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Michael Schumacher: ogni giorno che passa le speranze si allontanano

E’ TRASCORSO QUASI UN MESE DALL’INCIDENTE SULLE NEVI DI MERIBEL E SULLE CONDIZIONI DI MICHAEL SCHUMACHER E’ CALATO IL SILENZIO PIU’ TOTALE. E’ UN ATTEGGIAMENTO CHE PREOCCUPA. OGGI A JEREZ LA MERCEDES PRESENTA LA VETTURA DI F1 PER IL 2014, INTITOLATA AL PILOTA.

Dallo scorso 29 dicembre Schumacher è ricoverato all’ospedale di Grenoble per i postumi di una caduta sulle piste dell’impianto sciistico di Meribel.

Il pilota, da quel giorno, a causa di un grave trauma cranico, è in coma farmacologico e ha già subito due interventi per la riduzione di ematomi cerebrali diffusi.

Ma la situazione appare preoccupante: famigliari e medici persistono in un totale silenzio, segno che la situazione dell’ex Ferrarista rimane stazionaria in uno stato di elevata criticità.

Jean-Marc Orgogozo, professore di neurologia all’Università di Bordeaux e direttore della Federazione di neuroscienze, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Le Point in cui spiega la situazione: “Non conosco il quadro clinico con precisione ma posso affermare che, purtroppo, il tempo gioca a sfavore. Ogni giorno che passa diminuiscono le possibilità che la situazione migliori. L’intervento subito dal paziente sul trauma ‘chiuso’ avrebbe dovuto dare un beneficio se non immediato, almeno veloce. Questo non è avvenuto il che mi fa supporre che le lesioni interne sono ampie e diffuse e hanno poche possibilità di regredire”.

La terapia attuale (Michael Schumacher viene tenuto in coma artificialmente e in stato di ipotermia) stabilizza le lesioni che si ritengono irreversibili, ma se il danno subito è troppo esteso, continuare così non produce nulla di buono. Anzi: il coma può causare complicazioni al sistema immunitario, mentre l’ipotermia può influire negativamente sulla circolazione“.

Ripeto, non ho analizzato la cartella clinica ma è indubbio che prossimamente sarà necessario svegliare il ferito altrimenti questa condizione attuale produrrà seri danni. Di solito, la strategia è quella di “alleggerire” il coma. Certo è che la situazione appare inquietante: è trascorso un mese e non sembrano esserci riscontri positivi. Una ripresa completa, a questo punto, sarebbe quasi un miracolo, anche se non impossibile“.