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1953 Timossi-Ferrari ‘Arno XI’ Racing Hydroplane

L’INSOLITA ROSSA. L’UNICA FERRARI CHE DOMAVA L’ACQUA INFRANGENDO E DEMOLENDO RECORD

Tutto ebbe inizio nel 1953 quando l’ingegnere Achille Castoldi, grande appassionato di motonautica e record di velocità, commissionò ai Cantieri Timossi di Azzano sul lago di Como la realizzazione di un idroplano (classe 800 Kg) in grado di dare del filo da torcere agli avversari all’epoca dotati di potenti propulsori Maserati.

Achille Castoldi, il meccanico Luigi Allione, Enzo Ferrari, il capo sezione corse Stefano Meazza e persino i piloti di Formula 1 Luigi VilloresiAlberto Ascari contribuirono alla nascita dell’idroplano Arno XI.

Il “Siluro rosso” era equipaggiato con un motore Ferrari V12 di 4,5 litri derivato da quello ospitato sulla Ferrari 375 del 1951.

La differenza col propulsore da “auto” stava nel doppio compressore installato sul natante che era in grado di raggiungere una potenza di 600 Cv.

Si trattava di un motore prestigioso dato che, grazie anche a esso, il pilota argentino José Froilán “El Cabezon” González ottenne per la Ferrari sul circuito britannico di Silverstone, la prima pole position e la prima vittoria della storia al Campionato Mondiale di Formula 1.

L’Arno XI, con numero di telaio G.P. 52/1, venne realizzato in legno e alluminio per rientrare nella categoria di peso degli 800 kg.

Il 15 ottobre 1953, sul lago d’Iseo, l’idroplano pilotato da Castoldi raggiunse l’incredibile e, fino ad allora impensabile, velocità di 241,70 Km/h sul chilometro lanciato.

Un record a oggi imbattuto e che non potrà mai più esserlo dato che, negli anni, la FMI (Federazione Motonautica Italiana) rivide i regolamenti cancellando la classe Racers da 800 Kg.

Sempre lo stesso giorno, il pilota italiano con l’Arno XI segnò anche un record sulla lunga distanza percorrendo 24 miglia nautiche (44.448 km) alla velocità media di 164.37 km/h.

Dopo oltre un decennio di successi nautici sotto la guida dell’ingegner Nando dell’Orto, passò di proprietà diverse volte.

Nel 1993 fu completamente restaurato e, accompagnato da un fascicolo contenente tutta la documentazione ufficiale dell’epoca curata dallo storico ingegnere e progettista Ferrari Gioacchino Colombo, è stato battuto all’asta da RM Auctions lo scorso 12 maggio 2012 per 868.000 euro.