
IL PONTE PERFETTO. IL ROLEX “PRE-DAYTONA” REFERENZA 6238 RAPPRESENTA LA TRANSIZIONE TRA I CRONOGRAFI ROLEX ANNI 50 (NO CASSA OYSTER) E IL DAYTONA REFERENZA 6239 LANCIATO NEL 1963.
Icona assoluta dell’azienda di Bienne, il Daytona è il protagonista indiscusso al polso e nei desideri degli appassionati. Ma, in fondo, è molto di più di un orologio sportivo di grande fascino. Ha una storia lunga e complessa, contraddistinta da una continua evoluzione fino al raggiungimento del design perfetto immutato dagli Anni 80 – modifiche di dettaglio a parte.
L’INIZIO DI TUTTO
Si può iniziare a parlare di Daytona dai primi Anni 60. Con una precisione: si parla, infatti, di “Pre Daytona”, modello considerato il precursore del “vero” Daytona e ormai universalmente conosciuto tra i cultori con questa denominazione di comodo. Il riferimento è alla referenza Rolex 6238, che subentrò alla referenza 6234 (prodotta a partire dal 1946) che fu in produzione dal 1962 al 1967. Il “soprannome” Pre Daytona gli fu dato dai collezionisti a posteriori.
LA CASSA
Esternamente “il 6238” si presenta con cassa Oyster da 36 mm di diametro, corona Oyster Twinlock serie 600 zigrinata con logo Rolex in rilievo e pulsanti a pompa.
Proposto in acciaio inox, oro 14kt e oro 18kt, è l’ultimo modello con scala tachimetrica stampata sul quadrante e lunetta liscia. Le versioni declinate nel biondo metallo furono prodotte per un periodo di tempo limitato sicché oggi, rispetto all’acciaio, sono più rare da individuare.
IL MOVIMENTO
Da un punto di vista produttivo, fino al 1987 tutti i movimenti montati sui cronografi Rolex derivano dal calibro base Valjoux 72 A (nella produzione aziendale si incontrano, quindi, i calibri 72 B, 722 e 722-1). Il movimento veniva personalizzato da Rolex con alcune modifiche strutturali quali, ad esempio, l’introduzione del bilanciere con regolazione a microstella e l’impiego di due alloggi orizzontali per fissare il movimento alla cassa.
Al suo interno, quindi, il Pre-Daytona fu equipaggiato, fino al 1965 circa, con il calibro manuale Valjoux 72 B e dal 1965 al 1967 circa, con il calibro 722 (in realtà una semplice ridenominazione dello stesso 72 B). L’indicazione del movimento, su questo modello, era sovente incisa sulla platina, sotto il ponte del bilanciere.
QUADRANTE
Il quadrante, protetto da vetro bombato Tropic 21 mostra, oltre alla scala tachimetrica stampata che ne segue la curvatura, la dicitura Rolex Chronograph a ore 12, i contatori cronografici a cerchi concentrici in rilievo leggermente incassati (30 minuti crono al 3, 12 ore crono al 6 e secondi continui al 9) e, a ore 6, l’indicazione T-Swiss-T dove la lettera T sta per trizio. Ciò giustifica la mancanza di tale lettera su alcuni esemplari di Pre Daytona che utilizzavano paste a base di stronzio o radio fino a quando, a partire dal 1998, Rolex ha iniziato a utilizzare la Luminova.
Nella preserie (numeri di matricola fino a 800.000 circa) furono montati i quadranti dalla grafica simile alle referenze 6034 e 6234 ed altri quadranti di evoluzione, con o senza scala graduata e dicitura Oyster e con indici e lancette a foglia verniciate in bianco sui quadranti neri e in metallo brunito sui quadranti in colore argento. La serie definitiva – contraddistinta da numerazione di serie con cifre intorno a 1.000.000 – venne prodotta sia con quadrante argento (chiaro o scuro con sfumatura radiale), sia nero. E’, infine, piuttosto rara la versione con scala telemetrica e pulsometrica.
FONDELLO
Il fondello è lucido esternamente mentre satinato nella parte interna dove è riportato inciso il marchio, il brevetto Rolex, il materiale con il quale è stato realizzata la cassa e il numero della referenza. Capita di trovare anche la sigla C.R.S. (Charles Reneé Spielman), all’epoca uno dei principali produttori di fondelli per conto di Rolex e l’unico autorizzato a porvi il proprio nome. E’ da evidenziare che ci si può imbattere in fondelli recanti un numero di referenza differente da quello inciso tra le anse superiori della cassa. Il fondello con referenza diversa, di solito 6239, la si può trovare sugli esemplari fine serie.
Il bracciale è di tipo Oyster rivettato con maglie fisse o estensibili. La sua impermeabilità non è stata dichiarata.
PRODUZIONE
E’ interessante notare come, nell’ambito di tutta la storia dell’azienda, il Pre-Daytona ref. 6238 sia uno dei pochi modelli di cui si conosca, naturalmente sempre con un certo grado di incertezza, un dato piuttosto preciso sulla produzione complessiva. Tra il 1964 e il ’67 ne furono realizzati circa 3.600 esemplari in acciaio e circa 400 in oro 14kt e 18kt.
Fonte: www.mazzariolstefanolibrary.com
Photo credit: www.bonhams.com, www.antiquorum.swiss