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Tutti pronti per la nuova Ferrari 458 con motore biturbo?

NEL FRATTEMPO VI RACCONTIAMO  DI TUTTE LE FERRARI TURBO STRADALI. DOMANI, 3 FEBBRAIO, SCADE L’EMBARGO SULLA FERRARI 458 ITALIA “MK2”, O “SECONDA SERIE”, O “F458M”. SEGUENDO IL PERCORSO TRACCIATO CON LA CALIFORNIA T PRESENTATA A GINEVRA 2014, LA POSSIBILE FERRARI 458 T SEGNA IL RITORNO, ANCHE PER LA CLASSICA BERLINETTA 8 CILINDRI, AL TURBOCOMPRESSORE.

Mancano poche ore alla diffusione delle prime informazioni della nuova Ferrari 458 Italia biturbo, che sarà presentata al Salone di Ginevra 2015. Il nuovo modello segna il ritorno alla turbocompressione anche sulle berlinette 8 cilindri, corrente produttiva inaugurata dalla 308 GTB del 1975 e, per quanto riguarda i modelli sovralimentati, dalla 208 GTB Turbo del 1982. Secondo le ultime proiezioni, la coupé di Maranello, abbandonato il V8 aspirato di 4,5 litri dovrebbe adottare un V8 biturbo da 3,8 litri.

Di seguito, vi proponiamo una piccola storia delle Ferrari stradali con motore turbo.

Ferrari 208 GTB / GTS Turbo (1982 – 1985). La prima Ferrari stradale con motore turbo della storia fu presentata al pubblico nel 1982 al Salone dell’Auto di Torino. Sfruttando l’elevato know-how che arriva dalla Formula 1, l’obbiettivo fu di cercare di ridurre il divario di potenza tra la poco soddisfacente 208 GTB da 155 Cv (che, però, sollevava dalla super tassa vigente in Italia per vetture oltre i due litri) e la più potente (e più costosa) 308 GTB. L’8 cilindri di 1.991 cc, in posizione centrale-trasversale, con turbo IHI forniva ben 220 Cv a 7.000 giri e 240 Nm a 4.800 giri. Con un peso dichiarato di 1.232 kg, dichiarava 242 km/h di velocità massima. Era disponibile anche in versione GTS con tettuccio rigido asportabile tipo targa. Fu prodotta fino al 1985. Esteticamente si poteva riconoscere per la presa d’aria tipo NACA sulla fiancata sinistra, subito davanti al passaruota posteriore.

Produzione: 437 (GTB), 250 (GTS)
Primo numero di telaio: 41357 (GTB), 42863 (GTS)
Ultimo numero di telaio: 59277 (GTB), 55343 (GTS)

Ferrari GTB / GTS Turbo (1985 – 1989). In occasione del lancio della Ferrari 328 GTB, Maranello aggiornò anche la più piccola versione 2 litri con turbocompressore. Grazie a una serie di novità tecniche il motore 2 litri F 106 AB/TR (che conservava le stesse misure di corsa e alesaggio del precedente motore) arrivò al nuovo picco di 254 Cv a 6.500 giri grazie all’iniezione Bosch K-Jetronic e a un nuovo turbo IHI che pompava fino a 1,05 bar di pressione. Ad eccezione della presa d’aria per l’aria del turbo sulla fiancata, la vettura era esteticamente identica alla 328.

Produzione: 308 (GTB), 838 (GTS)
Primo numero di telaio: 63277 (GTB), 63739 (GTS)
Ultimo numero di telaio: 83137 (GTB), 83158 (GTS)

Ferrari 288 GTO (1983 – 1985). Presentata al Salone dell’Auto di Ginevra del marzo 1984 la 288 GTO è la capostipite delle hypercar di Maranello. Questo modello sviluppato attingendo con particolare abbondanza alle competizione, ripropose la corrente produttiva delle Ferrari in serie limitata, interrotta 20 anni prima con la 365 California. La ragione non fu di marketing ma, sostanzialmente, di opportunità. Ferrari puntava ad omologare la GTO nella categoria Gruppo B. Anche se esteticamente simile alle contemporanee Ferrari 208 e 308, sotto la pelle era completamente differente: passo più lungo (il telaio F 114 AB 100 era lungo 245 cm, 10 in più di una 308), motore longitudinale, carrozzeria in compositi e vetroresina. Il motore, siglato F 114 B 000, era un V8 di 2.855 cc, equipaggiato con 2 turbocompressori IHI per complessivi 400 Cv a 7.000 giri. La 288 GTO era una vera primatista in prestazioni, capace di raggiungere 305 km/h. Anche il prezzo era da primatista: circa 200 milioni di Lire contro i circa 60 di una Ferrari 208.

Produzione: 272
Primo numero di telaio: 44421
Ultimo numero di telaio: 58345

Ferrari F40 (1987 – 1992). Fu presentata nel 1987 per celebrare i 40 anni della Ferrari ed era il risultato di un complesso sviluppo attuato con la Ferrari GTO Evoluzione, della quale furono prodotti 5 esemplari. Concettualmente simile alla 288 GTO era, rispetto a questa, molto più estrema. Il passo era lo stesso ma le carreggiate erano allargate. Il telaio tubolare F 120 AB era pure derivato dalla GTO ma con numerosi rinforzi e una struttura a “deformazione progressiva” nella zona anteriore per rispondere ai regolamenti d’omologazione degli altri Paesi. La carrozzeria, consistente in soli 11 pannelli, era totalmente in fibra di carbonio e compositi, una prima assoluta per la Ferrari. Il propulsore F 120 D 040, a 8 cilindri a V di 90° con distribuzione bialbero, 24 valvole e due turbo, forniva 478 Cv 7.000 giri ed era accoppiato a un cambio a 5 marce. Lo stile opera di Pininfarina, restituiva l’immagine di una Ferrari da corsa con targa stradale. Effettivamente, l’unica concessione al comfort era il climatizzatore semiautomatico. Altrimenti l’abitacolo era quanto di più scarno ed essenziale si potesse immaginare (ad eccezione di un esemplare confezionato per il sultano del Brunei, colore grigio, con interno in pelle e vetri elettrici). Entrata in listino a 373 milioni di Lire, arrivò a 421 ma sul mercato collezionistico i contratti d’acquisto vennero scambiati a cifre superiori al miliardo.

Produzione: 1.315
Primo numero di telaio: 73015
Ultimo numero di telaio: 95317