Home » TEST DRIVE: Peugeot RCZ 1.6 THP 200 Cv

COUPE’ TERRIBLE. LA GUARDI DA FUORI E NON DIRESTI CHE E’ UN PIANALE DI “VECCHIA” 308 CON MOTORE ANTERIORE. INVECE SEMBRA UN COUPE’ NEOCLASSICO CON MOTORE CENTRALE-POSTERIORE (RICORDA VAGAMENTE L’ABARTH 750 “GOCCIA” DI VIGNALE DEL ’57). IL SET UP GIOCA A SUO FAVORE: IL 4 CILINDRI 1.6 DA 200 CV TI “TRASCINA” VERSO LE CURVE REGALANDOTI SENSAZIONI GUSTOSE. UN OTTIMO COMPROMESSO TRA LA GUIDA DI TUTTI I GIORNI (BASSA E CON UNA BELLA POSIZIONE DI GUIDA) E LE PRESTAZIONI SPORTIVE. PECCATO UNO 0-100 IN PIU’ DI 7″ (MA C’E’ L’RCZ-R).

Eravamo abituati a sognare una Peugeot grazie all’accelerazione cardiaca prodotta da concept grandiose (ma altrettanto difficili da produrre in serie per il loro carattere volutamente etereo) come la Oxia del 1988 (4 ruote sterzanti, 680 Cv), la Asphalte del 1996 o la 907 12 cilindri del 2004.

L’RCZ è quindi un unicum della produzione: una coupé autentica, ispirata da esigenze di pura emozionalità, di dinamicità spiccata, di giovanile e appassionato approccio alla guida, di personalità ineguagliabile (trovatene una che le assomigli!), di ricerca del recupero dell’antico gusto di possedere un oggetto raffinato (come lo fu per la Giulietta Sprint, la Lancia Fulvia Coupé, la Porsche 356, la Renault Alpine A110) pensando a quei bei tempi andati quando con un’auto sportiva bastava il caschetto in testa per presentarsi sulla griglia di partenza alla Coppa Intereuropa Monza.

DESIGN

L’RCZ, particolarissima ed evocativa con l’originale greenhouse perfettamente ad arco, le sue gobbe longitudinali sul tetto che proseguono a creare il lunotto (sublime reminiscenza dello stile di Zagato che ha vestito auto oggi preziosissime: le Osca 1600 GT, le Fiat 8V, le Maserati A6 G54, le Abarth 750…) emana un’aura di prototipo, di fuoriserie (effettivamente: scocca della 308 su cui il centro stile Peugeot ha adattato un vestito sartoriale), di auto speciale da concorso d’eleganza o per giocare di sterzo lungo un misto ampio ed elettrizzante.

L’andamento sinuoso dei montanti laterali, i fianchi posteriori larghi, i volumi compatti parlano un linguaggio speciale, armonia di sportività e qualità del design.

POSIZIONE DI GUIDA

Il corpo vettura basso, i sedili sportivi profilati con poggiatesta integrato, la linea di cintura alta obbligano a gesti e mosse inusuali su una Peugeot. L’ambientazione dell’abitacolo è per tutti i giorni con un sapore diverso: plancia e comandi sono della “vecchia” 308 ma sedili, visuale, portiere, posizione di guida appartengono a un altro linguaggio.

La peggiore concorrente dell’Audi TT si può scegliere (escludendo per un istante la regina RCZ-R da 270 Cv) con motore 1.6 turbo da 155 Cv o con il 2.0 turbodiesel da 163. Sul secondo non si potrebbero avere dubbi se l’esigenza fosse unicamente quella evitare i balzelli della Guerra d’Africa del Regno d’Italia. Ma su una vettura come questa, tutto sommato, le emozioni hanno il loro peso e la razionalità, per una volta, possiamo metterla da parte: 200 Cv sono perfetti su di lei e il 6 marce meccanico è proprio il top del richiamo all’antico (se la vostra indole modernista e sofisticata non vi spinge a scegliere la trasmissione automatica); se fosse un “quattro” non avremmo dubbi di essere indietro di 60 anni e poter iscrivere l’RCZ alla Mille Miglia.

La posizione di guida più consona è quella sportiva: schienale dritto, braccia piegate, gambe distese. L’abitacolo è basso, così come la seduta, e particolarmente intrigante con la plancia che “sembra” scivolare verso di voi con un movimento sinuoso. Ma è spazioso e confortevole.

Il volante a tre razze sportivo ha un diametro positivamente piccolo, la giusta rapportatura (anche se, forse, un po’ troppo morbido). la leva del cambio è spostata parecchio in alto offre una manovrabilità buona.

AL VOLANTE

L’RCZ si guida con il cuore, ascoltandone il suono del motore (accordato in modo sportivo), sfruttando tutte le traiettorie. Pesa 1.370 chili, un buon valore per esaltarne l’agilità e l’ottima tenuta di strada grazie al baricentro abbassato e alle carreggiate allargate rispetto alla 308. Così l’RCZ si esalta: arrivando veloci in ingresso, frenando con decisione grazie ai grandi dischi da 380 mm di diametro (il corpo vettura resta saldo e stabile, la frenata è molto potente e sicura), percorrendo la corda in velocità e uscendo in accelerazione sfruttando il mordente e i 275 Nm di coppia già a 1.700 giri. Si imbarca un po’ ma ti restituisce, nel complesso, una soddisfacente e positiva sensazione di stabilità e precisione giocando sulla facilità di gestione dell’avantreno.

I cambi marcia sono rapidi grazie al piacevole leveraggi corto della leva del cambio (quello della Toyota GT-86 lo era ancora di più), precisa ed esente da impuntamenti.

IN CONCLUSIONE

Dopo un test di oltre 600 km abbiamo verificato (computer di bordo), una percorrenza media pari a 9,5 km/l ma, va confessato, guidando l’RCZ 1.6 THP 200 CV con un ritmo tra il “vivace” e il “vivo” perché Peugeot, in fin dei conti, ha stabilito per questo modello un’immagine dinamica.

Il team di ingegneri Peugeot è riuscito nel trasformare un pianale per tutti i giorni in una macchina sportiva ma l’ago della bilancia del compromesso, secondo noi, pende verso il lato della sportività: sterzo preciso, frenata potente, accelerazione intensa, ripresa forte e sostenuta. E’ anche confortevole, pratica e silenziosa ma questo suona, francamente, banale. Interessa sapere che, come sportiva sofisticata, sia riuscita a convincere un team tendenzialmente “fuori statistica” come quello di 0-100.it.

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