Auto e Moto d’Epoca 2023, battuto ogni record | Benvenuti a Bologna
La nuova location registra un grande successo di pubblico senza precedenti.
La grande rassegna del motorismo storico, da sempre la maggiore in Europa per numero di mezzi esposti, è riuscita a ingigantirsi ulteriormente grazie al passaggio alla Fiera di Bologna, dopo ben 39 anni trascorsi a Padova. Un trasloco che non ha traumatizzato il pubblico, anzi tutt’altro: molti più visitatori accorsi rispetto alle passate edizioni, tra cui anche molti stranieri, che ben hanno fatto finire il fatidico cartello “sold”, sui parabrezza di una grossa fetta delle auto esposte, leggendarie Ferrari e Lamborghini e così pure le attualmente molto inflazionate youngtimer. Bologna è stata l’occasione per riscoprire l’universo del collezionismo in tutte le sue forme.
Tra gli spazi dello stand dell’Automobile Club Italiano hanno attirato l’attenzione dei flash le regine della Targa Florio, provenienti dalle collezioni Lopresto e Macaluso, dai musei di Alfa Romeo, Porsche e Mauto; e dalla Scuderia del Portello. Vicino alla RL del 1923, prima Alfa col Quadrifoglio, alla 1900 Touring e alla Augusta degli Anni ’30 l’ACI ha svolto delle conferenze, con ospiti importanti come il car detailer Marcello Mereu o Angelo Colombo, promotore della Mostra Scambio di Erba, hanno discusso di temi molto attuali, come la tutela del patrimonio motoristico e l’uso delle classiche nella lotta contro le disabilità motorie.
L’Automotoclub Storico Italiano, presso il suo village, ha mostrato sotto i riflettori la Giulietta appartenuta all’allora presidente dell’ENI Enrico Mattei, tutt’ora di proprietà della stessa famiglia, la mitica Lamborghini Miura e una preziosissima Bizzarrini 5300 GT, in ricordo del leggendario e prolifico progettista di cui porta il nome, il tutto circondato dalle chicche portate dagli altri sodalizi affiliati. Uno scenario che ha fatto da sfondo a eventi collaterali, tra cui la presentazione del libro sull’atletica chiamata LMX Sirex.
Ad Auto e Moto d’Epoca sanno tutti che la storia non solo va preservata, ma specialmente deve essere proseguita e onorata, così è stata l’occasione giusta per mostrare al pubblico la nuova 33 Stradale, presentata dai vertici di Alfa Romeo e FCA Heritage; l’ultima generazione della Toyota Land Cruiser, un fuoristrada puro per puristi; la Touring Arese RH 95, supersportiva d’alta sartoria; e la nuova gamma Volvo, accompagnate dalle vecchie concept VESC ed ECC, che hanno contribuito a portare il brand svedese ai vertici per sicurezza. Impossibile dimenticarsi delle eccellenze di quel territorio, la Motor Valley, quali Pagani, Ducati, Ferrari, Lamborghini e Dallara. Nomi del calibro di Zonda, F40, Countach, Miura e Panigale hanno ricordato perché quella terra sia così amata ed invidiata nel mondo.
I miti di ieri, oggi e domani
Auto e Moto d’Epoca è sempre stata una bella vetrina per i club e registri storici, di tutti i marchi e modelli, dalle evergreen Triumph Spitfire alle più plebee Fiat Ritmo, passando per il Club Jaguar, con la E Type di Rita Pavone, e una introvabile Oldsmobile 98. Un impegno in cui si buttano volentieri anche le stesse case. Mercedes ha voluto omaggiare le coupé della propria storia, mentre FCA Heritage ha celebrato i sessant’anni della Giulia GT e i 30 della vittoria della 155 al DTM.
I padiglioni di Bologna si sono riempite a dismisura, regalando una grande gioia per gli occhi. Un parco in vendita che ha compreso dei pezzi davvero singolari: la Giulia SS appartenuta a un erede della famiglia di Nicola Romeo, la Fiat 1900 carrozzata torpedo usata da Gianni Agnelli, una Mercedes S 280 appartenuta ad Aldo Moro e persino una Covini C6W, unico modello stradale a sei ruote.
Dalla nuova 33 Stradale alla Giulia GT
Auto e Moto d’Epoca ha riservato un intero padiglione alle sole moto, un unico e voluminoso spazio per i centauri tra esposizione e mercato, e altrettanti spazi ai commercianti di modellini e agli specialisti in ricambistica.
La prima di Auto e Moto d’Epoca in terra emiliana si è mostrata all’altezza delle aspettative, grazie alla quantità e qualità delle auto esposte, che si sono unite ad un clima simile a quel Motor Show svoltosi nei decenni precedenti proprio tra quelle mura. Il segno che l’auto intesa come svago e passione, nonostante i cambiamenti nell’industria oggi, non morirà mai.