Home » PROVA SU STRADA: Cadillac CTS-V

La Regina Elisabetta vestita da Sex Pistols? Non siamo abituati a considerare “abbondante” l’offerta di auto sportive provenienti dagli States. Tra Supercar e le più romantiche muscle car si ottiene un ventaglio sparuto: Ford Mustang, Chevrolet Corvette, Chevrolet Camaro, Dodge Charger o Viper.

Naturalmente ci limitiamo ai marchi che insistono sulla scena sin dagli albori del motorismo. Tra essi Cadillac, storico brand di lusso, prorompe nella categoria con un modello, la gamma “V”, che cerca affermazione altrove rispetto ai canoni tradizionali della Casa.

Il prestigio di un marchio di puro lusso sposa la sportività più estrema, insomma. Cosa ne scaturisce? Un’immagine decisamente inusuale, che riflette il coraggio di “tentare” di dare al brand contenuti inediti, slegandosi con vigore dal perpetuare il paradigma della “tradizione”.

Così ecco tre modelli con carrozzeria, rispettivamente, berlina, station e coupé che lanciano il guanto di sfida alle varie Audi RS6 (ed RS5), BMW M5 e Mercedes AMG: l’arma è il mostruoso motore General Motors LS9 (quello della Corvette ZR1 che sfida la Ferrari 599: 8 cilindri, 6,2 litri, compressore volumetrico, 620 Cv) anche se leggermente depotenziato (564 Cv, 770 Nm).

Così, posto che le tedesche hanno tutte (di serie) il limitatore e che l’Audi RS6 di nuova generazione ancora non c’è, CTS-V, CTS-V Station Wagon e CTS-V Coupé sono attualmente le più veloci al mondo nelle rispettive categorie: tutte superano i 300 orari di punta massima.

La CTS-V Station Wagon è l’ultima arrivata, il modello che completa la gamma e va a imporre la sua presenza sui classici feudi di Audi, Mercedes e BMW. In Italia la vendita è affidata a 8 concessionari ufficiali. I prezzi: CTS-V (82.931 euro), CTS-V Station Wagon (85.474 euro) e CTS-V Coupé (86.633 euro), decisamente competitivi rispetto alla concorrenza che supera sempre i 100.000 di prezzo.

CTS-V COUPE’: PIU’ TRADIZIONALE
Sposando maggiormente le caratteristiche della passione più sfrenata, la CTS-V Coupé è più romanticamente vicina allo scopo di un vero amante delle auto sportive: coupé due porte con motore anteriore 8 cilindri. Berlina e Station Wagon con motori da centinaia di cavalli, checché se ne dica, restano comunque una forzatura di concetto.

Posto che una Cadillac di nuova generazione la riconosci a chilometri (lo stile spigoloso, tipicamente anni ’70, è tutto lì) una V la noti al primo sguardo per la possente aggressività: griglie anteriori di grande impatto estetico, spoiler inferiore, pinze freno di colore giallo, ruote brunite e alcuni particolari dedicati. Sulla Coupé, ad esempio, spicca il grande doppio scarico al centro del fascione paraurti, riminiscenza troppo marcata della Porsche 911 GT3. Sulla Station Wagon si nota il grande paracolpi del differenziale posteriore. Elementi di una grinta sconfinata, forse anche troppo su un’auto che deve essere anche elegante.

LUSSUOSA MA FORTEMENTE CARATTERIZZATA
L’abitacolo palesa le sinergie di Gruppo: all’interno la CTS-V Coupé somiglia molto all’Opel Insigna. Da un lato non può che rendere più accogliente l’ambiente rispetto alle “plasticacce” delle solite americane. D’altro canto rende la somiglianza un po’ troppo vistosa con la tedesca. Forse una maggiore personalizzazione sarebbe stata più gratificante. Su tutto colpisce che a dispetto di un interno particolarmente curato nei dettagli e abbondantemente rivestito in pelle (sedili, pannelli porta, plancia, parte del tunnel…) e con numerosi particolari in radica, il volante sia rivestito in pelle scamosciata. Comodissimo per l’impugnatura ma questa non è una Porsche 997 GT3 RS, tantomeno una Ferrari 430 Scuderia o una Lamborghini Gallardo Superleggera.

SU STRADA
Fa specie guidare una bestia del genere. Sarebbe come chiedere alla Regina Elisabetta di prendere parte a un concerto dei  Sex Pistols e,ovviamente, di presentarsi in abiti adeguati alla circostanza.

La CTS-V Coupé naturalmente è non ha difetti particolarmente evidenti, se non quello, probabilmente, di non averci abituati alla sua presenza così possente.

Interessante le porte con apertura elettrica a pulsante, comoda la posizione di guida con sedili a regolazione completamente elettrica, emozionante che sotto il cofano anteriore si nasconda un motore ruspantissimo e con una baraonda di cavalli. Ma forse è troppo: una Cadillac così sportiva esige una curiosità oltre il normale per invogliare all’acquisto.

Peccato! Perché su strada è molto valida: nella guida in città è maneggevole e “dolce” nel procedere nel traffico. Il V8 LS9 è placido e sornione, si lascia condurre anche a 20 o 30 km/h con tranquillità, complice anche il cambio automatico.

E quando si voglia fare sul serio, la Cadillac CTS-V è ugualmente pronta al richiamo. La ripresa è possente come un jet al decollo mentre l’8 cilindri cambia voce e il suo canto ha quel timbro che ti conquista: profondo, basso, sgraziato, poco melodico, come si addice a un grande V8 americano. Presto & subito la CTS-V raggiunge velocità imbarazzanti, che per via dell’atmosfera molto ovattata ti restituiscono l’impressione di viaggiare chiusi in una bolla (primo difetto).

Inoltre si avverte il peso non indifferente e, ovviamente, il consumo di carburante raggiunge livelli indecenti se si voglia cercare di sfondare il pavimento con il gas. In curva l’assetto fa molto: il corpo vettura è stabile, il molleggio ridotto contribuisce molto alla stabilità e i larghissimi pneumatici fanno egregiamente il loro dovere. La frenata è massiccia e potente ma i dischi in carboceramica sarebbero dovuti essere installati obbligatoriamente!

E’ veramente straordinaria, rabbiosa come una belva e incarna appieno lo spirito di una grande auto sportiva americana. Del resto è pesante (come del resto le concorrenti tedesche), sgraziata nello stile e le manca un heritage adeguato e una personalità precisa. A questo punto le strade sono due: o sei filo-americano e la adori, o pensi che solo le Cobra, le Viper, le Camaro, le Barracuda o le Corvette siano le uniche che valga la pena osannare.