ 4,99 + il prezzo del quotidiano), ogni due settimane la Gazzetta proporrà un fascicolo della raccolta, accompagnato da una riduzione in scala di una vettura della sua storia produttiva (si comincia con la Maserati Quattroporte GTS).

Ogni uscita sarà composta anche da due parti: il primo contiene la monografia completa del modellino, il secondo andrà a comporre, capitolo dopo capitolo, tutta la storia dell’azienda dagli esordi negli Anni 10 del ‘900 ai modelli della produzione corrente.

Per conoscere tutte le uscite, avere maggiori informazioni e acquistare i modellini online, consultate lo Store Gazzetta: http://goo.gl/90tx1q

LA STORIA DELLA MASERATI

1914: PASSIONE E AMBIZIONE

l’1 dicembre 1914, a Bologna, Alfieri Maserati (il penultimo di 7 fratelli), classe 1887, fondò la Società Anonima Officine Alfieri Maserati, un centro assistenza ufficiale per le Isotta Fraschini (Alfieri si era fatto le ossa negli anni precedenti alla sede di Milano), qualche tempo dopo affiancato da una produzione di candele che lo stesso caparbio “fratellino” dei Maserati aveva fondato sotto la Madonnina.

Estroverso, appassionato e molto intraprendente, Alfieri ci mise poco a entrare nel magico mondo delle competizioni, dapprima come preparatore per i clienti, quindi lui stesso con vetture adattate. I successi conseguiti gli valsero l’interesse della Diatto, che nel 1922 gli chiese di occuparsi della preparazione della nuova Tipo 20S, vettura con cui lui stesso e, in seguito, il fratello Carlo ottennero numerosi successi andando ad alimentare le ambizioni del marchio piemontese.

Non a caso, Maserati fu scelto per lo sviluppo di una nuova vettura per l’altisonante categoria dei Gran Prix da schierare a partire dal 1925. Il progetto prese corpo in un motore 8 cilindri 2 litri montato su un nuovo telaio ad hoc ma lo sviluppo fu frenato dal precipitare delle condizioni economiche della Diatto stesso e il progetto, dopo la timida apparizione di un semi-prototipo a Monza, fu abbandonato.

Interrotti i rapporti con l’azienda ma non il proprio ambizioso progetto di evoluzione, i Maserati partirono con l’idea di una loro automobile. Il motore, un 8 cilindri di 1,5 litri, era molto simile all’unità Diatto: aveva la distribuzione bialbero e l’alimentazione con 2 carburatori Memini e sovralimentazione mediante compressore volumetrico. Lo stesso dicasi del telaio, dotato delle stesse misure di passo e carreggiata. La Tipo 26 apparve per la prima volta alla 17esima Targa Florio, il 25 aprile 1926, dove ottenne la vittoria di classe. Era nato un mito, eternizzato dall’opera creativa di Mario Maserati. Questi, l’unico dei fratelli non interessato alla meccanica e dedito all’arte, forse ispirato dalla statua della fontana di Nettuno a Bologna, fu il principale ispiratore del logo del marchio: il Tridente.

1932: LA MASERATI SENZA ALFIERI

La personalità forte di Alferi trascinò la Maserati verso un grande successo: da piccolo artigiano, nel breve volgere di pochi anni divenne uomo del giorno, ricevuto dal Capo del Governo a Roma, Benito Mussolini, e nominato Cavaliere. La produzione crebbe, trainata dal continuo sviluppo delle sue vetture: la Tipo 26 a 8 cilindri, evoluta in un numerosissime versioni, fu accompagnata nel ’29 dalla monumentale V4 con 16 cilindri (due 8 affiancati) e, a partire dal ’31, dalle piccole Maserati 4 con piccolo 4 cilindri di 1,1 litri.

Ma nel ’32, per i postumi di un grave incidente, Alfieri si dipartiva da questo mondo a soli 44 anni lasciando grande sgomento. Fu un momento di iniziale, profondo smarrimento ma i tre fratelli Bindo, Ettore ed Ernesto, che l’avevano seguito fin dall’inizio in questa avventura, si rimboccarono le mani e presero le redini dell’azienda. Più tardi si sarebbe aggiunto anche Mario. Nacquero la 6C, la 8C e, nel ’35, per cercare di contrastare la micidiale concorrenza tedesca (Auto Union e Mercedes), la V8 RI con 8 cilindri 4.8 da oltre 300 Cv.

1937: I FRATELLI MASERATI ABDICANO

Nonostante la buona annata ’34, nel ’36 l’attività aveva subito un forte calo. I Maserati, evidentemente mai veramente all’altezza del coraggio imprenditoriale di Alfieri, nonostante nel ’37 fossero riusciti a risollevarsi, furono vinti dal pessimismo e cedettero l’azienda alla famiglia Orsi di Modena, che da origini piccolo-borghesi era riuscita a creare un impero economico. Gli Orsi furono il proprietario ideale per il Tridente. Nonostante, almeno inizialmente, ne fossero interessati per uno scopo puramente utilitaristico, portarono avanti lo sviluppo lasciando ai Maserati piena autonomia nella gestione.

La situazione politica europea, nel frattempo, precipitò ma, prima della tragedia, ci fu il tempo per due ultimi motivi di orgoglio: Wilbur Shaw, al volante di una 8 CTF, vinse la 500 Miglia di Indianapolis del ’39. Si ripeterà l’anno dopo.

