A fuoco la Ferrari PF Modulo di Jim Glickenhaus
IL PROTOTIPO DEL COLLEZIONISTA AMERICANO, PORTATO AL CONCORSO D’ELEGANZA VILLA D’ESTE 2019 DOPO UN LUNGO RESTAURO, HA PRESO FUOCO NELLA ZONA POSTERIORE. TRAGEDIA SFIORATA.
L’ultimo sensazionale progetto del collezionista americano James “Jim” Glickenhaus è la Ferrari PF Modulo del ‘1970, che lui stesso ha presentato al Concorso di Villa d’Este a conclusione di un complesso lavoro di restauro e ripristino; con, in più, l’installazione di un motore 12 cilindri per renderla marciante. In questi giorni Glickenhaus si trovava a Monte Carlo. Durante un giro per le strade del Principato di Monaco con la Modulo, la zona posteriore, nell’area dell’impianto di scarico, ha preso fuoco. Glickenhaus, però, è stato veloce nell’uscire dall’auto e domare le fiamme spegnendo il principio d’incendio. La milionaria Ferrari del collezionista ha riportato danni di “più o meno” lieve entità nella parte posteriore della carrozzeria e delle uscite di scarico, quest’ultimo affidato alla costruzione di un’azienda non meglio specificata. Una mezz’ora dopo l’accaduto Glickenhaus ha pubblicato alcune foto su Twitter rassicurando i suoi follower e dichiarando che la sera sarebbe arrivato con la Modulo in centro a Monte Carlo.
La Modulo, disegnata da Paolo Martin della Pininfarina fu presentata nel 1970 al Salone di Ginevra (e, successivamente, al Salone dell’Auto di Torino.
Nel 2014, dopo “una vita” trascorsa negli uffici della Pininfarina a Cambiano, è stata acquistata da Jim Glickenhaus (già committente della P4/5 su base Ferrari Enzo e della Dino 206 Speciale del ’66). Quest’auto utilizzava un vero telaio 512 S, poi utilizzato per creare la 612 Can-AM n.0684. Lo chassis fu poi dato alla Pinin farina per la creazione della Modulo. Fu presentata ai Saloni senza motore e poi, dopo una serie di “impegni pubblicitari, rimase alla carrozzeria torinese. Il lavoro dello staff di Glickenhaus ha cercato di salvaguardare tutta la meccanica: molte parti sono di derivazione 512 S (blocco motore, sospensioni struttura del telaio; la carrozzeria è quella originale, rinforzata nei punti di attacco al reticolo di tubi in acciaio). In questo video i primi “passi” della Modulo marciante la scorsa primavera.