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Addio a Gianni Lancia: con lui il marchio torinese divenne un mito

UN DECLINO SEMPRE PIU’ MALINCONICO. NON BASTAVANO LE DICHIARAZIONI DI MARCHIONNE (LE LANCIA? LE VENDEREMO SOLO IN ITALIA) E IL “FRUSTRANTE” SPETTACOLO DELLE LANCIA DA CORSA ALL’ULTIMA VERNASCA SILVER FLAG (VEDI LO SPECIALE DI 0-100.IT). GIANNI, FIGLIO DEL FONDATORE VINCENZO E ARTEFICE DEI MODELLI SPORTIVI DEGLI ANNI 50 (DALL’AURELIA B20, ALLA D24 ALLA D50) SI E’ SPENTO ALL’ETA’ DI 90 ANNI.

Si è spento a Torino, all’età di 90 anni, Giovanni “Gianni” Lancia, figlio del fondatore Vincenzo. L’erede della dinastia Lancia riposa nel cimitero di Fobello (provincia di Vercelli), nella cappella di famiglia, accanto al padre.

Da questo piccolo paese, dove la dinastia Lancia imperversava fin dalla metà del 1500, anche Vincenzo, classe 1881, si era stabilito a Torino e qui aveva fondato il marchio automobilistico con il suo nome.

La morte di Gianni Lancia sembra quasi un altro segno del declino che il marchio Lancia sta attraversando, ignorato dal Gruppo FCA e relegato, da Sergio Marchionne a un brand di importanza esclusivamente nazionale.

GIOVANE E COMBATTIVO

Gianni Lancia entra in azienda molto giovane e nel ’47 ne era salito alla guida. Ha solo 23 anni e una laurea fresca in ingegneria conseguita all’Università di Pisa. Il giovane Lancia è bravo, intraprendente, volitivo, visionario. Non contento dell’immagine aziendale inizia subito un  profondo processo di cambiamento ingaggiando il grande Vittorio Jano.

Da questa nuova gestione l’azienda di Chivasso si trasforma in un grande brand con forte accento sportivo. Vessillo di questo nuovo corso è la Aurelia, che nella versione B20 magistralmente carrozzata da Pininfarina diventa una delle prime Gran Turismo della storia e la prima in assoluto equipaggiata con un motore 6 cilindri a V.

L’impronta sportiva del marchio Lancia continuò a espandersi con la nascita della Squadra Corse Lancia animata da un esercito di nuovi modelli per la categoria Sport e monoposto.

Nascono, in quest’ottica la coupé D20 e le barchette sport D23D24 (vincitrice della Carrera Panamericana Mexico del ’53 e la Mille Miglia del 1954 con Alberto Ascari) e D25. Il salto in Formula 1 avviene nel ’54 con la D50 progettata da Jano (recentemente vista alla Vernasca Silver Flag 2014).

L’ABBANDONO

I successi sportivi, tuttavia, non riescono a eguagliare quelli finanziari, gravati da ingenti investimenti (le fabbriche e un grattacielo) che avevano fiaccato le casse aziendali.

Fortemente osteggiato da contrasti interni, nel 1955 Gianni Lancia è costretto a vendere l’azienda. Il marchio viene ceduto al Gruppo Pesenti. Il nuovo Presidente, Giampiero Pesenti, fa terra bruciata di tutti i Lancia del consiglio di Amministrazioni: prima Gianni poi le sorelle Eleonora e Anna Maria.

Si trasferisce in Brasile, dove mette in piedi un’attività nel settore alimentare. Negli ultimi anni di vita torna in Europa e sceglie la Costa Azzurra per una tranquilla pensione, al riparo da qualsiasi tentativo di estorcergli qualche intervista sui bei tempi alla guida della Lancia.