Volkswagen Golf: prodotto l’esemplare numero 30 milioni
GOLF UBER ALLES. SE VUOI RISPARMIARE COMPRI UNA FIAT BRAVO. SE HAI BISOGNO DI SODDISFARE IL TUO EGO PUNTI ALL’AUDI A3. IN MEDIO STAT VIRTUS. QUALI SARANNO LE GOLF DA COLLEZIONE DI DOMANI?
Il 14 giugno dalle catene di montaggio dello stabilimento di Wolfsburg è uscito l’esemplare numero 30 milioni della Volkswagen Golf, oggi giunta alla settima generazione.
Durante la cerimonia di consegna del premio Car of the Year 2013, andato alla Vw Golk VII, Martin Winterkorn, numero uno di Volkswagen, commentando entrambi i risultati conseguiti dalla berlina hatchback più famosa del mondo ha dichiarato che “La storia della Volkswagen Golf è essa stessa storia del progresso tecnologico dell’automobile! La trazione anteriore sicura sulla Golf MK1, il motore TDI sulla Golf MK3, l’ESP e il cambio a doppia frizione sulla Golf MK4 e il sistema automatico di frenatura “post-collisione” nell’ultima generazione sono la continua dimostrazione del valore della Golf nel “democraticizzare” il progresso. Grazie alla Golf sicurezza, comfort e divertimento di guida non sono più una questione di denaro“.
Volkswagen Golf MK1 (1974 – 1983): gli ingegneri Volkswagen riuscirono nel “miracolo”, passando dal Maggiolino alla Golf, dal motore posteriore raffreddato ad aria con trazione posteriore al motore e trasmissione anteriore. I designer, dal canto loro, hanno prodotto una linea intramontabile: dalle forme rotonde del Maggiolino al designer “razionale” e spigoloso della Golf, tracciato nelle sue linee guida da Giorgetto Giugiaro.
Volkswagen Golf MK2 (1983 – 1991): questa generazione ha visto il debutto di importanti novità tecnologiche. Il catalizzatore fu installato per la prima volta nel 1984, l’ABS nel 1986 insieme alla trazione integrale Syincro sulla Rallye Golf prodotta in serie limitata e sulla Golf Ranch. Già questa generazione era considerata definitivamente un’icona dell’automobile.
Nella definizione del design della seconda famiglia della Golf, i designer cercarono di svecchiare le forme attuando la strategia del “Visual DNA”
Volkswagen Golf MK3 (1991 – 1997): per la prima volta (1992) la Golf offriva gli airbag anteriori, oltre a un generale miglioramento della scocca grazie a numerosi crash test. Nel 1993 debuttò il motore Turbodiesel TDI con sistema iniettore-pompa
Volkswagen Golf MK4 (1997 – 2003): l’allora capo del design Hartmut Warkuß produsse una nuova forma che ha creato le basi per le golf del futuro. Questo modello viene da molti considerato la serie pioniera del modello attuale ma anche un’auto ricca di tecnologia: ESC (controllo elettronico di stabilità, 1998) e cambio a doppia frizione (2002).
Volkswagen Golf MK5 (2003 – 2008): la lamiera saldata al laser ha prodotto un guadagno del 35% nella rigidità torsionale. Nel 2007 ha debuttato il motore Blue Motion (4,5 l/100 km/ di consumo medio su alcune versioni).
Volkswagen Golf MK6 (2008 – 2012): ulteriore evoluzione della sicurezza strutturale ha permesso alla quinta generazione della Golf di guadagnare le 5 stelle Euro NCap. In questa serie viene inoltre introdotto il motore TSI (iniezione diretta, fasatura variabile della distribuzione, turbocompressore a geometria variabile) e il nuovo motore TDI con tecnologia Common-Rail.
Volkswagen Golf MK7 (dal 2012): rispetto alla precedente generazione il peso medio è calato di 100 kg e il consumo si è ridotto del 23%. Il motore TDI Blue Motion riceve un ulteriore affinamento che lo porta a dichiarare un consumo medio di appena 3,2 litri ogni 100 km. L’ultima generazione dispone di sistemi di sicurezza all’avanguardia come il PreCrash e il Post-Collision Braking System.
COLLEZIONISMO
Dove finisce un buon usato, inizia il collezionismo. E’ noto che l’invecchiamento precoce dei prodotti e la spietata concorrenza tra attori del mercato, produce un ricambio continuo di modelli, prodotti in milioni di esemplari e destinati a vedere il loro valore abbassarsi molto velocemente.
Nel caso della Golf si può parlare di collezionismo, ad oggi, solo con riferimento ai modelli sportivi e molto datati. Il consiglio, perciò, è quello di puntare alle prime serie, tenendo conto che difficilmente la rarità del modello, a mano a mano che ci avviciniamo ai giorni nostri, riesce a fare la differenza sul piano del valore.
In cima alla scala delle preferenze si posiziona senza dubbio la GTI MK1 del ’76. Per un esemplare in ottime condizioni (arduo trovarle con pochi chilometri) le quotazioni possono superare 15.000 euro. Ugualmente interessante, anche se non valutabile allo stesso modo, potrebbe essere la GLI Cabriolet.
Da qui in avanti, il ruolo “collezionistico” di una Golf tiene inevitabilmente conto dei chilometri e delle condizioni. La Golf GTI 16v Mk2 è certamente un buon prodotto, anche se, forse, poco appetibile dal punto di vista collezionistico. Più interessanti (ma le condizioni devono essere immaccolate) possono apparire la GTI G60 (10.000 euro puntando a esemplari con meno di 90.000 chilometri) con compressore volumetrico e, soprattutto, la Rallye Golf di fine Anni 80 (15.000 euro con meno di 70.000 km), a suo tempo acclamata con una vera e propria Instant Classic.
Nel caso della Golf MK3, si comincia a camminare sullo spartiacque. Questo modello è molto recente e può essere stato soggetto a tuning del motore. Può essere intelligente puntare sulla GTI 16v da 150 Cv o sulla VR6 da 174 Cv, a condizione, per un interesse che “potrebbe” diventare collezionistico (tra una ventina d’anni) di puntare su modelli con chilometraggio “normale”).
Dalla Golf MK4, parlare di collezionismo è ancora troppo presto. Vale quindi la pena adottare la filosofia del “buon usato che fa la differenza”. Una Golf con tanti cavalli è un’auto compatta, sportiva, affidabile, comoda, ideale per chi vuole puntare su una vettura di qualità. Potrebbe essere interessante, allora, se non la GTI, la prima Golf R32 (max 20.000 euro).