Home » Prova su strada: Renault Twizy

TUTTA MIA LA CITTA’. MILLE VOLTE PIU’ SICURA DI UN MAXI SCOOTER (HA L’AIRBAG!) E DI UNA MICRO CAR. SCATTANTE, INCOLLATA A TERRA, PRATICA.

E’ frustrante girarsi intorno e notare quante automobili siano “abitate” da un solo individuo. Questo causa traffico e inquinamento. La grande sfida del futuro sarà cercare di rendere le città un po’ più vivibili, velocizzando la circolazione e abbassando l’aria mefitica che respiriamo.

Renault ci sta già pensando. E per l’occasione ha creato un’intera gamma di veicoli elettrici.

L’INNOVAZIONE DI RENAULT

Renault è sempre stata un’azienda innovativa. Negli Anni 80 ha inventato, con l’Espace, la monovolume (e qualche anno più tardi ne ha fatto addirittura una versione da corsa, l’Espace F1). E’ riuscita anche a installare un V6 3.5 al posto dei sedili posteriori della Clio, creando, con la Clio V6, l’erede della grande Renault 5 Turbo 2.

Oggi Renault crede molto nell’elettrico. E ce lo dimostra con una gamma completa di modelli a inquinamento ZERO, riuniti nella gamma Z.E. (Zero Emission): la piccola Twizy, la berlina Fluence, il veicolo da lavoro Kangoo e, in arrivo tra poco, ZOE che andrà a posizionarsi tra le citycar del segmento B.

COS’E’ TWIZY?

Renault la definisce un “urban crosser“, un quadriciclo elettrico da città, lungo 234 cm e largo 123, equipaggiato con un motore elettrico (che muove le ruote posteriori) e alimentato con un pacco di batterie al litio. Il gruppo moto-propulsore è posizionato posteriormente, sotto il sedile posteriore.

Ha la carrozzeria in materiale plastico, 4 freni a disco, airbag anteriore e due sedili disposti “in tandem”, entrambi con cintura di sicurezza a tre punti.

Il suo regno è la città, dove è necessario essere piccoli, dinamici e svelti per muoversi agilmente nel traffico ma, soprattutto, poter accedere alle aeree a traffico limitato e parcheggiare dovunque.

Twizy rappresenta l’alternativa al maxi scooter, rispetto al quale è più confortevole, più pratico, più comodo ma, soprattutto, molto più sicuro.

E, grazie all’alimentazione a batteria, non produce emissioni. Renault dichiara una percorrenza “omologata” fino a 100 chilometri con una carica completa delle batterie al litio.

VERSIONI, ALLESTIMENTI

La Renault Twizy è in listino in due versioni e con 3 allestimenti (Urban, Color, Technic).

La prima, la Renault Twizy 45 “per ragazzi”, si guida con la patente per lo scooter e sfrutta 9 Cv (e 33 Nm di coppia) del motore elettrico. Raggiunge 45 km/h. Viene proposta a 6.990 euro di prezzo.

La seconda, la Renault Twizy 80 “per adulti”, si guida con la patente A o B. E’ più potente (17 Cv, 57 Nm) e veloce (80 km/h) ma è anche più costosa: 7.800 euro.

Il motore elettrico è stato sviluppato attingendo all’unico comparto disponibile dove Renault ha fatto adeguata sperimentazione: quello delle corse. Renault, infatti, negli ultimi anni ha acquisito una adeguata competenza nel settore dell’elettrico sviluppando il sistema KERS per la Formula 1.

Le batterie della Renault Twizy si ricaricano in 3 ore e mezza. Sul musetto un piccolo sportello permette di accedere a un vano con la spina, che può essere agganciata a una qualsiasi presa di corrente da 220 V.

In entrambi i casi Renault non vende anche le batterie ma propone un’unica formula di noleggio. Le batterie della Twizy sono quindi “in affitto” a un prezzo di 60 euro al mese (IVA compresa, assistenza stradale inclusa), che si abbassano progressivamente aumentando la durata del contratto di noleggio.

COME VA SU STRADA

L’abitacolo della Renault Twizy ha il posto guida centrale, con ai lati adeguato spazio per appoggiare la 24 ore come le borse della spesa. Il sedile, regolabile in senso longitudinale, ha lo schienale fisso ed è abbastanza comodo sebbene, essendo in gomma rigida, in estate può causare qualche problema di sudorazione.

L’accesso al posto posteriore risulta un po’ macchinoso (dovendosi fare largo tra le cinture) ma una volta raggiunto, è abbastanza comodo (a meno di non avere la fortuna di un paio di gambe chilometriche come quelle di Heidi Klum) sebbene lo spazio non sia abbondante. Ma si può comunque trasformare in un’area di carico posteriore per portare carichi (spesa, animali, piccoli bagagli).

Al volante la Twizy restituisce sensazioni simili a quelle di un cart. L’atmosfera di un abitacolo “quasi” ermeticamente chiuso” (sul nostro esemplare sono montate le porte e la protezione superiore: 600 + 350 euro) protegge il pilota da vento e intemperie (ma durante la stagione fredda gli spifferi si sentono, specialmente a danno del passeggero posteriore).

Non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze e dalle microcar: la posizione di guida della Twizy è stata studiata per essere la stessa di un’auto normale. Lo sterzo è molto diretto e questo permette di sfruttare l’agilità del piccolo corpo vettura (la versione “veloce” da 8o km/h pesa 447 kg) e lo scatto del motore elettrico per una guida frizzante e sicura. Infatti il baricentro basso e l’assetto rigido danno una sensazione di grande stabilità, al punto che, nelle curve strette, anche esagerando, è molto difficile innescare un sottosterzo. Grazie al peso contenuto, inoltre, anche la frenata è potente e ben modulabile.

L’autonomia che abbiamo riscontrato durante il test è stata di 80 chilometri, che in un uso esasperato (provando a guidare “come 0-100 comanda“) è scesa a poco più di 50 chilometri. Molto fanno, in tal senso, le numerose colonnine di ricarica sparse per la città di Milano, scenario del test. Oppure la sera, la rimetti nella sua “tana” e l’attacchi al biberon: in circa 3 ore e mezza, le batterie sono di nuovo cariche.

I PUNTI DI FORZA

Costi di gestione (bollo, assicurazione, manutenzione) assimilabili a un maxi-scooter.
Nessun costo del carburante
Costi di ricarica pari a quelli di un caffé al bar
– Sensazione di maggiore sicurezza e riparo, rispetto a uno scooter e a una micro car
Airbag anteriore
– Agilità, tenuta di strada
Frenata
Motore scattante

DOVE SI PUO’ MIGLIORARE

– Spazio per il passeggero posteriore
– Protezione dell’abitacolo da vento e acqua
– Assetto (molto rigido).