1947: SI RICOMINCIA MA SENZA I MASERATI

Dopo il disastro della guerra, anche i Maserati si ributtarono nella mischia con pochi e scarsi mezzi. E le corse, protagoniste assolute della storia dell’azienda nei trent’anni precedenti, si affiancarono alla produzione di vetture stradali. I fratelli Maserati lasciarono definitivamente per andare a fondare la OSCA ma gli Orsi tennero fede all’impegno di Alfieri e ricominciarono.

L’occasione fu la nascita della categoria Gran Turismo a fine Anni  40, categoria intermedia alla classe Turismo (auto di serie) e alla categoria Sport (dedicata alle “pure” auto da competizione). Due furono i filoni, a questo punto, intrapresi dal Tridente: le Sport, serie inaugurata dalla A6 GCS del ’48 e le coupé sportive con carrozzeria chiusa, il cui debutto in società fu affidato alla A6 1500 del ‘47.

1957: PERDE IL MONDIALE MARCHE MA VINCE LA F1. NASCE LA 3500 GT

Le barchette si evolsero in A6 GCS/’53, 150 S, 200 S e SI, 250 S, 300 S, 350 S e 450S, quest’ultima vicina al titolo nel Campionato Mondiale Marche (creato nel ’53) del 1957. Le coupé, invece, nel frattempo cresciute ad A6 G (“ghisa”) con motore 6 cilindri 2000, presero strade differenti a seconda della filosofia impressa dai carrozzieri che vestirono la sua meccanica: dagli eleganti coupé e spider di Frua alle veloci coupé Zagato, le più “estreme” di tutta la famiglia.

Il ’57 segnò la “sconfitta” nel Mondiale Marche ma anche la vittoria del Campionato Mondiale di F1, nato nel ’51, ad opera di Juan Manuel Fangio con la monoposto 250F. Ciononostante la Maserati decise di abbandonare l’impegno ufficiale nelle corse e di appoggiare solo i clienti privati ma con pieno supporto. Parallelamente, nacque la 3500 GT, la vettura del radicale cambiamento di rotta nell’orientamento produttivo, confermato qualche anno più tardi dalla Quattroporte di Frua.

In campo sportivo le straordinarie barchette Tipo 60 e Tipo 61 Birdcage diedero il via a una nuova generazione di auto da corsa che arrivò, lato barchetta, alla Tipo 65 e, lato coupé, alla Tipo 151. Il loro scarso successo accompagnò l’impegno nelle corse a lento declino, fino alla semplice fornitura di motori per la F1 alla Cooper, conclusasi nel 1967.

Da questo momento la Maserati si dedicò solo alle auto stradali: dopo la 3500, coupé e Spider, erano arrivate la 5000 GT, la Quattroporte, Mexico, Ghibli, Mistral, Indy, Bora, Khamsin, Kyalami e, dopo una breve parentesi nelle mani della Citroen (da cui scaturì la Citroen Maserati), sul finire degli Anni 70 la nuova proprietà De Tomaso diede avvio al progetto Biturbo.

L’ERA MODERNA

Rimasto in piedi per tutti gli Anni ’80 nonostante un livello qualitativo non sempre brillante (seppure in continuo miglioramento rispetto ai disastrosi inizi), e sopravvissuta a una nuova parentesi Chrysler, la Biturbo lasciò il testimone alla Ghibli 2.0, che conobbe un discreto successo agli inizi degli Anni 90. In quest’epoca la Maserati creò anche un campionato Monomarca animato dalla Barchetta (con motore V6 2.0 biturbo della Ghibli), una vettura che si ispirava alle gloriose barchette Sport degli Anni 50.

La nuova svolta avvenne nel 1993, dopo una piccola serie della Shamal, l’ultimo respiro della vecchia concezione Maserati. Il Gruppo FIAT acquistò l’intero pacchetto azionario dalla De Tomaso e, in due momenti (1997 e 1999) ceduta alla Ferrari, sua storica avversaria negli anni passati. La grande ristrutturazione si compì con la nascita della 3200 GT, vettura nuova nello stile, moderna nella concezione ma carica di un significato vicino alla grande tradizione del Tridente. Fu sostituita dalla Coupé 4.2, più grande e potente, e dalla Spyder 4.2, i primi modelli del nuovo millennio. Vi si affiancò, nel 2003, la nuova Quattroporte e, nel 2004, la favolosa MC12 (con motore della Ferrari Enzo e telaio allungato) sviluppata da Maserati Corse. Fu il modello incaricato di ricordare al mondo il valore del Tridente nelle competizioni. L’MC12 da corsa, infatti, fu iscritta al campionato FIA GT (l’ex BPR, ex Sport Prototipi, ex Mondiale Marche) nel 2004 ancora senza l’omologazione FIA. Ottenuta con numerose modifiche, vinse la serie nel 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009.

Nel 2007 ha debuttato sul mercato la Granturismo disegnata da Pininfarina, tutt’ora in produzione; nel 2013 la nuova Quattroporte e, infine, la nuova Ghibli, entrambe prodotte negli stabilimenti Ex-Bertone di Grugliasco, Torino.

Con il prototipo Alfieri presentato al Salone di Ginevra 2014, Maserati ha dato un primo assaggio delle prossime importanti evoluzioni nell’ambito della sua gamma prodotto.