Bollo auto: non lo hai pagato negli anni precedenti? Rischi grosso, ti tolgono il conto in banca
Il bollo dell’auto è una spesa importante e che, se ignorata, porta fino al pignoramento dei beni. Ecco tutto quel che c’è da sapere.
La vita frenetica odierna ci mette a volte in condizione di dimenticarci di qualche impegno o scadenza importante. Fra queste rientrano quelle spese che vanno soddisfatte entro un certo limite di tempo, come il bollo auto. Importante mettersi in regola col pagamento di questa imposta, ma in caso capitasse di dimenticarcelo, è altrettanto importante sapere come controllare il suo stato e a quali sanzioni andiamo incontro.
Il bollo infatti è regolato in modo tale che anche col passare del tempo la sua tracciabilità è possibile e le multe ad esso riferite aumentano di gravità, toccando il culmine dopo due anni di mancato pagamento. Quali sono le varie fasce in cui viene suddivisa la sanzione? Esse sono cinque e dipendono dal tempo trascorso dalla scadenza del bollo:
- Fino ai 14 giorni dalla scadenza;
- Tra i 15 e i 30 giorni dalla scadenza;
- Tra i 31 e i 90 giorni dalla scadenza;
- Tra i 91 giorni e un anno dalla scadenza;
- Tra il primo e il secondo anno dopo la scadenza.
A queste fasce temporali, durante le quali è possibile effettuare un ravvedimento operoso, corrispondono delle sanzioni crescenti, che corrispondono rispettivamente a 0,1% dell’importo originario per ogni giorno di ritardo, 1,5% dell’importo originario, 1,67% dell’importo originario, 3,75% dell’importo originario, 4,29% dell’importo originario e infine 30% dell’importo originario.
Bollo non pagato dopo due anni: altre sanzioni
Se sei entrato nel terzo anno dalla scadenza del bollo ma ancora non hai effettuato il ravvedimento entrano in gioco nuove regole: riceverai un avviso di accertamento tramite raccomandata A/R dall’Agenzia delle Entrate o dall’Ente regionale che ha preso carico di queste materie nel quale verrai esortato al pagamento entro 60 giorni; due mesi in cui puoi pagare, richiedere un ricorso o una dilazione di pagamento.
Se neanche entro questo limite verrà effettuato alcun pagamento allora l’esattore può procedere al pignoramento di beni come stipendio o conto corrente, oppure al fermo dell’auto incriminata. Chiaramente sono provvedimenti estremi, ma ricordiamo che avvengono solo dopo 2 anni e 2 mesi di mancato pagamento.
Verificare lo stato del bollo
Per evitare tutto questo è bene sapere come controllare il bollo degli anni precedenti, in quanto le modalità variano per alcune regioni. Dal 2019 non ci si deve rivolgere più all’Agenzia delle Entrare, bensì all’Automobile Club d’Italia (ACI) ed al suo sito online. Accedendo tramite SPID, CIE, CNS o eIDAS si possono verificare gli stati dei pagamenti precedenti fino a 4 anni. Questo servizio però è valido solo per Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e le province autonome di Bolzano e Trento.
Per tutte le altre (Calabria, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) si può consultare il sito tributi regionale oppure recarsi ad un ufficio ACI, ma quest’ultimo servizio sarà a pagamento. Ricordiamo infine che il bollo auto è soggetto a prescrizione dopo 3 anni ma con la condizione che il soggetto non abbia mai ricevuto alcun sollecito di pagamento.