Milano AutoClassica 2022
LA MOSTRA-SCAMBIO DI MILANO E’ TORNATA IN GRANDE STILE: PIU’ AMPIA, PIU’ RICCA, PIU’ SCENOGRAFICA; E’ STATA, TRA VINTAGE E MODERNITA’, TRA AUTO STORICHE E ATTUALI, UN EVENTO DI GRANDE IMPATTO E SUCCESSO.
Milano AutoClassica spegne le prime dieci candeline e nel farlo sceglie di conquistare un terzo padiglione del complesso fieristico di Rho-Fiera Milano. E di abbondare con la carne al fuoco, certa che neppure una briciola sarebbe rimasta sprecata. La rassegna nella città della moda ma anche di Zagato e Touring Superleggera, ha voluto prendersi il suo spazio tra i grandi saloni europei offrendo nel programma ben due aste, quelle di Wannenes e Bonhams. Il tutto rimanendo fedele al concept di sempre.
OMAGGIO A MAURO FORGHIERI
L’evento ha voluto innanzitutto rendere onore al grande progettista Mauro Forghieri, da poco scomparso, mettendo in mostra tre delle Ferrari da corsa: la 312 B3, meglio nota come “Spazzaneve”, la 312 T4 e la 126 CK, con le ultime due portate al limite dal leggendario Gilles Villenueve. La scena al centro del padiglione era tutta per loro: ben sette esemplari di F40, l’ultima Ferrari del Drake: in pratica come vedere tutti insieme i propri eroi dei fumetti dal vivo.
TRA ACI…
L’Automobil Club Italia ha portato a MilanoAutoclassica i capolavori della collezione Lopresto: la Fiat 1500 appartenuta a Tazio Nuvolari, una Fiat 2100 carrozzata Savio, bella come appena ritrovata dopo decenni di abbandono, e la proposta di Bertone per una ipotetica X1/9 in configurazione spider, senza montante, che la dirigenza torinese non ha accettato. Altre due Fiat molto speciali, la 1100 Zagato e la 8V, hanno fatto da guardia alla coppa che verrà consegnata ai fortunati vincitori della prossima edizione della Coppa Milano Sanremo.
…E ASI
L’Automotoclub Storico Italiano ha voluto portare delle vetture dal passato importante, come alcuni prototipi speciali su base Fiat X1/9, parte della collezione storica della carrozzeria Bertone; la concept car Autobianchi Runabout del 1969; la Lancia Fulvia HF con cui Sandro Munari vinse al Tour de Corse 1967 e la Ferrari 275 GTB appartenuta a Clint Eastwood, che quando non era impegnato sul set con pistole e sguardo minaccioso si divertiva a cavalcare le purosangue di Maranello.
EMOZIONI D’EPOCA… IN CHIAVE ATTUALE
Il nobile marchio Lancia, in attesa di una meritata resurrezione, è stato egregiamente rappresentato a Milano Autoclassica da Evo 37 di Kimera Automobili e Delta Futurista di Automobili Amos, due idee concrete, e acquistabili, su come dare nuova linfa a 037 e Delta HF Integrale, senza minimamente rischiare di farle sfigurare dinanzi alle loro dirette rivali di oggi. Perché il difficile oggi è proprio quello: come far divertire i petrolhead di oggi con le emozioni che pensiamo sepolte dal tempo. Stupefacenti le due 500 esposte da FCA Heritage, che Abarth Classiche ha sottoposto ad una sorta di “swap ufficiale”, rendendole uguali a quella che nel 1958 stabilì un record di velocità sul manto di Monza, il tutto partendo da due semplici esemplari del 1970 in allestimento normale e col motore di serie. Un intrigante esperimento su come salvare delle auto o almeno delle scocche che, altrimenti, finirebbero allo sfascio.
LE LEGGENDE DI DOMANI
Milano Autoclassica, fin dagli esordi, ha sempre portato sotto i riflettori tanto le nonne, quanto le sofisticate nipoti. Nel decennale abbiamo così visto McLaren Senna; Alpine A110; Maserati MC20; Dallara Stradale, quella di Andrea Levy del MIMO; e le nuovissime Lotus: la sportiva Emira, a benzina e alla vecchia maniera, e la suv Eletre, quest’ultima convinta di far svanire quell’allergia per il litio che molti amanti della guida gustosa hanno sviluppato negli ultimi anni.
DOPPIO INCANTO
Quest’anno a Milano AutoClassica hanno partecipato ben due case d’asta, ciascuna con un ricco ventaglio di auto da sogno insieme a tanta memorabilia ed oggettistica. La gran parte di questo ben di dio in mostra è andato venduto, e pure con cifre ben superiori alle basi richieste, segno che le turbolenze della contemporaneità non riescono in alcun modo a infliggere preoccupazione ai pochi fortunati appassionati che possono spendere. Nel blindatissimo stand di Bonhams tante best seller del classico, insieme ad alcuni pezzi unici: una Lamborghini Aventador fatta su misura per un cliente speciale, l’unica Iso Rivolta Grifo costruita in carrozzeria targa e la Maserati Scià di Persia, reinterpretazione della Granturismo firmata Touring.
