
L’OROLOGIO CHE SFIDO’ LE CONVENZIONI DEL DESIGN. IL PATEK PHILIPPE NAUTILUS, NATO NEL 1976 DALLA GENIALE MATITA DI GERALD GENTA, E’ SENZA DUBBIO UN OROLOGIO ICONICO CHE NON SUBISCE IL TEMPO. UN NOME “AZZECCATO”, UN DESIGN INNOVATIVO PER L’EPOCA, DIVERSE REFERENZE MA ALLA FINE SCEGLI LUI: L’ESSENZIALE 5711.
Non si può parlare del Patek Philippe 5711/1A-010 senza prima accennare della referenza 3700/01, a detta dei puristi “il vero e indiscusso Nautilus”.
LA STORIA IN PILLOLE DEL 3700/01
Il capostipite del 5711 è il Patek Philippe Nautilus Ref. 3700/01 che “deve” il nome a Jules Verne e alla sua opera “Ventimila leghe sotto i mari”. Realizzato in “povero” acciaio, il 3700, precursore del 5711, è “sorto dal mare” nel 1976 grazie all’ingegno creativo e avanguardista di Gérald Genta. Sfidando i canoni estetici dell’epoca, l'”architetto dell’orologio” Genta propose un segnatempo con una cassa con due sporgenze laterali a evocare gli oblò dei transatlantici e una lunetta ottagonale dagli angoli delicatamente smussati. In controtendenza la dimensione della cassa: 42 millimetri di diametro per uno spessore di 7,60 millimetri. Questa scelta di “rottura” (negli Anni 70 i diametri tendenzialmente scelti andavano da un minimo di 33 millimetri a un massimo di 37 millimetri) regalò ben presto al Nautilus il soprannome di “Jumbo“.
Il 3700, con cassa monoscocca resistente all’acqua fino a 120 metri, era equipaggiato con il calibro 920 di Jaeger-LeCoultre, frutto della collaborazione tra JLC e Audemars Piguet. Esso offriva le indicazioni di ore, minuti e datario in una discreta apertura a ore 3.
Negli anni si susseguirono varie referenze del Nautilus: la referenza 3710 (anno 1998, acciaio, il primo Nautilus con una piccola complicazione, quella dell’indicazione della riserva di carica), la referenza 3712 (anno 2005, calendario a lancetta, indicatore della riserva di carica e fasi lunari), la referenza 5712 (anno 2006, evoluzione del 3712 con datario a lancetta, fasi lunari e indicazione della riserva di marcia), la referenza 5980 (anno 2006, il primo modello cronografo in acciaio del Nautilus, 44 millimetri di diametro, calibro automatico di manifattura CH 28-520 C), la referenza 5726 (anno 2010, 40,5 millimetri di diametro per 5,78 di spessore, primo modello Nautilus con calendario annuale) e la referenza 5990 (anno 2014, cronografo con contatore 60 minuti, secondo fuso orario, indicatore am/pm, data locale a lancetta).
Nel 2006, per festeggiare il trentenne 3700, Patek Philippe presentò la nuova collezione Nautilus. Pur restando fedele al design originale e mantenendo il meccanismo dell’oblò per serrare la lunetta, vennero introdotte diverse novità:
- nuova cassa composta da tre parti in aggiunta a nuove “spalle” laterali simmetriche leggermente incurvate (prolungano il profilo della lunetta e ricordano orecchie sporgenti che riprendono le cerniere prominenti delle finestre a compartimento stagno)
- nuovi quadranti proposti in diversi colori
- nuovi bracciali con fibbia déployante che, risultando più flessibili, si adattano meglio al polso regalando un’ottimale vestibilità.
IL MODELLO PIU’ RICHIESTO: IL NAUTILUS 5711
Nonostante la collezione Nautilus vanti una varietà non indifferente di modelli, la referenza “solo tempo” 5711 resta sempre la più ambita e ricercata tra i collezionisti e di quanti sono alla ricerca di un orologio iconico che vada oltre le mode del momento.
Il 5711/1A, con cassa (da ore 10 a ore 16, 40 millimetri) e bracciale in acciaio, disponibile con quadranti nelle tonalità nero/blu e bianco, monta il calibro automatico “basico” 324 s C con indicazioni di ore, data e lancetta centrale dei secondi visibile grazie al fondello in vetro zaffiro. Sia gli indici applicati in oro sia le lancette sono riempite con sostanza luminescente.
Il compito del 5711, erede del 3700, era quello di riportare in auge un modello che, a detta di molti, stava subendo una certa “sonnolenza” nelle vendite.
Rispetto al 3700, il 5711 sfoggia una cassa di 43 millimetri (invece di 42 millimetri) che da monoscocca è diventata tripartita; sul quadrante le sfumature di blu sono state accentuate creando un’interessante sfumatura “double colour”; il carattere del logo di Patek Philippe, più vicino all’indice delle ore 12, è proposto con un diverso carattere e le maglie centrali del bracciale, lucidate a specchio, sono più quadrate.
IL 5711 E’ IL NAUTILUS O SOLO UN REMAKE PER FARE MARGINI?
Quando venne proposto sul mercato il 5711 la reazione dei fan di PP Boys fu stata abbastanza timida: presentato come “top player con maglia numero 7” fu additato dai puristi e dagli amanti dei vintage come un Nautilus “derivato”, un remake per fare margini, una brutta copia del 3700 del 1976, considerato l’indiscusso “vero” Nautilus.
Nonostante questo il 5711, complice il prezzo, il principio della “scarsità” e dei lunghi tempi di attesa dai concessionari per entrare in possesso di un esemplare, è un orologio sportivo “never enough”, versatile e adatto a essere indossato con disinvoltura anche in occasioni formali.
Nel 2010 il prezzo di listino si aggirava attorno ai 15.000-16.000 euro, oggi nel 2017 ne vale 22.910 euro.
57300 O 5711?
Vuoi un pezzo di storia? Scegli il 57300, ora 41enne, con lineamenti che non hanno subito minimamente il passare del tempo e che resta e resterà “Il Nautilus”.
Cerchi un orologio sportivo, con un’ottima tenuta di polso ma, allo stesso tempo, sei alla ricerca di un orologio investimento? Prendi il 5711.
Qualsiasi sia la tua scelta, potrai bearti di possedere uno degli orologi sportivi più riconosciuti e richiesti al mondo.
Photo Credit: Professionalshots.it