
CHRONO BEST FRIEND. L’ULTIMO CRONOGRAFO “DA COMPETIZIONE” DI CASA ROLEX, IL COSMOGRAPH DAYTONA REF. 116500LN, CONSIDERATO DA PIU’ PARTI UN OMAGGIO ALLA STORICA REFERENZA 6263, SUBENTRA ALLA REF. 116520. IL MODELLO CHE SOSTITUISCE, PRESENTATO NEL 2000, ERA A SUA VOLTA, L’EREDE DELLA REFERENZA 16520 (1988) CON MOVIMENTO 4030 SU BASE ZENITH EL PRIMERO. AL PARI DEL SUO PREDECESSORE 116520, ANCHE IL NUOVO 116500LN, IN ACCIAIO INOX E CON LUNETTA MONOBLOCCO IN CERAMICA NERA, MONTA IL CALIBRO 4130.
Rolex Daytona, il solo nominarlo, ti porta subito a pensare al coronato “must have”; un cronografo che, nonostante in 16 anni (ref. 116520, calibro 4130) non sia stato sottoposto a nessun tipo di evoluzione meccanica ed estetica, rimane uno dei sogni di chi ama, al di là del marchio Rolex, il cronografo, il segnatempo sportivo per eccellenza.
Rispetto al suo predecessore, la novità del Rolex Daytona 116500LN, disponibile con quadrante nero o bianco e impermeabile fino a -100 metri, è la lunetta monoblocco in Cerachrom di colore nero: una prima volta per un Daytona in acciaio inox 904L. Ricordiamo, infatti, che la lunetta in ceramica era già presente sia sulla referenza 116515LN con cassa in oro Everose sia sulla referenza 116515LN con cassa in platino.
La domanda sorge spontanea: meglio la “vecchia” lunetta lucida e così sensibile (chi ne possiede un esemplare immaginiamo ne abbia testato la “problematica”) o una lunetta che “brilla” meno, che regala all’occhio “meno diametro” di cassa (40 mm) ma che risulta essere, grazie alle peculiarità della ceramica, praticamente antigraffio preservandone inoltre il colore dai raggi ultravioletti? Si tratta ovviamente di gusti personali anche se, a detta di molti possessori di ambi i modelli, il “tutto acciaio” resta il preferito.
Anche il design della scala tachimetrica offre una novità; infatti, rispetto al precedente modello, presenta, al pari dei modelli in platino e oro, i numeri del tachimetro che seguono, sinuosamente in forma circolare, il profilo della lunetta. Ci chiederemmo: “…è da considerare una scelta azzeccata o toglie un po’ di mascolinità al cronografo? Certamente era un passo quasi obbligatorio: adeguare il design delle cifre del tachimetro a quello già presente sui modelli Daytona in platino e oro. Il profilo dei 3 contatori, anche su quest’ultima referenza, al pari della precedente, è argentato/azzurrato. Anche per quanto riguarda il bracciale non ci sono innovazioni; questo modello monta infatti sempre il bracciale Oyster con parte esterna satinata e interna lucida. La fibbia Oysterlock dispone dell’estensione Easylink (+ circa 5 mm).
Il cuore pulsante rimane il calibro automatico 4130 (ruota a colonne, spirale Parachrom blu, 72 ore di riserva di carica) che, oltre alla cerficazione COSC, dispone anche della Rolex Superlative Chronometer Certified, una certificazione interna di Casa Rolex che richiede una precisione di -2/+2 secondi.
LE SENSAZIONI
Indossare un Rolex Daytona, indipendentemente dalla referenza, è certamente sempre un piacere. La sensazione è quella di potersi portare in giro un segnatempo che ha fatto la storia della Maison e non solo.
Il bracciale, più pesante e “strutturato” rispetto ad altre precedenti referenze, consente di equilibrare al meglio il rapporto peso cassa/bracciale regalando un particolare comfort all’indosso.
Un cronografo sportivo “di un certo peso” che emoziona, non stanca mai e che, dato tutt’altro che trascurabile, essendo considerato quasi “un bene rifugio“, si rivela un utile investimento.
Photo Credit: J.A. for professionalshots.it