Da Wannenes, in mezzo a Mercedes 280 SE, Lancia Flaminia, Ferrari 365 GT 2+2, Fiat 1500 A Cabriolet Viotti e Lamborghini Urraco ha sgomitato timidamente una Salmson Type D, rara torpedo francese del 1924, accolta in una nuova casa per ben 25.000 €. Da Babuino, seppur senza fare una battuta in loco, ha presentato a Milano alcune proposte, tra cui una Toyota Corolla, di provenienza svedese, con pochissimi chilometri, e una Land Cruiser pick up prima serie, con ancora i segni di una giovinezza trascorsa in Medio Oriente.
NON SOLO SU RUOTE
Si sa che le emozioni corrono anche lontano dalla terra ferma, così a Milano Autoclassica sono stati portati perfino un elicottero d’epoca e alcuni motoscafi da competizione, ma nulla di comparabile all’opulenza distinta dei modelli Riva, testimoni di pagine di storia del jet set internazionale; ben intonate, per classe e tecnica, con le migliori berline di rappresentanza.
TANTA VISIBILITA’ AI CLUB
Hanno partecipato una quantità impressionante di 500, tra cui l’ultima prodotta, in tinta celeste; BMW Z3, coi ragazzi di Z3mendi; piccole pesti francesi; Alfa di ieri e oggi; Mercedes d’altri tempi, le Ritmo del Fiat Ritmo Club Italia e tanto altro, che hanno notevolmente arricchito la manifestazione. Tra gli stand dei club presenti non ci si poteva scordare di fotografare la Lancia Appia Vignale, da Milano Historic Cars Club; Dino 246 GT, di Monza Auto Moto Storiche; Chrysler Town and Country, bellissima woodie degli Anni ’40, insieme a CNO American Motors Club; Lancia Thema 8.32, in una tinta rarissima e rifatta dal famoso Gasi, presso Autoamatori Club Novara; Lamborghini Diablo GT, una delle poche prodotte, con il Lamborghini Club Italia; e l’Abarth 1000 pilotata da Arturo Merzario, mostrata da Cinquecentiamo. L’evento collaterale Ruote nella Storia, organizzata dall’ACI di Milano, ha portato altre gran macchine, tra cui una signorile Lancia Aprilia, della Scuderia Savoia Cavalleria, e un’Audi Quattro coi colori ufficiali.
SI COMPRA E SI VENDE
Alle fiere si va principalmente perché è una vetrina perfetta per chi cerca la classica giusta per le proprie esigenze. I prezzi, tra commercianti e privati, non sono poi molto distanti da quelli che si trovano negli annunci su internet. Molte di queste richieste stanno suscitando tante discussioni, soprattutto tra gli appassionati più giovani, che si ritrovano ampiamente penalizzati da questa, spesso ingiustificata, impennata, che sta interessando tanti modelli “normali” e non per forza “da leggenda”, fatti tra gli Anni ’80 e i primi 2000, per di più non sempre in condizioni “da concorso”.
Tra le sempreverdi Alfa, Porsche e inglesi varie sono sbucate pure una Dodge Charger degli Anni ’70, una introvabile BMW M5 E34 Touring, una Fiat 128 coupè Moretti, un’altra 128 griffata Francis Lombardi, Mercedes Benz SL 500 Mille Miglia e un autentico pezzo unico: la Michelotti Pura, una vetturetta dall’aria spassosa, realizzata da Edgardo, figlio del noto stilista Giovanni, su meccanica Alfa Romeo. Dato che ultimamente sta prendendo piede la mania delle quasi nuove; ovvero di quelle auto con percorrenze inesistenti, scovate per puro caso dopo una polverosa vita passata in qualche box, rivendute a prezzi abbondantemente sopra le quotazioni di Ruoteclassiche, molti occhi si sono posati su un’Alfa 75 1.6 con all’attivo meno di 7.000 km, fuori ad una cifra non esattamente popolare.
CRESCITA PREMIATA
Milano Autoclassica, al suo decimo anno di attività, nonostante le incertezze del periodo dovuto a guerre; inflazione e alla conversione all’elettrico; è riuscita a sfruttare meglio l’enorme potenziale di una struttura faraonica come il polo fieristico lombardo, raggiungendo un enorme successo di pubblico, tanto che in alcuni momenti è stato assai difficile muoversi in alcuni passaggi. Ci piacerebbe se, come ulteriore step di miglioramento, si rimettesse la grande pista che, di sicuro, aggiungerebbe un pizzico di follia che non guasta mai.
Testo e foto: Augusto Pellucchi