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Vernasca Silver Flag 2023: ecco come si correva una volta | Sapori dal passato

Foto di Augusto Pellucchi

La rievocazione piacentina ha mostrato a un folto pubblico, anche di giovani, come si correva una volta, con fatica ed emozione.

L’ultima edizione della Vernasca Silver Flag, pur partendo con un tempo inclemente, ha di nuovo riunito sullo stesso suggestivo tracciato, tra verdi colline avvolte dal calore emiliano, rinomate squadre, come la Sant’Ambroeus, la Collezione Panini e la Fondazione Gino Macaluso; insieme a tanti privati, accorsi da molto lontano con la propria auto su rimorchio. Quella che è avvenuta alle porte dell’estate e all’ombra delle torri di Castell’Arquato, per mano di ASI e del Club Piacentino Automotoveicoli d’Epoca, grazie anche al supporto di un partner come Maserati, è stata molto più di una semplice passerella, ma un’occasione di rivivere, pur coi dovuti limiti, un’atmosfera che molti credono sia rimasta su vecchie fotografie in bianco e nero.

La Vernasca Silver Flag si rifà alla Castell’Arquato – Vernasca, gara di regolarità disputata tra il 1953 e il 1974, alla quale hanno preso parte grandi piloti come Arturo Merzario e Andrea De Adamich, al volante di sportive di serie e prototipi strappati dalle piste, cimentandosi in un percorso che si snoda dai rettilinei in pianura a impegnativi tornanti, dove i dislivelli dell’asfalto la fanno da padroni. Una manifestazione che per un ventennio ha portato, in questo pittoresco angolo di campagna, le migliori auto del mondo, che a partire dagli Anni ’90, ASI e CPAE hanno riportato in vita.

Tra il 10 e l’11 giugno, a Castell’Arquato, alla Vernasca Silver Flag, la pluricentenaria solidità delle mura medievali è stata messa a dura prova dai tanti cavalli vapore sprigionati ai loro piedi, per colpa anche del grande campione Miki Biasion. Il grande eroe della squadra Lancia ha portato tra i curvoni della Val d’Arda la 037 ex ufficiale e la Ferrari 308 Rainbow di Bertone, quest’ultima facente parte dell’eredità lasciata dalla storica carrozzeria torinese.

La Fondazione Gino Macaluso ha partecipato con un altro pezzo da 90 dei rally, la Lancia Stratos ufficiale in livrea Alitalia, e non era neanche l’unico esemplare di questo modello presente ai box. Il mito dei rally di una volta è stato ampiamente omaggiato con ben due Deltoni appartenuti all’equipe della casa, dalla Ford RS 200, dalla MG Metro Gruppo B e dall’intramontabile Sierra Cosworth.

Foto di Augusto Pellucchi

Una corsa da raccontare

La Scuderia Sant’Ambroeus ha fatto man bassa di premi con delle perle davvero rare, come la Ferrari 166 carrozzata Touring, Ferrari 857 S e Fiat Balilla 508 S Coppa d’Oro. Alla Vernasca Silver Flag 2023, oltre ad affermati e prestigiosi team, si sono trovati a loro agio anche tanti incorreggibili self made pilots, da ogni parte del globo, che insieme a pochi amici e familiari si sono arrangiati virtuosamente, con pochi mezzi e tanta adrenalina. Basti pensare a padre e figlia sulla loro DB HBR5, soli a sfidare Alfa Romeo 1900 Zagato; Lancia Fulvia HF, di cui una con equipaggio totalmente al femminile; BMW Veritas; Jaguar E Type; DKW Barquette Record; Cisitalia 202 SC; Iso Rivolta Grifo; Shelby Cobra e tante altre. Un arco cronologico ad ampio spettro, che ha messo muso a muso Renault Clio Williams e Lancia Lambda, Peugeot 205 GTI e Bentley MK IV, bulli Anni ’90 e antenate prebelliche.

La ventisettesima Vernasca Silver Flag è iniziata con un meteo quasi da triste autunno, prima che arrivassero delle appuntite modenesi a spazzare via un po’ di nubi. Questi capolavori del genio meccanico, alcuni provenienti dalla collezione di Umberto Panini, tra modelli di serie e non, sono state impegnate in un’esposizione tra lo statico, su elegante moquette, e il dinamico, solcando quelle righe di bitume che separano le grandi distese di spighe ed erba che colorano questo paesaggio. 3500 GT, sia Touring che Vignale, Sebring, Mexico e Khamsin hanno ricordato la tradizione Maserati nelle granturismo adorate da ricchi e famosi. Invece forti ginnaste come 6CM, 8CM, 150S e 200S hanno rimembrato perché questo marchio sia riconosciuto come un mito.

Foto di Augusto Pellucchi

Inconvenienti vecchio stile

Alla Vernasca Silver Flag, come nella quotidianità agonistica, capita che qualche vettura rimanga in panne, come successo alla 128 elaborata Giannini: roba di poco conto, magari superabile con l’intervento di uno dei mezzi pesanti portati dalla Collezione Marazzato, presente tra le alture emiliane con un Fiat 682 dell’AGIP, risalente ai tempi della benzina Supercortemaggiore. Alla 037 in abito Martini Racing è andata peggio: dopo una sbandata ha preso dentro un segnale e si è ritrovata con l’angolo del muso sbecciato, tenuto insieme con il nastro adesivo. Tutte sventure genuinamente retrò, sempre spiacevoli da provare, tuttavia superabili se si conoscono i giusti maestri della riparazione.

Dopo una conclusione felliniana, nella piazza principale di Vernasca, con tanto di bar e tavolini, che son sembrati riesumati apposta per l’occasione per un set di Cinecittà, l’edizione numero ventitré della Vernasca Silver Flag si è rivelata essere una manifestazione alla quale anche chi capita lì per caso, semplici cittadini della zona che magari si muovono principalmente in trattore, ne hanno fatto una ricorrenza di cui essere fieri.

 

Foto di Augusto Pellucchi