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Autovelox e posti di blocco: lo scherzetto potrebbe mandarli in galera | Nessuno sa che è reato

Autovelox

Un caso di cronaca davvero curioso in cui alcune persone, amministratori di un gruppo WhatsApp, rischieranno il carcere.

Il Codice della Strada viene troppo spesso calpestato ed ignorato dagli automobilisti italiani. Violazioni ai limiti di velocità, alle distanze di sicurezza o la non osservanza di altre misure pensate per salvaguardare l’incolumità degli utenti della strada sono all’ordine del giorno e, sebbene spesso si risolvano in un nulla di fatto, costituiscono delle infrazioni gravi.

Per regolare questa situazione lo Stato impiega forze e strumenti come pattuglie e rilevatori di velocità – o autovelox. L’utilizzo di questi dispositivi non è indirizzato al guadagno del Comune che li installa, bensì al controllo indiretto del traffico stradale. Sapere della presenza di un autovelox obbliga gli automobilisti a rispettare tutte le regole alla guida.

Ma conoscere la posizione di un autovelox o di una pattuglia con rilevatore di velocità mobile può avere anche un altro effetto collaterale, uno affatto positivo. Gli automobilisti più “furbi” potranno infatti viaggiare a qualsiasi velocità ed in qualsiasi condizione fino a ridosso dell’autovelox, rallentare per un breve tratto e poi ripartire. Inutile dire che si tratta di un comportamento pericoloso.

Veniamo ora all’argomento in questione. Un caso di cronaca che riguarda proprio autovelox, pattuglie e guida pericolosa che è avvenuto in provincia di Brescia. I responsabili della bravata rischiano delle multe rovinose, perdita di punti della patente ma, soprattutto, diversi anni di carcere.

Il gruppo WhatsApp per autovelox e pattuglie

Dal Bresciano ci arriva la notizia che un gruppo di persone aveva creato una chat sulla popolare app di messaggistica WhatsApp in cui venivano condivise le posizioni di autovelox e pattuglie della zona. Tutti i partecipanti alla chat potevano beneficiare di un navigatore satellitare costantemente aggiornato che mandava aggiornamenti continui.

I rischi legati a questo comportamento sono ovvi. Anzitutto, conoscere a menadito la posizione di autovelox fissi e mobili rende di fatto nulla la loro utilità: come detto prima, gli automobilisti irrispettosi delle regole si limiteranno a rallentare a ridosso del dispositivo. Inoltre un messaggio improvviso potrebbe causare frenate brusche o distrazione nel guidatore. Per queste ragioni segnalare la presenza di autovelox e posti di blocco costituisce reato.

Rischio prigione per i creatori del gruppo

Cosa rischiano i creatori del gruppo

Gli amministratori del suddetto gruppo, e tutti i suoi partecipanti, hanno tempestivamente abbandonato la chat quando lo sguardo delle autorità si è posato su di loro. L’indagine è ancora in corso, ma i “furbetti” rischiano una multa salatissima, la perdita di tre punti della patente e la detenzione da 1 a 5 anni.

Gli autovelox non devono invogliarci ad andare oltre i limiti di velocità e stare attenti ai cartelli che li segnalano. Sarebbe cosa buona e giusta stare sempre al di sotto dei limiti e nel rispetto delle regole; troppi incidenti in Italia sono causati da comportamenti superficiali che sottovalutano i rischi di una guida sconsiderata.