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Journey of Discovery: il lago Aral

Proveniente da Mosca, il Journey of Discovery sta attaversando l’Uzbekistan.

Muynak, un tempo florida città costiera sul grande lago Aral, oggi è una città in rovina. Il governo comunista dell’Unione Sovietica ha dato inizio al lento ma inesorabile declino del quarto bacino idrico più grande del mondo già negli Anni 60 spostando il corso degli immissari verso le piantagioni di cotone, centinaia di chilometri più a nord.

Con il risultato che oggi il Lago Aral è quasi completamente prosciugato (il 90% del bacino non esiste più) e nel suo alveo giacciono relitti arrugginiti, abbandonati, tristi testimonianze di un lontano passato. L’Uzbekistan e la Comunità Internazionale non hanno forza, politica ed economica di rovesciare la situazione. Ma non va dimenticato che tutto il territorio è stato, negli anni, pesantemente inquinato da pesticidi e dagli esperimenti russi, che in queste zone hanno testato armi biologiche.

I pescatori della città di Muynak, oggi a 30 chilometri di distanza dalle rive del lago, animati da un coraggio e una tenacia senza pari, tentano di sfidare il triste destino del lago Aral. Con le loro reti, sfidando il freddo di questi territori, pescano quel poco che le reti riescono a imprigionare.

Ed è sconcertante, parlando con loro, scoprire come siano apparentemente allo scuro dei veri motivi che hanno portato a questo scenario. I pesci non sono destinati alla loro alimentazione: “Trasportiamo questi pesci in un’altra regione, dove tentiamo di ripopolare acque che sono in condizioni migliori delle nostre – confida Dilshot Usupov. La natura ha fatto il Lago milioni di anni fa, e solo la natura può restituircelo”.