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Sergio Marchionne: “Dino? La questione non è il SE ma il QUANDO!”

FATE I BUONI! IL GRUPPO FCA STA GIA’ LAVORANDO DA TEMPO AL RITORNO DEL BRAND DINO. E, ALMENO NELLA SUA DIALETTICA, MARCHIONNE RASSICURA SUL FATTO CHE NON DOVRA’ ESSERE UN MARCHIO “ECONOMICO” RISPETTO A FERRARI. LA TECNOLOGIA C’E’: CI VUOLE, A QUESTO PUNTO, UN BUON MARKETING “DOPATO” DI PASSIONE.

Sergio Marchionne pensa al ritorno del marchio Dino. Il brand di “secondo livello” creato da Enzo Ferrari (omaggio al figlio Dino, tragicamente scomparso nel ’56 in seguito a una grave malattia invalidante) fu attentamente studiato e, naturalmente, non fu percepito con un taglio più “economico” rispetto al Cavallino.

Così oggi le Dino 206 GT e 246 GT e GTS stradali o le Dino 206 S Coupé o le 246 SP sono percepite alla stessa stregua delle sorelle maggiori. In un periodo di grande speculazione verso l’auto d’epoca pure le bistrattate Dino 208 GT4 e 308 GT4 di Bertone stanno crescendo nei consensi.

NO A UNA “FERRARI ECONOMICA”

Parlando recentemente alla rivista Autocar, Marchionne ha parlato del futuro di FCA. Il discorso è scivolato inevitabilmente anche su Ferrari e sul ruolo che avrebbe un importante brand come Dino nel portafoglio prodotti di Maranello.

Marchionne è stato chiaro: “Non è una questione di SE ma di QUANDO! Deve trattarsi di un’auto progettata e costruita bene. Possiamo certamente produrre una Ferrari da 500 Cv ma non possiamo considerarla una Ferrari economica. E’ un brand prestigioso e deve essere protetto!“.

IL MOTORE PERFETTO: UN V6

500 cavalli rappresentano, effettivamente, un parametro molto interessante. Siamo sotto i 552 cavalli della California T ma la questione ancora più importante è il motore. Le Dino degli Anni 60 e 70 hanno montato quasi sempre motori 6 cilindri a V. Si tratta di un frazionamento che il Gruppo già utilizza: sulla Maserati Ghibli e sulla stessa Ferrari di Formula 1. Dal punto di  vista della tecnologia e dell’industrializzazione, questa soluzione sarebbe perfettamente percorribile.

Del resto, il ricorso al downsizing e  il ritorno alla sovralimentazione (confermato anche per la gamma di vetture stradali con il recente ingresso della 488 GTB), rappresentano un punto fermo per il brand del Cavallino, necessario dal punto di vista normativo (per la riduzione delle emissioni nocive) e industriale (lo spin-off di Ferrari e la quotazione in Borsa prevista per il prossimo autunno farà dell’azienda un marchio indipendente).