
BELLO E, QUASI, IMPOSSIBILE. IL MITO DEL QUADRANTE CHE TRASFORMO’ IL ROLEX DAYTONA NEL ROLEX PAUL NEWMAN. NATO ALLA META’ DEGLI ANNI SESSANTA, RICEVETTE IL NOME CON CUI OGGI E’ CONOSCIUTO PROPRIO DAGLI APPASSIONATI ITALIANI. UNA GUIDA RAGIONATA TRA TUTTE LE VERSIONI E I DETTAGLI PER RICONOSCERE UN ORIGINALE DA UN FALSO.
La famiglia dei Rolex Daytona, una genealogia iniziata, secondo la maggior parte della cultura Rolex, con la Ref. 6238 (il “Pre-Daytona”), continua a produrre, senza sosta, un caso di mercato (e di collezionismo) dopo l’altro.
All’interno della numerosa famiglia del modello più famoso e desiderato al mondo del brand, la domanda è scontata: qual è il più prezioso e desiderato di tutti? Risultati d’asta e compravendite tra privati alla mano, la risposta è semplice: parliamo della versione “Paul Newman”, nata negli Anni 60 con il prezioso – e inconsapevole – aiuto dell’indimenticato attore americano dagli occhi di ghiaccio.
Il vero successo planetario di questa versione di quadrante, che trasformò un “semplice” Daytona in un “Paul Newman”, iniziò, come spesso accade, quasi per caso, una volta che fu messo fuori catalogo per cedere il passo al moderno Daytona con movimento automatico. Dal 1980, infatti, per il Paul Newman iniziò una nuova primavera sul mercato collezionistico, con una forte crescita della domanda unita alla diffusione di falsi.
IL QUADRANTE PAUL NEWMAN
Il quadrante Paul Newman, la cui carriera durò circa otto anni, fu montato per la prima volta sul Daytona Ref. 6239 tra il 1965 e il ’66. Quando questa referenza fu lanciata, venne accolta dal mercato con scarso successo. I negozianti facevano non poca fatica a proporla e venderla ai propri clienti tanto da essere una delle poche referenze Rolex venduta con uno sconto d’acquisto.
La conquista dell’altisonante soprannome Paul Newman si deve alla passione dei collezionisti italiani. Questi vi sostituirono i precedenti vezzeggiativi “esotico” e “tropicale” nel 1969, quando questo modello fu notato al polso dell’attore Paul Newman che lo indossava nella locandina del film “Indianapolis pista infernale”.
Successivamente il quadrante Paul Newman venne montato su tutte le referenze Daytona a carica manuale (6239, 6240, 6241, 6262/64, 6263 e la 6265) tranne i modelli in oro delle Ref. 6269 e 6270.
LE CARATTERISTICHE DEL QUADRANTE
QUADRANTE PRINCIPALE
Il quadrante, dall’effetto “granulato” e satinato, offre una grafica bicromatica a contrasto tra quadrante e piccoli contatori (bianco/nero o nero/bianco). Presenta, inoltre, un dislivello tra la parte centrale e i contatori cronografici lavorati a cerchi concentrici. Questo doppio livello contribuisce a creare un quasi impercettibile “gradino” rispetto al centro del quadrante stesso.
Le versioni sono a due o tre colori:
1) fondo bianco Crema con contatori neri e pista dei secondi cronografici nera (chiamato anche Panda dial)
2) fondo chiaro (e contatori neri) o nero (contatori chiari) e scala dei secondi rossa. Quest’ultima configurazione con tre colori è stata prodotta solo sui modelli con cassa in acciaio.
I CONTATORI SECONDARI E LE SCRITTE
Rispetto ai contatori solitamente impiegati sul Daytona normale, quelli del Paul Newman presentano numeri arabi e, come indici, piccoli quadratini applicati e sfaccettati in metallo lucido sui quali è presente, tranne che a ore 12, un pallino di trizio. A ore 6 vi è la anche la scritta T SWISS T mentre a ore 12 sono posizionate corona Rolex, logotipo Rolex e logotipo Cosmograph.
La scritta Daytona, presente unicamente sugli esemplari con pulsanti crono a pompa (Ref. 6239, 6241, 6262 e 6264), è visibile sopra il contatore delle ore cronografiche al 6. Essa è stampata in rosso sui modelli in acciaio mentre sui modelli in oro è stampata in una tonalità di colore in contrasto con il fondo del quadrante. Sui modelli con pulsanti crono a vite (6240, 6263 e 6265) con quadrante bianco, la dicitura Daytona non è presente (vi è solo la scritta Rolex Oyster Cosmograph).
Fonte: www.mazzariolstefanolibrary.com
Photo credit: www.bonhams.com, www.antiquorum.swiss